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Birra Raffo, la premium che parte dalla Puglia per conquistare il mercato nazionale

Brindisi con Birra Raffo Lavorazione Grezza tra Andrea Tortella e Viviana Manera
A Beer & Food Attraction di Rimini Fiera, Birra Peroni ha presentato la novità Birra Raffo Lavorazione Grezza. Nostra intervista a Viviana Manera, Marketing Director e ad Andrea Tortella, Sales Director.

Raffo è una birra lager chiara che nasce a Taranto nel 1919, prodotta dalla omonima azienda Fabbrica di Birra e Ghiaccio fondata da Vitantonio Raffo. Nel 1961 il marchio viene ceduto al gruppo Birra Peroni che passa poi in blocco nel 2016 alla multinazionale giapponese Asahi. Nel 1987 la produzione di Birra Raffo viene trasferita nello stabilimento di Bari, confermandosi come la birra protagonista del mercato del Sud Italia.

Dopo il recente rinnovamento della confezione Birra Raffo Originale (4,7% alc, grado amaro 12 Ibu), al recente salone Beer & Food Attraction di RiminiFiera il Gruppo Peroni ha lanciato la novità premium Birra Raffo Lavorazione Grezza, birra chiara a bassa fermentazione con macerazione a freddo, non filtrata e arricchita con cererali di Puglia non raffinati.
Di aspetto dorato velato, presenta un gusto rotondo e fresco, con un aroma maltato con un finale di note luppolate (4,8% alc, grado amaro 13 Ibu). Viene proposta in bottiglia 33 e fusto Pet da 20 litri, con un termine di conservazione di circa 6 mesi.

Con una immagine di grande impatto, la bottiglia in vetro scuro presenta una vistosa etichetta che, su fondo giallo, riporta la figura di Taras a cavallo di un delfino. Mitologica figura greca, figlio di Poseidone e della ninfa Satyria, Taras è considerato il protettore della città di Taranto, unica colonia spartana fondata nel VIII secolo a.C. e diventata presto potente grazie al suo porto commerciale (suddiviso in Mare Grande e Mare Piccolo) sempre al riparo dai venti, posto in una posizione strategica nel mar Mediterraneo.

Riportiamo le dichiarazioni rilasciate nel corso della nostra intervista da Viviana Manera, Marketing Director Birra Peroni e da Andrea Tortella, Sales Director Birra Peroni.

Quali sono i trend in crescita nel mercato birra e quali sono le caratteristiche principali di Raffo Lavorazione Grezza?

Viviana Manera, Marketing Director Birra Peroni

 «Il mercato della birra è diventato sempre più rilevante negli ultimi anni - afferma Viviana Manera, Marketing Director Birra Peroni - generando anche una cultura più ampia intorno al prodotto, una domanda di proposizioni sempre più premium e la ricerca di innovazioni. 'In questo contesto, i brand locali rappresentano un segmento rilevante all’interno della categoria che continua a crescere anno dopo anno perché risponde esattamente a queste richieste dei consumatori. E, è proprio da queste premesse che siamo partiti per il rilancio di un brand come Raffo e di Raffo Lavorazione Originale. Un brand saldamente legato alla terra in cui è nato, la Puglia e i suoi valori, che rispecchiano in pieno le caratteristiche della sua regione di origine, dove per altro è molto amato.

Raffo Lavorazione Grezza, lanciata proprio in occasione di Beer & Food Attraction 2024, è una birra dal gusto rotondo, fresco, con un aroma maltato e note amare luppolate sul finale. L’abbiamo chiamata “Lavorazione Grezza” perché è fatta con i cereali di Puglia non raffinati e, in generale, il suo processo produttivo è stato curato in ogni singola fase affinché la birra arrivasse quanto più autentica possibile al consumatore, “grezza” appunto, preservando la composizione, gli aromi e i colori naturali delle materie prime. Abbiamo voluto sottolineare ancora di più le sue origini - conclude Viviana Manera Marketing Director Birra Peroni - e il suo essere “grezza” creando appositamente una nuova bottiglia e una identità forte: la bottiglia che richiama le onde del mare, incise nel vetro, l'etichetta gialla e dalla texture grezza che rende che rende intuitive le sue caratteristiche al consumatore. Infine, sempre sull’etichetta è presente un invito a berla “croccante” ovvero ghiacciata, come vuole la tradizione pugliese».

In che modo e con quali prodotti state investendo sul mercato HoReCa?

Andrea Tortella, Sales Director Birra Peroni

«Siamo convinti che la premiumizzazione sia la chiave del successo - afferma Andrea Tortella, Sales Director Birra Peroni - e intorno a questo principio abbiamo costruito la nostra strategia e le 3 grandi aree in cui stiamo implementando i progetti per il canale. In primis, il portafoglio: continueremo a rendere sempre più premium il nostro portafoglio, portando ai clienti un’offerta sempre più completa. La più grande novità in questa area è Raffo, sia il lancio nazionale di Ricetta Originale sia quello Raffo Lavorazione Grezza. In secondo luogo, il livello di servizio: anche nel 2024 continueremo a lavorare per migliorare la qualità del modo in cui approcciamo al mercato e lo attiviamo, e questo vale tanto per il distributore quanto per il punto vendita. In quest’area, uno dei progetti più rilevanti è il portale birraperoniperte.it con cui, attraverso i benefici della digitalizzazione, offriamo ai clienti sempre più velocità, maggiori informazioni e un supporto ancora più efficace. Infine, la formazione con la quale mettiamo al servizio del canale la nostra esperienza tanto in quegli aspetti che attingo più strettamente alla cultura della birra e al suo consumo quanto in quegli aspetti di gestione della complessità di cui parlavamo prima, con l’obiettivi di supportare i clienti nel cogliere tutte le opportunità che si presenteranno».

 

Buone Feste da Sgrappa Limited Edition

Buone Feste da Sgrappa Limited Edition
Lanciata per le feste di Fine Anno la Limited Edition di Sgrappa, distillata da uve rosse piemontesi, in bottiglie 70 cl dall'aggressiva grafica Art Déco.

Sgrappa, la grappa rivoluzionaria nata con la volontà di proporre in modo radicalmente diverso, originale e contemporaneo uno dei distillati più rappresentativi del Made in Italy, presenta per Natale e per le Feste di Fine anno la sua prima limited edition, in cui le forme sinuose della bottiglia sono avvolte da una illustrazione in bianco e nero dal sapore retrò che rende omaggio alla natura miscelabile di Sgrappa, evocando il mondo e le atmosfere della mixologia.

Dopo il successo del lancio della campagna digital dedicata ai due nuovi cocktail Espresso (S)martini e Caffè (S)corretto – inaugurata da I Soliti Idioti e con protagonisti nei prossimi mesi i The Jackal e Il Milanese Imbruttito –, Sgrappa conferma il suo carattere non convenzionale animando la festività più tradizionale dell’anno con una nuova edizione, inaspettata e dirompente, in cui lo spirito provocatorio del brand viene ora reinterpretato in maniera inedita.

Per sottolineare l’identità miscelabile di Sgrappa, la creatività della limited edition si sviluppa in un racconto in cui diversi personaggi celebrano la convivialità e l’arte della mixology contemporanea.
Un ironico cortocircuito nasce dall’incontro tra il creativo manager Paolo Dalla Mora, il tratto in aggressivo stile Art Déco del disegno e l'inconfondibile gesto artistico a firma di Maurizio Cattelan (irriverente dito medio alzato) che, dall’interno della bottiglia da 70 cl, diventa ora protagonista della superficie.

Acquistabile sul sito sgrappa.com, la special edition Sgrappa è l’idea regalo perfetta – o per qualcuno forse il pensiero che non si vorrebbe mai ricevere! – per sorprendere con ironia a Natale, periodo di convivialità per eccellenza, in cui gustare questo distillato moderno che raggiunge la sua massima espressione nella miscelazione, come dimostrano l’ironica drinklist del brand e i nuovi drink al caffè Espresso (S)Martini e Caffè (S)corretto.

Espresso (S)grappa e Caffè (S)corretto con Sgrappa

I nuovi drink al caffè per le tavolate delle feste

La nuova limited edition diventa la protagonista delle tavole più irriverenti, rese ancora più fuori dagli schemi da Sgrappa che, per la sua essenza versatile, può accompagnare ogni momento delle festività natalizie, dai brunch, ai dopo pasto, fino alle piacevoli serate trascorse a chiacchierare o svagarsi con i più tradizionali giochi di società.

Rivisitazione dell’Espresso Martini, uno dei cocktail più amati nel mondo della mixologia e in cima al ranking del IBA-International Bartender Association, l’Espresso (S)martini racconta l’immaginario cosmopolita e visionariodi Sgrappa. Nell’Espresso (S)martini la Sgrappa miscelata esalta l’aroma deciso del caffè dando origine a un drink dal sapore avvolgente e intenso da sorseggiare in buona compagnia.

Simbolo di una tradizione che coniuga il distillato al caffè, invece, il Caffè (S)corretto è una nuova versione del digestivo fine pasto considerato ironicamente l’elisir di lunga vita degli Alpini. Combinando all’inconfondibile essenza dell’espresso l’irriverenza di Sgrappa, il Caffè (S)corretto è una celebrazione del Caffè corretto diventato, in un mondo sempre più frenetico, un rituale con cui riscoprire il piacere di stare insieme, anche senza far nulla, dopo i lunghi pasti natalizi.

Grappa piemontese d'Autore

Prodotta artigianalmente in Piemonte, Sgrappa è una grappa dallo spirito forte, ma solo all’apparenza. Le vinacce da uve rosse, umide e ricche di profumi, vengono lavorate con piccoli alambicchi discontinui in rame a getto di vapore, per ottenere la flemma, che poi viene passata in una moderna colonna di rettifica per ottenere la massima pulizia al naso.
Nel bicchiere si ritrovano ricordi di frutta e fiori bianchi, ma il finale è schietto, dove emerge delicatamente la materia prima, le bucce dell’uva.
Al palato questa grappa conferma la sua natura, con un’ottima corrispondenza dei profumi, ed un finale elegante di uva passa. Dal gusto pulito e leggero, invita ad un secondo sorso, quasi necessario per apprezzare in pieno le sue caratteristiche.

Caffè Trucillo Family Notes, un libro giovane 74 anni

La famiglia Trucillo nel deposito di caffè
Con il libro Trucillo Family Notes, Caffè Trucillo di Salerno ha festeggiato i 74 anni di attività insieme con i 25 anni di Accademia del Caffè.

Storica torrefazione di Salerno fondata nel 1950 da Cesare Trucillo, Caffè Trucillo è tuttora guidata dalla omonima famiglia con una scelta decisa per il canale horeca che rappresenta il 90% della distribuzione.

Questo storico legame è stato rafforzato nel 1998 con la fondazione dell'Accademia del Caffè, prima struttura del genere attiva nel Sud Italia, voluta dai titolari Fausta Colosimo e Matteo Trucillo con l'obiettivo di diffondere e approfondire la cultura del caffè di alta qualità.

In occasione delle recenti celebrazioni dei primi 25 anni dell'evento, è stato presentato il volume "Trucillo Family Notes" composto da 120 pagine riccamente illustrate che riporta la storia imprenditoriale dell'azienda, dalla nascita fino ai giorni nostri, a dimostrazione che ogni impresa che voglia avere un futuro deve avere solide radici.

La condivisione del sapere del caffè è stata la base sulla quale è stata costruita la presenza internazionale della torrefazione di Salerno, le cui miscele sono presenti nelle più rinomate strutture dell'ospitalità e della ristorazione di oltre 40 Paesi. Nelle moderne sale dell'Accademia del Caffè sono finora passati oltre 10mila professionisti e appassionati. Non a caso è stata sede della Tappa Sud dei celebri Campionati Italiani 2022 e 2023 Sca Italy.

«L'Accademia è per noi un asset vincente di crescita - sottolinea Fausta Colosimo, Head of International Markets di Caffè Trucillo - affermando i nostri valori nel canale horeca. Per noi infatti conta solo ed esclusivamente poter garantire ai nostri clienti un caffè di altissima qualità che andiamo direttamente a selezionare nei Paesi produttori, fornendo loro tutti gli elementi di conoscenza che siamo in grado di condividere, affinché possano verificarne direttamente le caratteristiche di qualità. In questa direzione va anche la nostra proposta di prodotti, una gamma molto ampia di miscele pensate appositamente per il canale Bar, realizzate con diversi metodi di estrazione, dal caffè in grani al monoporzione in cialde. Sia per rispondere alle esigenze di pubblici esercizi di diverse dimensioni, sia per accontentare le diverse abitudini e preferenze di consumo, nei più diversi contesti culturali delle aree del mondo in cui operiamo».

Fausta Colosimo, Head of International Markets di di Caffè Trucillo

Birre ABInBev, promossi Arnaud Hanset in Europa, Ief Timmermans in Italia

Brindisi ABInBev
Aria di promozioni in ABInBev: Arnaud Hanset è diventato Presidente della Business Unit Central Europe lasciando la carica di Country Director Italia a Ief Timmermans.

Con oltre 500 marchi, ABInBev è il maggiore produttore mondiale di birra. Di recente c'è stato un avvicendamento nelle cariche sociali. Arnaud Hanset (già Country Director Italia) è diventato Presidente della Business Unit Central Europe, il suo posto è stato affidato a Ief Timmermans.

Arnaud Hanset Presidente Business Unit Central Europe

Entrato nel settore marketing di ABInBev nel 2009, Arnaud Hanset ha lavorato per i diversi marchi del gruppo, fino a diventare Direttore Marketing nel 2015. Promosso nel 2020 come Country Director e Amministratore Delegato Italia di ABInBev, Arnaud Hanset ha puntato sui prodotti premium e superpremium e nella ripresa del canale on trade dopo la pandemia, conseguendo ottimi risultati.
«Ringrazio di cuore il fantastico team - ha dichiarato Arnaud Hanset -  che mi ha supportato in questi anni alla guida dell'Italia in cui abbiamo ulteriormente accelerato lo sviluppo di ABInBev in questo magnifico Paese. Sono davvero onorato ed entusiasta per la nuova avventura come Presidente della Business Unit Central Europe e desiderio fare un grande in bocca al lupo a Ief Timmermans che mi succederà».

Ief Timmermans Country Director Italia

Entrato a far parte di ABInBev come Category Manager in Belgio nel 2014, Ief Timmermans in pochi anni ha raggiunto notevoli traguardi soprattutto con un aumento della redditività grazie ai brand superpremium, portando Stella Artois al secondo posto nel mercato belga della Gdo.
«E' un grande onore raccogliere l'eredità di Arnaud Hanset - ha sottolineato Ief Timmermans - e mettermi alla prova in un mercato così affascinante, un Paese in cui per tradizione e cultura enogastronomica  vi è una naturale spinta verso i segmenti premium e superpremium, prodotti di qualità su cui vogliamo continuare a puntare e dove siamo convinti di poter crescere ancora».

ABInBev, una lunga e intricata storia di acquisizioni e fusioni 

AB InBev è la società leader mondiale della birra, quotata in borsa e con sede a Leuven, in Belgio. Le radici europee risiedono nel birrificio di Den Hoorn a Leuven, in Belgio. La società può contare su un portfolio diversificato di oltre 500 brand che comprende marchi globali come la statunitense Bud/Budweiser, la messicana Corona e la belga Stella Artois; marchi multi-paese come la tedesca Beck’s, la sudafricana Castle, le belghe Hoegaarden e Leffe; marchi locali come Aguila (Colombia), Antarctica (Brasile), Bud Light (Usa, top delle vendite), Brahma (Brasile), Cass (Corea del Sud), Cristal (Belgio), Harbin (Cina), Jupiler (Belgio), Michelob Ultra (Usa), Modelo Especial (Messico), Quilmes (Argentina), Victoria (Belgio), Sedrin (Cina) e Skol (Brasile). L'azienda conta circa 164.000 dipendenti, di cui 12.000 solo in Europa. Uffici e birrifici sono presenti in 18 Stati dell'UE, compreso il Global Innovation Centre che ha sede a Leuven, in Belgio.

logo ABInBev

La società nasce in Belgio nel 1987 come ampliamento del birrificio Den Hoorn, acquisendo marchi come Stella Artois, Leffe e Hoegaarden, dandosi il nome Interbrew. Dopo l'acquisizione della tedesca Beck' nel 2001, nel 2004 acquisisce la brasiliana Ambev  ribattezzandosi InBev. In seguito nel 2008 la strategica fusione con la nordamericana Anheuser-Busch (Bud/Budweiser), seguita dall'acquisizione nel 2015 della sudafricana/nordamericana Sab-Miller che dà vita all'attuale ABInBev.

Alcune delle 500 specialità ABInBev

I brindisi sono più festosi con le Birre di Natale

AssoBirra, birre di Natale in tavola
Fine anno effervescente per il mercato birrario, dal concorso XMas Beers di Unionbirrai, alla ricerca Cerb-AssoBirra, alle proposte in tema di Forst, Menabrea, Theresianer, Baladin, Compagnia dei Caraibi - Right Beer, L'Orso Verde, QBA - Quality Beer Academy, Birra Dolomiti, Menaresta.

Ai brindisi delle feste a base di bollicine di origine enologica (vini spumanti, Champagne, Prosecco...), si stanno aggiungendo sempre più spesso brindisi a base di specialità birrarie appositamente realizzate per il Natale.

Nord e centro Europa da secoli danno vita a birre stagionali, a cominciare da quelle create appositamente per le festività di fine anno come il Natale, dal Belgio alla Germania, dall'Inghilterra alla Scozia, dalla Francia alla Danimarca.

Di base si tratta di arricchimenti e aromatizzazioni relativi a birre doppio malto realizzati con particolari tostature di malti, spezie, cannella, vaniglia, caffè, cacao, castagne, miele, frutta, passaggio in botti dai legni più diversi, ma tutte caratterizzate da indicazioni e/o confezioni speciali riferite al periodo di fine anno come Christmas, XMas, Nöel, Winter.

Al MediBeX di Bari il concorso XMas Beers di Unionbirrai

Da alcuni anni questa tradizione ha coinvolto anche diversi produttori e distributori italiani, dalle filiali delle multinazionali ai birrifici artigianali, tanto che Unionbirrai (l'associazioone dei piccoli birrifici indipendenti) realizza da tre anni un apposito concorso sulla creatività nazionale: XMas Beers che quest'anno si terrà a Bari lunedì 18 dicembre nel corso del MediBeX, Mediterranean Beer Experience. Non solo. Ai concorrenti sarà richiesto di proporre il miglior abbinamento gastronomico come quello con il panettone. Quest'anno i protagonisti sono il Panettone Artigianale Tradizionale e il Panettone Artigianale al Cioccolato Creativo, doppio titolo vinto del Panificio Pompilio di Ariano Irpino (Avellino) alla settima edizione del concorso Maestro Panettone di goloasi.it

Le caratteristiche richieste dal bando del concorso XMas Beers 2023 (3.a edizione) di Unionbirrai per identificare una birra di Natale sono:
a) Gradazione alcolica sopra al 6,5%
b) Amaro fra medio e moderato max 70 IBU
c) Acidità non caratterizzante
d) Potranno avere note speziate e/o di zuccheri canditi, frutta rossa
e) Riportare un chiaro riferimento al Natale o all’inverno nel nome della birra stessa o nella descrizione in etichetta.

Il trend di mercato secondo CIB - AssoBirra

Questo il trend rilevato secondo l'ultima indagine BVA Doxa per il Centro Informazione Birra - CIB di AssoBirra (l'associazione dei produttori di birra e malto):
«Durante le festività natalizie si evidenzia un tendenziale - precisa Alfredo Pratolongo, presidente AssoBirra -  ma sempre moderato, aumento medio settimanale del consumo di birra, che passa da circa 2 volte a settimana a 2,3, preferendola in accompagnamento con il cibo, durante la cena (67%), l’aperitivo serale (43%) e il pranzo (31%). Con un’evidenza su tutte: persino durante il tradizionale pranzo di Natale la birra non abbandona la tavola. Un italiano su due ha, infatti, abbinato la “bionda più amata” ad un pranzo delle feste, ma non solo, il 78% del campione dichiara di voler festeggiare abbinando la birra ai propri piatti preferiti. Anche durante il cenone di Capodanno la birra diventa protagonista: il 30% degli italiani ha infatti brindato con la birra, percentuale che cresce al 43% se si guarda alla Gen. Z. Un modo anche per rinnovare la tradizione, secondo il parere del 64% degli intervistati».

«La birra è ormai entrata a far parte delle nostre tradizioni, ritagliandosi una centralità anche durante le festività natalizie - dichiara Andrea Bagnolini, direttore generale di AssoBirra - e un ruolo da protagonista in tavola durante la cena della Vigilia e il pranzo di Natale, in abbinamento ai piatti tipici. Ma non solo, abbiamo visto quanto la birra possa essere un’idea apprezzata per un regalo originale, che può far scoprire ai consumatori un nuovo lato della bevanda, un interesse che, come AssoBirra, ci auguriamo continui a crescere. La birra genera un significativo valore sociale per il nostro Paese perché è entrata a pieno titolo nelle abitudini di consumo moderato degli italiani e nelle loro occasioni di convivialità, e questi ultimi dati ne sono un’ulteriore conferma. L’Italia, oltre a ricoprire un modello di produzione ed export, rappresenta quindi un esempio virtuoso per il consumo della birra: infatti, grazie alla sua leggerezza, alla varietà e al gusto, si può accompagnare a tutti i pasti, con un consumo che si inserisce in uno stile di vita improntato al benessere e all’equilibrio, nel corso di tutto l’anno”.

Ventesima edizione di Forst Birra di Natale

Birra di Natale Forst Limited Edition è di nuovo disponibile nell'attesa versione da collezione in vetro decorato da 2 litri, anche questa volta con un dipinto fatto a mano dall’artista Franz. J. Platter, realizzato in occasione della storica ricorrenza, il Ventesimo Compleanno.

 

La decorazione artistica si ispira ai simboli di Birra Forst, riportando numerosi elementi decorativi: per la festa di Natale, tre angeli cherubini portatori di speranza, fede e carità si librano sugli elementi di Birra Forst, tre abeti decorati con stelle brillanti che rappresentano i vent'anni della Birra di Natale Forst.

Anche le tre corone sul fusto di birra brillano d'oro. Lo stemma della corporazione dei birrai e delle malterie, nell'angolo sinistro, e lo stemma Forst, nell'angolo destro, riflettono la tradizione della birra altoatesina di Lagundo (Bolzano). La pietra di zaffiro blu, finemente incastonata, è dipinta con la stella del birraio color oro, che ha uno stretto legame cristiano con il Natale e ne trasmette lo stesso messaggio.
Fatto a mano, il dipinto viene fissato alla bottiglia da 2 litri attraverso diverse fasi molto elaborate e mediante processi di cottura, rimanendo fedele all'originale e perfettamente riconoscibile nei dettagli.
La Birra di Natale Forst (5,2% alc) può vantare un bel colore ambrato e un gusto piacevolmente luppolato e maltato, una spuma dalla fine alveolatura e viene imbottigliata nel piccolo impianto di produzione in botti di Birra Forst.

Birra Forst è stata la prima azienda italiana a introdurre venti anni fa la tradizione nordica della Birra di Natale o Christmas Brew, proponendola come ideale accompagnamento alle gustose pietanze tipiche e saporite di questo momento dell’anno. Per la sua degustazione è disponibile un boccale natalizio dai caldi colori festivi quali il rosso, il verde e l’oro.
Oltre alla rinomata bottiglia da 2 litri in vetro, Birra di Natale Forst è disponibile anche in fusti da 15 e 30 litri, nel pratico fustino Forsty da 12,5 litri, in bottiglie da 33 cl e nella Valigia di Natale (novità 2023) idea regalo che comprende 3 bottiglie da 33 cl, due boccali da 20 cl e una serie di accessori in tema.

Christmas Beer o Birra di Natale, la rossa di Menabrea

Birrificio attivo più antico d’Italia, Menabrea (gruppo Forst) torna con la sua speciale Christmas Beer o Birra di Natale per celebrare le feste con il gusto speciale di una birra che viene prodotta esclusivamente per le feste.
La ricetta di Natale dell’antico birrificio di Biella è una speciale rossa di antica tradizione, dal tenore alcolico non troppo elevato, (5,2% alc) caratterizzata da una spiccata aromatizzazione, ottenuta con l’impiego di malti speciali.
Oltre alla tradizionale bottiglia da 2 litri con tappo meccanico e le bottiglie da 33 cl, quest’anno Menabrea presenta, oltre al Fusto da 15 litri, il Mini Fusto da 5 litri da portare direttamente in tavola. Oltre alla classica scatola in cartone con 10 bottiglie da 33 cl, sono disponibili confezioni regalo come Christmas Box con 6 bottiglie da 33 cl e 2 bicchieri personalizzati.

Theresianer Winter Beer, omaggio alle Dolomiti

Theresianer rende omaggio al fascino delle Dolomiti e alla magia della loro luce cangiante con gli ormai iconici Winter Beer e Calendario dell’Avvento 2023.
Doppio malto non filtrata ad alta fermentazione (9% alc), Winter Beer Theresianer è leggermente speziata, con deliziosi profumi di frutta secca e delicate note di tostato. Da assaporare in abbinamento a formaggi stagionati o con cioccolato fondente, si rivela anche come birra da meditazione. Per l’inverno 2023 Winter Beer è disponibile anche in una elegante confezione regalo in scatola bianca che racconta i colori delle Dolomiti d’inverno, e con il profilo di un maestoso cervo.
La stessa visione ha il Calendario dell’Avvento 2023 che svela nelle sue caselle tante sorprese per 24 giorni di degustazioni nella miglior tradizione birraria mitteleuropea. Un percorso nel gusto fino al gran finale della Vigilia di Natale: l’esclusiva Winter Beer in edizione limitata ed esclusiva formato 33 cl.
L’offerta natalizia si amplia ulteriormente quest’anno con nuovi Gift Pack: il prezioso distillato di birra Bierbrand è accompagnato da due bicchieri da degustazione dal design elegante ed iconico, mentre Theresianer Gin, il distillato che vanta il luppolo tra i suoi botanical, è proposto insieme ad una coppia di calici balloon personalizzati, ideali per preparare i migliori cocktail.

Compagnia dei Caraibi distribuisce Right Beer Testadariete Père au Chocolat

Il nome Père au Chocolat (Babbo al Cioccolato) è una crasi tra Père Noël e Pain au Chocolat, un nome che richiama il Natale e rievoca il sapore dei dolci da forno con aggiunta di pere e cioccolato.
Birra scura (tonaca di frate) di ispirazione belga (9,5 % alc), è arricchita da una purea di Pere Williams, da un blend di Cacao purissimo Bio e da un grist di malti selezionati per valorizzare le sensazioni di cioccolato. Di gusto dolce, ben bilanciato, presenta aromi di pera (ovviamente), frutta sotto spirito, frutta secca, note tostate e cioccolato.

Testadariete è una Beer Firm cooperativa; ogni ricetta è brassata a quattro mani, è pensata per dare spazio alla creatività dei migliori mastri birrai italiani ed è esclusiva del catalogo Right Beer.

Azienda specializzata nella distribuzione di birra artigianale italiana, Right Beer è entrata a far parte di Compagnia dei Caraibi ad aprile 2022. Con oltre 500 referenze firmate da 17 produttori artigianali di eccellenza, dal nord al sud della Penisola, Right Beer è diventata un riferimento nella divulgazione della cultura birraria e della qualità della birra artigianale italiana.

Nöel Orange & Cacao, un dolce liquido firmato Baladin

Noto per la sua inarrestabile creatività, Teo Musso titolare del Birrificio Artigianale da Filiera Agricola Italiana Baladin di Piozzo (Cuneo) ha firmato per questo Natale Nöel Orange & Cacao, birra scura tonalità colore tonaca di frate (Ebc 50), con una schiuma compatta e cremosa.
I profumi delle fave di caco e delle scorze di arancia dolce si armonizzano con i sentori del tris di malto torrefatto (orzo, grano e avena) e frutta secca, mentre il gusto amaricante del luppolo (coltivato in proprio) lascia in bocca un equilibrato retrogusto tra dolce e amaro (8,5% alc, Ibu 20-24). Disponibile in bottiglia da 75 e 150 cl, oltre che in fusto da 24 litri.
Sempre perseguendo l'obiettivo di utilizzare il più possibile ingredienti di territorio (coltivati in proprio o altrui), Baladin l'anno scorso ha presentato una birra unica come Nöel Gentile edizione 2022 ricavata dalla lavorazione della nocciola tonda gentile coltivata in Piemonte.

L'Orso Verde rilancia Chocotale con purea di pere e grue di cacao

Con una colorata etichetta animata da elfi (firmata dall'agenzia The Goodman) e ispirata al libro (e film) La Fabbrica di Cioccolato e al suo protagonista Willy Wonka, Il Birrificio L'Orso Verde di Busto Arsizio (Varese) ha rilanciato Chocotale anche per il Natale 2023, puntando sugli ingredienti che hanno caratterizzato il successo di questa doppelbock a bassa fermentazione color mogano con riflessi rubino: purea di pere e e grue di cacao (7,9% alc, Ibu 23, bottiglia 50 cl). Ben distinti si fanno notare gli aromi di caramello, pera, cioccolato, nocciola, frutta candita, tutti presenti in vari dolci tipici di Natale, con i quali si abbina perfettamente.

Nello scaffale QBA-Quality Beer Academy si aggiunge Delirium Christmas

Non poteva mancare a questa breve rassegna la presenza di una specialità belga nota per il disegno in etichetta dell'Elefante Rosa e per il forte carattere, di gusto oltre che alcolico (10% alc). Prodotta a Melle nelle Fiandre (Belgio) da Brouwerij Huyghe e distribuita da QBA-Quality Beer Academy di Genova, Delirium Christmas/Nöel è infatti una birra ambrata (26 Ibu), della tipologia Belgian Winter Ale, dal bouquet aromatico complesso che presenta note dolci, caramellate, fruttate e speziate, con un finale secco lievemente amaro., proposta nella bottiglia "verniciata" in grigio da 33 o 75 cl.
Un'idea per Natale? Aromatizzate la crema che accompagna di solito il panettone o il pandoro con una dose di Delirium Christmas.
«Gli elementi da tenere in considerazione - afferma Lorenzo Bossi, Brand Manager di Quality Beer Academy - nella produzione di questa birra celebrativa sono i malti caramellati che servono per ottenere il giusto colore rosso e le note aromatiche. Oltre al bouquet aromatico realizzato con cannella, chiodi di garofano, anice stellato, cardamomo, coriandolo e bucce di agrumi».

Corsa di Babbo Natale con Birra Dolomiti delle Feste

Come consuetudine quest'anno il lancio di Birra Dolomiti delle Feste (marca top della storica Birreria Pedavena 1897 di Feltre - Belluno) è coincisa con la tradizionale Corsa di Babbo Natale (3 dicembre) tra i Mercatini Natalizi del Parco della Birreria Pedavena, evento organizzato insieme con l’Associazione Giro delle Mura “Città di Feltre”, la Pro Loco di Pedavena sotto l’egida del CSI, con il patrocinio dei Comuni di Pedavena e Feltre.
La manifestazione si divide in corsa competitiva (12 km) e passeggiata/camminata ludico motoria (6 km) nei tradizionali costumi rossi da Babbo Natale su due percorsi, parzialmente chiusi al traffico, con partenza dalla fabbrica della Birreria Pedavena e arrivo nel villaggio dei mercatini natalizi nel parco della Birreria.
Birra ambrata dai riflessi ramati Birra Dolomiti delle Feste è una lager speziata con scorze di arancia amara con tenore alcolico medio (7%), Birra Dolomiti delle Feste è caratterizzata, oltre che da sentori agrumati, da quelli speziati grazie all'utilizzo in dry hopping (luppolatura a freddo) di luppoli americani. Disponibile solo in eleganti bottiglie magnum da 1,5 litri.

Vergogna! La Verguenza XMas del Birrificio Menaresta

La Verguenza XMas è la birra di Natale del Birrificio Menaresta. In lingua spagnola “verguenza” equivale a “vergogna” e infatti il claim scelto dai mastri birrai di Carate Brianza è “Vergogna! Non cambi mai!” a indicare che la sua ricetta base è sempre la stessa, la Double Ipa La Verguenza (8,5% alc), ma i cui luppoli cambiano di volta in volta (quest’anno è El Dorado dagli aromi di frutta tropicale), a secondo della ricorrenza o della stagione. Decisamente controcorrente rispetto alle tradizionali birre di Natale, dolci, corpose e speziate. Disponibile in lattina 33 cl, bottiglia 75 cl, magnum 150 cl e in confezione regalo “Lattinone”.

 

 

 

Verso la tappa di Sorrento di Baritalia con gli Syrup DOuMix?

Doumix
La gamma dei 12 sciroppi per la miscelazione Syrup DOuMIX? by Mec3, tra i prodotti protagonisti della nuova edizione di Baritalia

Della presentazione della gamma di prodotti DouMIX? abbiamo parlato in un precedente  articolo nel nostro sito. Qui presentiamo la linea dei prodotti Syrup di DOuMIX?, sponsor della prossima tappa di Sorrento di Baritalia by Bargiornale.

In tutte le tappe di Baritalia sarà presente anche la gamma di prodotti Squeeze by DOuMIX?, premix creati per cocktail, mocktail e drink aromatizzati, con frutta pronta da squeezare. Nel paniere di Sorrento sono presenti tre referenze della gamma Squeeze: Lemon Lime Sweet&Sour, Yuzu e Mixed Berries.

Alla creazione di drink, ricette a base latte e caffè DOuMIX? dedica Syrup, la linea di sciroppi ad alta concentrazione che, con poche gocce, arricchisce di gusto ogni preparazioni con ben 12 referenze: Amaretto Flavour, Blue Unicorn, Caramel Flavour, Cinnamon, Elderflower Flavour, Green Mint, Grenadine Flavour, Hazelnut Flavour, Mint, Rose, Pink Unicor, Vanilla Flavou.

Riportiamo anche la ricetta del signature drink proposta alla tappa di Lecce di Baritalia by Bargiornale che vede l'esclusiva collaborazione di DOuMIX? e Organics by Red Bull.

Purple Up
Ingredienti
30 ml DOuMIX? Syrup Grenadine Flavour
20 ml succo fresco di limone
top Organics Purple Berry by Red Bull
Preparazione
Direttamente nel tumbler con ghiaccio, mescolare. Guarnire con foglie di menta, frutti rossi e gelatina di purple berry.

Claudia Ciacci nuovo General Manager di Royal Unibrew Italy

Ingegnere gestionale, Ciacci ha ricoperto lo stesso ruolo in Branca International e in Royal Unibrew Italy sostituisce Søren Christian Jørgensen

Cambio al vertice in Royal Unibrew Italy, dove arriva Claudia Ciacci in qualità di nuovo General Manager, a riporto diretto del Ceo del gruppo, Lars Jensen.
Ciacci, che già aveva ricoperto lo stesso ruolo in Branca International, dove ha lavorato dal 2016, è entrata a far parte di Royal Unibrew il 1 ottobre 2024 sostituendo Søren Christian Jørgensen che ha preso il ruolo di VP Business Development all’interno del team Group Business Development. Il gruppo danese Royal Unibrew in Italia è presente con i marchi di birra Ceres, Faxe, con i softdrink a marchio Lemonsoda e Oransoda e con gli energy drink Lemonsoda Energy e Crazy Tiger.

Ingegnere gestionale, laureata all’Università La Sapienza di Roma, Claudia Ciacci ha lavorato come Analista Finanziario presso Procter & Gamble (dal 2008 al 2012), quindi come Project Manager presso Roland Berger Strategy Consultants (dal 2012 al 2016), per poi entrare nel mondo del beverage con il suo ingresso in Branca, dove dal 2016 in poi ha ricoperto diverse posizioni: Chief Operating Officer, Strategic Planning & Business Development Director fino alla nomina come General Manager Italia.

Buona anche la decima per ShowRum

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Oltre 2700 i visitatori e 58 brand hanno preso parte alla decima edizione del festival dedicato al rum e alla cachaca che quest'anno ha debuttato a Bologna. Con un format ancora più ricco

Buona anche la decima per ShowRum. Oltre 2700 i visitatori, dei quali oltre la metà operatori del settore, che hanno preso parte all’edizione 2024 del festival dedicato al rum e alla cachaca, quest’anno al suo debutto a Bologna, nuova casa della manifestazione, dove è andata in scena presso il Binario Centrale - Spazio DumBO. Numeri, che già eguagliano l’affluenza delle edizioni precedenti a Roma, confermando la due giorni, fondata e diretta da Leonardo Pinto, tra i maggiori esperti di rum, come evento di riferimento nazionale e internazionale per il mercato dei distillati a base canna da zucchero. E che inoltre mostrano anche il potenziale di sviluppo futuro offerto dalla nuova sede.

Come da tradizione, la manifestazione anche quest’anno ha proposto il suo viaggio nel mondo dei due distillati, con 58 marchi presenti nell’area espositiva e centinaia di etichette, tra rum tradizionali, agricole e cachaça, che i visitatori hanno potuto conoscere e degustare guidati da master distiller, brand ambassador ed esperti. Visitatori che hanno potuto approfondire le conoscenze sulla cultura dei distillati, grazie alle 7 mastrerclass in programma, andate tutte sold out.

L'area tematica Brasile

Ma la decima edizione di ShowRum si è caratterizzata per una serie di novità che ne hanno arricchito il format. Tra queste l’area tematica sul Brasile dedicata alla cachaça, dove, oltre alla degustazione dei prodotti presso i desk dei brand presenti, professionisti e appassionati hanno potuto apprezzare il distillato in miscelazione grazie a un bar tematico, curato dal 40139 Garden Bar di Bologna, e approfondirne le conoscenze nella zona masterclass a cura di Marco Graziano.

A tutta mixology

E proprio il maggior spazio acquisito dalla miscelazione è stato un altro elemento di novità della kermesse, con ben tre aree, coordinate da Paolo Sanna, dedicate ai cocktail e ognuna focalizzata su un differente filone della mixology legata al rum: il Tiki Bar, guidato da Gianni Zottola con il suo staff; il Tropical Bar, affidato al Freccia Bar di Piumazzo (Modena); lo Speakeasy Bar, curato dal Cotton Club di Modena.

Gli eventi serali

Miscelazione che è stata anche la protagonista di Drink Around, il nuovo format di eventi serali che ha coinvolto otto cocktail bar di Bologna che hanno ospitato dietro il loro bancone guest bartender da tutta Italia. Un percorso tra i locali cittadini all’insegna della cultura del rum che ha preso il via dal Sentaku Izakaya, con ospiti Natale Palmieri di Cinquanta - Spirito Italiano di Pagani (Salerno) e Vincenzo Crisconio del Dry Milano, dal Bamboo con Roberto Galiano del CarloQuinto di Monopoli (Bari), e dal Donkey con Mattia Schiaretti del Choice di Parma. Proseguito con la serata al Ruggine con Maurizio La Spina e al Macondo con Adrian Cristian del Dialogue Lounge Bar di Brescia. E concluso con quelle all’Angolo B con Giulia Guizzardi del Triplo di Roma e al Volare con Jimmy Bertazzoli e Marco Gennari dell’Aguardiente di Marina di Ravenna.

I premiati Best in class

Anche quest’anno a ShowRum sono state premiate le migliori etichette di rum e cachaca, le cosiddette Best in class, giudicate da un panel di 11 degustatori in modalità alla cieca. Ben 16 le categorie analizzate, distinte per tipologia di alambicco, il metodo, gli anni di invecchiamento e la materia prima utilizzata. Ecco l’elenco completo:

  • 100% Fresh Juice <1 y.o.- Labourdonnais Blanc Original Rum
  • 100% Fresh Juice 1-3 y.o. - Mauricia Heritage Rum Ambré
  • 100%Fresh Juice 3-6 y.o. - HSE VSOP
  • 100%Fresh Juice > 6 y.o. - Barbancourt Rhum 15 y.o.
  • Cachaça Prata - Magnifica Cachaça Bica de Alabique
  • Cachaça Amarzenada - Cachaça Blu Amburana
  • Traditional 100% Column 4-7 y.o. - Ron Abuelo 7 y.o.
  • Traditional 100% Column 8-12 y.o. - Ron Abuelo XII Three Angels
  • Traditional 100% Column >12 y.o. - Zafra Rum Master Reserve 21 y.o.
  • Traditional Pot Still & Blended <1 y.o. - Worthy Park Rum Overproof
  • Traditional Pot Still & Blended 4-7 y.o. - Mount Gay Black Barrel Rum
  • Traditional Pot Still & Blended 8-12 y.o. - El Dorado Rum Single Still Versailles
  • 2009
  • Traditional Pot Still & Blended >12 y.o. - El Dorado Rum 15 y.o.
  • Traditional Pot Still & Blended No Age Declared - Mount Gay Eclipse Rum
  • Embargo Esplendido Rum Anejo - Embargo Esplendido Rum Anejo
  • Spiced / Flavoured Rum - Black Tears Spiced Rum

Bar Convent Berlino, gli appuntamenti da segnare in agenda

BCB pubblico generica
@BCB
Dal 14 al 16 ottobre la bar industry si riunisce a Berlino. In programma tanti momenti di formazione e speech di esperti e leggende del settore

Si svolge dal 14 al 16 ottobre, tra pochi giorni, l'edizione 2024 di Bar Convent Berlino. Il trade show internazionale dell'industria bar e beverage prevede di attirare migliaia di visitatori professionali a Berlino, con 533 espositori e partner e 12 mila ingressi attesi. Come ogni anno, anche durante questa edizione di BCB la formazione sarà al centro del programma del trade show, con il consueto contorno di presentazioni di prodotto e occasioni di networking. I visitatori potranno assistere a un'ampia varietà di presentazioni e workshop su un totale di sette tra palchi e aree didattiche.

Dall'estetica del bar alla "lettura" della sala

Angus Winchester, Head of Education della fiera, spiega: «Il programma didattico di quest'anno è solido e innovativo: interventi di leggende del settore, nuovi relatori provenienti da settori correlati e uno stage format completamente nuovo con l'area workshop. Sul palco principale abbiamo leader come Leo Robitscheck del gruppo di hotel e ristoranti Nomad, che tratterà delle esigenze e dell'estetica del bar del ristorante. Il vincitore dell'Hospitality Award 2024 Keith Motsi del Virtu bar di Tokyo esporrà la sua filosofia di lettura della sala e Jean Trinh (Alquimico Bar di Cartagena) parlerà della necessità di costruire comunità durature nelle città. Inoltre, Alex Francis (ex Little Red Door di Parigi) proseguirà illustrando i preparativi e le problematiche dell'apertura di un nuovo bar in uno dei mercati più importanti del mondo».

BCB bartender generica
@BCB

Come preservare mente e fisico, come motivare i top performers della squadra

Il benessere fisico e mentale è uno dei grandi temi cari alla bar industry, specie alle generazioni più giovani. Sempre tra i talk di interesse in ottica di crescita e formazione personale, ci saranno Merly Kammerling dell'agenzia britannica Well & Being, a fornire consigli su come rilassarsi con efficacia dopo serate impegnative per evitare problemi fisici e mentali. Inoltre, lo psicologo dello sport Nick Wykes parlerà di come motivare gli élite performers in una squadra. Previsti anche diversi panel sulla genitorialità nel settore e sulle capacità di negoziazione, il lavoro delle donne e delle minoranze.

Conclude Winchester: «Sono previsti interventi a sé stanti da parte di relatori come Priyanka Blah e Yash Bhanage, che tratteranno la crescita dell'India come mercato chiave dell'ospitalità. Altre sessioni riguarderanno l'accesso o la progettazione di una formazione efficace per i barman e toccheranno la nuova ondata del tema sostenibilità, come dimostrato dal bar Line di Atene, che sta segnando la strada da seguire in un mondo nuovo e complesso».

Temi tecnici in un'area tutta nuova

I visitatori affezionati di BCB noteranno alcune innovazioni nei concept degli stage: per la prima volta, il Main Stage sarà situato nella Rotonda del Padiglione 16, dove i visitatori potranno assistere a presentazioni e panel. Il nuovo BCB Workshop Stage darà inoltre ai visitatori l'opportunità di partecipare in prima persona. Focus sull'interazione e agli elementi pratici. I workshop tratteranno, infatti, argomenti come la guarnizione, la fotografia e le riprese video dei cocktail, la carbonatazione, la creatività e i sapori, tutti tenuti da esperti e autori di fama. Insomma, il programma di Bar Convent Berlino si presenta denso di contenuti. Un preambolo alla prossima puntata, che vedrà la manifestazione approdare a Londra nel 2025 (si attende l'annuncio delle date proprio durante la manifestazione nella capitale tedesca).

Il settimo sigillo di Ferrari a The Champagne & Sparkling Wine World Championships

Ferrari Trento 2024
Per la settima volta, la quarta di seguito, la cantina trentina si aggiudica il titolo di Produttore dell'anno nel più prestigioso concorso al mondo dedicato alle sole bollicine

E fanno sette! Tanti sono i trionfi di Ferrari Trento, incluso quello di quest’anno, a The Champagne & Sparkling Wine World Championships, la più autorevole competizione al livello globale dedicata alle sole bollicine. Concorso che in questa edizione, la undicesima, ha visto in gara circa un migliaio di etichette di 20 Paesi e dove la cantina trentina si è aggiudicata per la quarta volta di seguito il titolo di Sparkling Wine Producer of the Year: un poker di vittorie che si somma ai successi ottenuti nel 2019, nel 2017 e nel 2015.

Un riconoscimento che premia l’eccellenza e la costanza qualitativa della cantina del Gruppo Lunelli, che anno dopo anno si conferma ai vertici del panorama enologico internazionale. Ben 18 in totale le medaglie conquistate dai suoi Trendodoc quest’anno, delle quali 13 di oro, dai non millesimati, come il Ferrari Brut, passando per la linea Maximum e la linea Perlé, fino al Ferrari Riserva Lunelli e al Giulio Ferrari, e 5 di argento. Risultati che evidenziano la capacità della Casa di esprimere al meglio le potenzialità del territorio declinandole in un’ampia gamma di etichette, ciascuna con una propria identità ma coerenti nello stile.

«Vincendo il titolo di Producer of the Year per la quarta volta consecutiva e per ben sette degli undici anni della competizione, Ferrari Trento diventa il produttore di bollicine di maggior successo del pianeta! – ha commentato Tom Stevenson, fondatore e presidente dei Campionati del Mondo delle Bollicine e fra i massimi esperti di champagne al mondo -.  A differenza di altri premi, questo è unicamente basato sul numero di medaglie vinte, il che rende ancora più notevole la costanza, anno dopo anno, con cui viene raggiunto un livello di qualità così elevato, sia nei formati standard sia nei formati magnum, ma soprattutto in tutta la gamma».

Bollicine italiane le più premiate

Ma non solo, perché le medaglie conquistate da Ferrari Trento hanno contribuito al trionfo più generale delle bollicine italiane. L’Italia è stata infatti il Paese più titolato, con 70 medaglie di oro e addirittura 123 di argento, davanti a Francia, Australia, Spagna e Regno Unito. Inoltre, anche questa edizione di The Champagne & Sparkling Wine World Championships ha confermato la Trentodoc come la denominazione italiana più premiata, con 73 medaglie, delle quali 29 ori e 44 argenti.

Le etichette Ferrari Trento premiate

Tornando nello specifico a cantine Ferrari, ecco le 13 etichette premiate con l’oro: Ferrari 2015 Perlé Nero Riserva Magnum, Ferrari NV Maximum Blanc de Blancs Magnum, Ferrari 2017 Perlé, Ferrari 2015 Riserva Lunelli, Ferrari 2015 Perlé Bianco Riserva Magnum, Ferrari 2012 Giulio Ferrari Riserva, Ferrari 2012 Perlé Magnum, Ferrari 2009 Riserva Lunelli, Ferrari 2016 Perlé Nero Riserva, Ferrari NV Maximum Blanc de Blancs, Ferrari NV Brut, Ferrari 2018 Perlé e Ferrari 2016 Perlé Bianco Riserva.

Mentre ad aggiudicarsi l’argento sono state: Ferrari NV Brut Magnum, Ferrari 2017 Perlé Nero Riserva, Ferrari 2015 Giulio Ferrari Riserva, Ferrari NV Maximum Rosé e Ferrari 2017 Perlé Rosé Riserva.

Velier punta sull’agave e inserisce in portfolio la gamma di mezcal Los Siete Misterios

Definito il mezcal più trendy del 2024, il progetto dei fratelli Mestre ha all'attivo quattro linee, nate da un progetto di sostegno all'economia locale

Una constatazione, guardando i trend di mercato, e una notizia, giungono entrambe da Velier: i distillati di agave, tequila e mezcal in testa, stanno sempre più conquistando spazio sul mercato degli spirits e nelle bottigliere, ed è per questo che Velier prosegue nella sua selezione di etichette "echo en Mexico" e inserisce nel suo portfolio la gamma di mezcal Los Siete Misterios, votato come il mezcal più trendy del 2024 nel prestigioso report di Drinks International. Una notizia che va di pari passo con il crescente interesse da parte dei buyers internazionali per il mercato del tequila e mezcal: Fortune Business Insights, società che monitora le migliori opportunità di investimento, a proposito del mercato del tequila, ha stimato che nel 2023 ha sfondato la soglia dei 10 miliardi di euro e che si prevede arriverà a 16,5 mld entro il 2032, con un tasso di crescita annuo del 5,9%. Se è vero che il traino principale è il Nord America, anche in Italia il fenomeno è in forte crescita: i dati nazionali parlano di un aumento dei volumi del 7,4% per il tequila dal 2018 al 2023 e del 22,7% per il mezcal.

Frutto dell'intuizione di due fratelli, Eduardo e Julio Mestre, Los Siete Misterios è un progetto nato nel 2010 con una serie di viaggi fra Puerto Escondido a Oaxaca City: qui i due si accorgono della grande diffusione della coltivazione dell'agave e della produzione di mezcal, ma spesso in maniera talmente artigianale che i mezcaleros non riesconono ad accedere al disciplinare, per ottenere la dicitura "mezcal". Da lì l'idea di creare una rete, da cui comprare l’agave a un prezzo equo, vale a dire superiore a quello medio, trasformandolo poi nella distilleria costruita a Sola de Vega. Inoltre per mitigare gli effetti negativi di un consumo eccessivo di agave selvatica, Los Siete Misterios assiste i mezcaleros nell’introduzione di buone pratiche di addomesticazione di alcune varietà. L'obiettivo, dalle forti connotazioni etiche, è la tutela della microeconomia locale, e la salvaguardia dell'agave selvatica e dell'ecosistema in cui cresce.

«

Esistono tre tipi di agave - spiega Eduardo Mestre - selvatica, coltivata e addomesticata. In quest’ultimo caso noi piantiamo l’agave, osserviamo come si riproduce e in quali tempi, e replichiamo il processo per cercare di ottenerne maggiori quantità». Los Siete Misterios utilizza un 90% di varietà addomesticate o coltivate, per le quali la distillazione avviene in copper pot (alambicchi in rame); l’agave selvatica viene utilizzata solo in rarissimi casi, quando la distillazione avviene in clay pot (alambicchi di terracotta tradizionali). Anche i metodi di produzione sono rigorosamente artigianali: cottura dell’agave in forni sotterranei tradizionali, macinatura con mazze di legno o con il sistema Tahona, fermentazione naturale a partire da lieviti autoctoni e poi distillazione doppia, che diventa tripla nel caso del Pechuga. Per rispettare i rigorosi requisiti qualitativi i mezcaleros sono incoraggiati a lavorare ai loro batch nella distilleria di Sola de Vega, per portarli poi nei loro palenque nelle fasi finali.

Quattro le lineeche compongono la gamma dei mezcal Los Siete Misterios: Doba-Yej (44% Abv, il cavallo di battaglia della distilleria, viene distillato a Yautepec, Santiago Matadan e San Dionisi in Oaxaca, per poi essere assemblato nella distilleria di Sola de Vega); Gamma Ensamble (miscela di diverse agavi, che segue tradizioni ancestrali); Pechuga (mezcal celebrativo distillato una terza volta con petto di tacchino, frutta e spezie. Si tratta di aggiunte scelte dalla madre di Eduardo e Julio, Doña Ángeles. Pensato come omaggio alle passate generazioni di Maestro Mezcaleros, ha una produzione annuale di soli 500 litri e una ricetta unica ogni anno); Clay Pot Mezcal  (qui si utilizzano sole agavi selvatiche e la distillazione avviene in alambicchi di terracotta).

Dal 2021 Los Siete Misterios ha unito le forze con Chatham Imports, fornitore di superalcolici e vini. Si tratta di una joint venture paritetica, in cui la società madre di Michter’s Distillery segue l’importazione e la vendita nel mondo, mentre i fratelli Mestre si occupano della produzione in toto e delle vendite in Messico. A questo si aggiunge, oggi, l'ingresso nel catalogo Velier, che già conta la presenza dei mezcal della gamma Palenque Spirits (un progetto di Luca Gargano) e di Alipus.

E siamo a dieci, di dieci

Il mondo bar lo immaginiamo nel fuori casa, pochi sanno che nasce in casa da piccoli gesti diventati routine del vivere comune. Sul piano
di lavoro delle cucine casalinghe sono nate idee che poi hanno preso vita grazie a barman esperti spalle alla bottigliera. Giudici incorruttibili, amici e parenti.

Dieci anni fa Bargiornale approdava nel Gruppo Editoriale Tecniche Nuove. L’ho ripetuto molte volte e non mi esimerò in questa sede, della “bibbia del bar” ero sempre stato un abusivo lettore.

Abbiamo portato innovazione nel modo di comunicare, di presentarci e di coinvolgere una community consolidandola ancora di più.

Ecco allora la nascita di nuovi grafismi, linguaggi e percorsi per migliorare l’esperienza in tutti i momenti di consumo di un esercizio commerciale che nulla ha da invidiare alle logiche d’impresa. Iniziare a guardare il bar come una macchina complessa che basa il suo successo non solo sul layout e l’offerta di servizi ma soprattutto sulle capacità empatiche del team che lo governa.

Detesto gli anniversari, amandoli. Dieci anni fa nasceva l’idea di premiare voi, nostri lettori e attori di un mondo dove i problemi devono per forza restare sul marciapiede. Dieci anni di sorrisi e dieci anni di lacrime per non essere riusciti a vincere l’ambita categoria di Barawards. Ho visto la caparbietà di un giovane farsi adulto a furia di candidature per poi rendersi conto di aver esaurito quelle lacrime nel momento della vittoria.

Baritalia in decine di tappe, una carovana errante lungo la penisola che si porta dietro l’innovazione delle aziende e la curiosità di incontrare le persone dietro alla carta del giornale. Eh già, persone! Capitale umano fatto di donne e uomini che hanno scelto di raccontare la vostra professione scavando per trovare spunti, idee e novità che indirettamente servono ad allargare il sorriso e il portafoglio dei consumatori.

In mezzo a quell’umanità fatta di redattori, giornalisti e direttori c’era Claudio Bonomi, che anteponeva la signorilità e la sua anima all’uomo. Impossibile non accorgersi della differenza. Lo conobbi di sfuggita il giorno che diventai editore di Bargiornale, schivo, rispettoso delle posizioni restava spesso in silenzio ma, quando percepiva una seppur lieve minaccia al "suo giornale”, si faceva sentire con quel piglio che non lasciava spazio alle repliche. Claudio sarebbe andato in pensione chiudendo la “macchina” di questo numero, un male improvviso ce lo ha portato via.

Ci stavi già mancando, ci mancherai di più.

Sebastiano Villatora di Antico Caffè Torinese vince la Trieste Cocktail Week 2024

Da sinistra, i vincitori Rocco Porcelli di 040 Group e Sebastiano Villatore di Antico Caffè Torinese premiati da Filippo Vidiz di Freshmedia e Matteo Pizzoli di Bacardi-Martini
Terza edizione dell'evento Trieste Cocktail Week organizzato dall'agenzia Freshmedia che ha visto la partecipazione per la durata di una settimana dei barternder di 17 cocktail bar e i titolari di 2 ristoranti. Molti gli eventi collegati, dall'Opening Secret Party Lisjak alla mostra-degustazione Proposta Spirits, all'abbinamento gastronomico dei cccktail a base di Grappa Nonino.

Sebastiano Villatora, bartender dell’Antico Caffè Torinese, caffetteria storica (1919) del capoluogo giuliano, vince la Miglior Drink List della terza edizione della Trieste Cocktail Week, manifestazione dedicata alla miscelazione creativa, promossa a Trieste dal 9 al 15 settembre 2024.

La Drink List includeva cinque signature cocktail:
Pedocin (dedicato a uno storico stabilimento balneario triestino) composto da due parti: Bianca con Blu Lie Vodka, Amaro Seri Pervas, liquore al caffè SVN Senses, cordiale di caffè esausto e kefir;
Rossa con Visionair London Dry Gin all’olio di oliva Lisjak all’arancia (home made), Olio d'Oliva all'Arancia Lisjak, cordiale di Pesche di Fiumicello chiarificato, acqua di pomodori del Carso con con Olio di Oliva alle Erbe Lisjak (home made);
Miramare con Tequila, Whistler’s Storm, verjus triestino, soda al mais grigliato, crusca con sale e peperone;
Osmizza con Calvados, Grappa di Fragolino, Aperitivo Nonino, fichi fermentati, Ribolla Metodo Classico;
Carso con Gin, liquore alla santoreggia, amaro Heslop & Kaiser, Amaronauta, mela chiarificata, Co2;
Barcola con Lu lentu SeimilaMetriQuadri, distillato zero alcol, cordiale alla tonica, honey balsamic mix con miele millefiori e aceto balsamico, mirtilli chiarificati, acqua di mare.

Drink List Antico Caffè Torinese con il cocktail Pedocin

Rocco Porcelli, dello 040 Group (che raggruppa locali come Loft, live music & food; Pier The Roof sea restaurant; Zeroquaranta street food; Draw Food cocktail bar) si aggiudica invece la Speed Round sponsorizzata da Bacardi-Martini, la gara in scena domenica al Pier The Roof.
Una competizione dove cinque concorrenti si sono sfidati a colpi di bravura e velocità nelle miscelazioni. Sebastiano Villatora conquista anche il premio nella finalissima contro Porcelli, una sfida con una mistery box di ingredienti a sorpresa, da impiegare al meglio per formulare un drink sul momento.

Si chiude così una settimana di successo, all’insegna di cocktail e di grandi eventi, in una manifestazione nata per valorizzare i prodotti del territorio e per promuovere la conoscenza del settore della miscelazione e del bere in modo consapevole, in costante crescita di consensi e partecipazione tra gli operatori del settore, oltre a un pubblico di migliaia di clienti, triestini e turisti.

Grande soddisfazione nelle parole degli organizzatori, Alberto Polojac e Filippo Vidiz, soci amministratori dell'agenzia di comunicazione nel settore food & beverage Freshmedia

«L’evento sta diventando sempre più una manifestazione di riferimento non solo per la città, ma anche a livello nazionale - spiega Filippo Vidiz - vediamo e sosteniamo una continua crescita di una nuova generazione di bartender che esprime sempre di più la propria creatività e abbraccia appieno il concetto di hospitality, facendo del bene quindi anche al turismo»

«Siamo estremamente soddisfatti - sottolinea Alberto Polojac - anche se il vero ringraziamento va a tutti i locali e ai bartender che, con la loro creatività e passione, sono stati i veri protagonisti di questa straordinaria edizione della Trieste Cocktail Week. Il nostro team organizzativo non ha fatto altro che accendere i riflettori su di loro, offrendo un palcoscenico sempre più ampio per valorizzare il rispettrivo talento. Siamo molto soddisfatti anche per aver arricchito gli appuntamenti durante la settimana con momenti di degustazione e di abbinamenti tra cocktail e cibo, regalando un'esperienza ancora più completa ai partecipanti».

Trieste Cocktail Week quest’anno ha coinvolto complessivamente 17 cocktail bar, 4 ristoranti e 2 boutique:
040 Social Food
Antico Caffè San Marco
Antico Caffè Torinese
Bar Buffet Borsa
Corte Café
Draw Food
Harry’s Bar
La Muta
Mast
Mor Cocktail Bar
N’JOY Food & Drink
The Modernist Hotel
Pier The Roof
Rex Cafè Gourmet
Silk Bistrot
Urban Caffè
Wolf Bar
Trattoria Ai Fiori Ristorante
Cantina del Vescovo
Còntime
Eataly
Hotel Continentale
Magna Bistrò Italiano.

Con main sponsor come Distilleria Nonino e Proposta Spirits, Trieste Cocktail Week è stata organizzata dall'agenzia Freshmedia e Intraprendi (Associazione italiana Partite Iva) con la co-organizzazione del Comune di Trieste e di Trieste Convention and Visitors Bureau, oltre al supporto di IoSonoFriuliVeneziaGiulia, Federalberghi Trieste, Confcommercio Trieste, Fipe e Creativa. Media partner QB e Radio Punto Zero.

Cronaca dei principali eventi

Opening Secret Party
Grande festa d’inaugurazione della TCW 2024 la sera di lunedì 9 settembre presso la moderna azienda olearia Lisjak 1992 sul Carso Sloveno, a un passo dal confine con l’Italia. Fino all’ultimo il luogo dell’Opening Secret Party era rimasto riservato, tanto che era stata predisposta un’apposita navetta costituita da una serie di colorati e storici pullmini Zastava-Fiat 900 anni Sessanta brandizzati Old Lisjak 1992 per trasferire un centinaio di fortunati invitati.
La pluripremiata azienda olearia (con ramo vinicolo) Lisjak 1992 produce una trentina di specialità di Olio Extra Vergine ricavato da circa 27 cultivar istriani, per circa 300mila bottiglie.
Nel grande spazio accoglienza (piscina compresa) erano stati allestiti numerosi corner delle aziende main sponsor Distilleria Nonino e Bacardi-Martini, alle local excellence Theresianer Distilled Gin, Visionair London Dry Gin Toscana, H&K 1382 Amaro, Seri Pervas liquori, SVN Senses Coffee Liqueur, Blu Lie Vodka, Domina Venti Super Premium Vodka, Xedequa Innovative Spirits, Alibis Aperitivo.
Su tutti campeggiava il grande rimorchio americano Airstream da 15 metri, brandizzato LisjakExtraVirginOliveOil, equipaggiato con spillatori e forni per grandi eventi food e beverage.
Insieme al titolare Matej (Matteo) Lisjak, a presentare l’evento TCW 2024 intorno alla piscina, erano presenti gli organizzatori Alberto Polojac e Filippo Vidiz dell’agenzia Freshmedia e rappresentanti dei main sponsor Cristina e Antonella Nonino e Antonio Beneforti di Proposta Spirits, oltre a Francesco Meucci del ristorante Cantina del Vescovo di Trieste. La brillante colonna sonora è stata assicurata da DJ Wolf, accompagnato dal trascinante sax di Andrej.
Tra gli altri, erano presenti i bartender finalisti del concorso di idee per il Cocktail TCW 2024 come Rocco Porcelli (Pier), Angelica Puntini (040 Group), Giovanni Diomei (Draw), Sebastiano Villatora (Antico Caffè Torinese), Mohamed Izimer (Mast).

Mostra e degustazioni dei distillati e liquori Proposta Spirits
Presso Generali Convention Center, su viale Miramare di Trieste, martedì 10 settembre è stato organizzato l’evento Degustiamo Insieme Proposta Spirits, organizzato dalla grande azienda d’importazione e distribuzione di specialità alcoliche Proposta Vini di Pergine Valsugana (Trento). Organizzata dal titolare Andrea Girardi e dal figlio Gianpaolo, l’evento è stato coordinato dal direttore commerciale Spirits Antonio Beneforti. A esporre con i relativi banchi di assaggio erano presenti una trentina di aziende, nazionali ed europee, sulle oltre 350 aziende i cui prodotti sono distribuiti in 15mila punti horeca italiani.
Vi segnaliamo alcuni prodotti particolarmente interessanti.
Distilleria, brasserie, cave, bar & restaurant: Maison Jouffe 1850 è un produttore di Bretagna (Côte d’Armor, Francia) noto per le tante pluripremiate specialità di distillati, liquori e birre: Cognac Aoc Laurent Jouffe, Calvados Marcel & Léa Faucher, Ron Dominicano Orava, Pastis Brastis, birra Argwen Breton. Beaucoup de compliment Monsieur Laurent Jouffe!
Riccardo Izzi, Giovanni D’Andrea e John Wine della Fabbrica Liquori Izzi di Fondi (Latina) hanno presentato il loro cavallo di battaglia Amaro Erbes 1903, realizzato con erbe aromatiche certificate biologiche: Particolare attenzione all’ambiente; le bottiglie  sono in vetro 100% riciclato, le (moderne) etichette in fibre alternative alla carta; le chiusure in sugheo e carbone attivo privo di colle.
Dal 1839 Seri Pervas è il nome della distilleria triestina che ha mantenuto il gusto di coniugare tradizione e innovazione. Come sottolinea Tommaso Pedicchio, ad Amaro, Dry Gin e Vermut si è aggiunto Long Gin, omaggio all’Anno del Drago cinese,  un distillato con un mix insolito di botaniche come tè verde Banche, tè nero Darjeling, Pepe di Sichuan, Pepe di Timut, Pepe del Madagascar, scorze di bergamotto. (42% alc).
Whistler’s Storm è il nome di quattro Cold Brew Tea Liqueur a base di infusi di tè speciali: Earl Grey, Masala Chai (tè, latte e spezie), Lapsang Souchong Smoky e Assam Black, quattro fine pasto aromatici di 20% alc, presentato da Dom Richardson.
Veramente insolita e sostenibile la proposta Visionair London Dry Gin 100% Toscana di Ilaria Lorini e Stefano Clemente nella “borraccia” termica in acciaio da 50 cl di un acceso giallo, ricaricabile con una bag-in-box da 3 litri.

Masterclass Nonino Distillatori
Non poteva manca un evento di grande respiro come la Masterclass Nonino Distillatori organizzata martedì 10 settembre presso il prestigioso Harry’s Bar sulla centralissima piazza Unità d’Italia. Inaugurato nel 1972 da Arrigo Cipriani sull’esperienza dell’analogo locale di Venezia, Harry’s Bar è un elegante punto di ritrovo con un servizio di grande livello.
L’anno scorso la friulana Distilleria Nonino ha celebrato i 50 anni della rivoluzione della grappa monovitigno (la prima è sta ricavata dalle vinacce fresche di Picolit), messa punto da Giannola e Benito Nonino (recentemente scomparso). Antonella Nonino ha condotto brillantemente la degustazione di distillati di riferimento come Grappa Nonino Monovitigno Il Moscato, Grappa Nonino Monovitigno Lo Chardonnay in barriques 12 mesi, Grappa Nonino Riserva Antica Cuvée Aged 5 Years (da vinacce fresche di Merlot e Pinot Nero).  Ma non poteva mancare un importante servizio di grappa in cocktail preparata dal capobarman Francesco Ristagno.

Number Five
Ingredienti
2 cl Grappa Nonino Riserva Antica Cuvée Aged 5 Years
2 cl Liquore di Terrano (vino del Carso)
1,5 cl Liquore Maraschino Originale Luxardo
1 cl orzata
2 dash Angostura Orange Bitters
Preparazione
Mixing glass con ghiaccio, versare in calice raffreddato, guarnire con scorza di arancia.

Non poteva mancare un abbinamento gastronomico realizzato dagli chef Matteo Metullio e Davide De Pra a base di tartare di storione marinato con pepe rosa e sesamo non tostato.

Specialty Coffe con Alberto Polojac
Nella capitale italiana del caffè non poteva mancare un evento dedicato ai specialty coffee, tenuto dall’esperto Alberto Polojac. A Urban Caffè si possono trovare tanti specialty RoaTS, caffè monorigine che arrivano da tutto il mondo che vengono tostati in loco, utilizzati anche in creativi cocktail, dai twist on classic ai low alcool. Non poteva mancare la presentazione di SVN Senses, liquore al caffè messo a punto di recente da Bloom Specialty Coffee di Alberto Polojac, sulla base di partite di caffè provenienti dal Ruanda, raccolto da una cooperativa femminile.

Cocktail con Grappa Nonino protagonisti alla Trattoria Ristorante Ai Fiori
Non poteva mancare un abbinamento della grappa di qualità con la gastronomia di livello. Una pratica dimostrazione è stata offerta alla storica Trattoria Ristorante Ai Fiori guidata da Maria Giovanna Saletù e Alberto Saglio Ponci.
Dopo il brindisi di benvenuto di Antonella Nonino con il cocktail L’Aperitivo Nonino Botanical Spritz (4 cl L’Aperitivo, 4 cl bollicine, 4 cl tonic water) in calice doppio, è stata la volta del servizio di un piatto di Prosciutto San Daniele Dop 24 mesi con mostarda di fichi accompagnato con un calice di Grappa Nonino Cru Monovitigno Picolit.

Con il primo piatto Risotto al Limone è stato servito il cocktail Italiano realizzato con Grappa Nonino Monovitigno Moscato (2,5 cl), Cordiale Neroli 1,5 cl) e Ginger Ale Fever Tree (8,5 cl) in tumbler con ghiaccio, una ricetta firmata e resa famosa dai pluripremiati international bartender Alex Kratena e Monica Berg del cocktail bar londinese Tayer+Elementary.
Per accompagnare il dessert Bavarese alla Fava Tonka, la scelta è caduta sul cocktail Tiki Pirus firmato dal pluripremiato bartender Simone Caporale del Sips di Barcellona: 3 cl Il Pirus Nonino Williams (distillato di pere), 2 cl triple sec, 1,5 cl orzata, 2 cl succo di lime nel tumbler con ghiaccio.

Non potendo rinunciare a un ultimo cocktail della notte, ci siamo fermati lungo strada a La Muta, cocktail bar aderente alla Trieste Cocktail Week che esponeva, oltre alla Drink List dell'evento, anche una insolita Cocktail List Night con Alibis, Spumante di Sidro.
Abbiamo così brindato anche con Lucio Lesa, direttore commerciale Alibis, nel locale dedicato al soprannome di una storica tenutaria di bordello (Anni Cinquanta).

Dall’unione di 12 produttori nasce la “Carta Etica” del Vermouth Toscano

Un progetto per la tutela del Vermouth toscano, con regole di produzione che valorizzino il territorio e le tradizioni del vino fortificato locale

Obiettivo: sviluppare un disciplinare, per tutelare la qualità e l'autenticità del prodotto made in Tuscany. È con questo spirito che 12 produttori toscani di vermouth hanno deciso di abbracciare un insieme di valori condivisi e stilare la "Carta etica" del vermouth toscano. Ideatori del progetto, Enrico Chioccioli Altadonna (Winestillery), Tommaso Pieri (Duit) e il giornalista Federico Silvio Bellanca, che hanno coinvolto realtà produttive provenienti da cinque province (Firenze, Prato, Siena, Lucca, Grosseto e Livorno), unite dalla volontà di salvaguardare la tradizione secolare della fortificazione del vino.

Nel rispetto della regolamentazione europea già esistente, le 12 aziende coinvolte in questa impresa hanno deciso di autoimporsi ulteriori regole per definire in etichetta la dicitura "Vermouth Toscano", purché - sono queste alcune delle regole autoimposte dai firmatari - la produzione e l'imbottigliamento siano avvenuti entro i confini della Toscana, e anche il vino base del vermouth sia prodotto nella regione. Il passo successivo potrebbe essere il riconoscimento istituzionale, mediante denominazione Igt, che aiuterebbe anche a differenziarsi rispetto all'altra regione leader sul mercato del Vermouth, il Piemonte, riscoprendo le differenze storiche e produttive, come l'uso di vini rossi, invece che bianchi caramellizzati.

Le aziende firmatarie della Carta Etica includono: Winestillery (Gaiole in Chianti); Duit (Firenze); Nannoni Grappe (Civitella Paganico); Distilleria Elettrico (Livorno); Opificio Nunquam (Prato); Fermenthinks (Firenze); Vermouth Del Mugello (Barberino di Mugello); Senensis Spirits (Castellina in Chianti); Mr Liquor (Lucca); Tenuta Lenzini (Capannori); La Selva (Orbetello); Giochi di Spiaggia (Prato).

A supportare l'iniziativa ci sono anche importanti distribuzioni nazionali come Fine Spirit, Spirits e Colori, che si sono impegnate a usare il nome "vermouth toscano" solo per prodotti che rispettino i requisiti della carta etica.

I cocktail “da ascoltare” nel nuovo menù di Himkok

Himkok Main bar
Il bar più premiato di Norvegia lancia una lista da tredici cocktail, ciascuno interpretato da un musicista di Sony Music

Himkok lo ha fatto di nuovo. Come per ogni anno sin dall'apertura nel 2015, il pluripremiato cocktail bar di Oslo (decimo nell’ultima World’s 50 Best Bars) ha lanciato il nuovo menù arricchito dalla presenza di altre realtà norvegesi, questa volta collaborando con Sony Music.

Un anno di lavoro per una drink list che “suonerà” a sua volta dodici mesi, e segue la filosofia che da sempre informa la poliedrica proposta di Himkok: ingredienti locali, distillati di produzione propria e un collegamento profondo con la scena artistica del Paese.

In passato c'erano state collaborazioni con una pittrice e art designer, poi con un fotografo, un fashion designer (leggi La moda dei cocktail all’Himkok di Oslo). Per questo finire di 2024 la scelta è ricaduta su un team di musicisti targato Sony Music, che per ogni drink hanno realizzato una traccia, disponibile sulle piattaforme di streaming e ovviamente nella playlist di Himkok.

Sorsi e suoni

"Ingredienti norvegesi per artisti", fedeli all'ormai pionieristico lavoro del locale che, grazie alla presenza di una distilleria autonoma al suo interno, produce circa l'80% delle referenze alcoliche utilizzate nei drink, su tutte il tipico aquavit.

Sips and Beats, sorsi e suoni, per mettere in evidenza i talenti e le materie prime della città e del circondario. Ogni cocktail è descritto con l'ingrediente che lo contraddistingue: Thyme è un highball drink che miscela tequila, Himkok gin, e Italicus con del timo fresco, per un risultato erbaceo e brillante. A questo è stata abbinata una traccia del duo house Mat Duo, saliti alla ribalta durante la pandemia.

Quince è invece un cocktail autunnale, stagione sentitissima in Norvegia, arricchito dall'ultimo arrivato in scuderia: Himkok x LINIE aquavit, un'edizione limitata di distillato invecchiato in botti ex sherry, influenzate dagli anni trascorsi in navigazione attorno al mondo, tipico della tecnica linie. A questo si aggiunge whisky, liquore alla banana, cotogno e acidi di mela. Denso e pieno il Liquorice, variante Negroni che si concentra sulla liquirizia.

Presenti anche drink ispirati alla carrot cake e all'olivello spinoso, ciascuno interpretato in musica da alcuni dei migliori artisti del Paese, come Eline Dragesund, Guttestreker, Esra Røise, e Olav Stubberud. A poco meno di un mese dal disvelamento della nuova lista dei 50 Best, il nuovo menù di Himkok potrebbe essere un preludio di grandi soddisfazioni.

Santa Teresa 1796 e Champagne Bollinger: mix di eccellenze. Con tanto di pairing

Santa Teresa
Alessandro Nigro Imperiale, miglior sommelier d'Italia 2023, e Andrea Pomo, brand ambassador Italia di Santa Teresa (credit foto: ©elenadivincenzo)
Con un evento alla Terrazza Martini di Milano, Gruppo Meregalli ha celebrato l'ingresso in catalogo del distillato venezuelano e la trentennale collaborazione con la maison francese. Ad animare la serata le masterclass di Andrea Pomo e Alessandro Nigro Imperiale e i drink con rum e champagne abbinati alle creazioni dello chef Andrea Aprea

Uno arriva da un'hacienda venezuelana, l'altro da una maison della Champagne. Il rum Santa Teresa 1796 e lo Champagne Bollinger si sono incontrati alla Terrazza Martini di Milano, per due masterclass firmate da Gruppo Meregalli, importante realtà nel mondo della distribuzione che ha voluto così festeggiare l'ingresso di Santa Teresa 1796 nei suoi cataloghi e i trent'anni di collaborazione con Bollinger. Dall'incontro tra due mondi (a volte solo apparentemente) lontani, sono nati tre cocktail pensati per essere accompagnati dai piatti dello chef bistellato Andrea Aprea, che ha il suo ristorante alla Fondazione Luigi Rovati di Milano.

A guidare le masterclass il barman Andrea Pomo, brand ambassador Italia di Santa Teresa 1796, e Alessandro Nigro Imperiale, miglior sommelier d'Italia 2023 e head sommelier presso il Grand Hotel Saint-Jean-Cap-Ferrat in Costa Azzurra. A loro il compito di raccontare la storia delle due aziende, le loro caratteristiche e alcuni prodotti. Da una parte Santa Teresa Rum 1796, rum da melassa nato per celebrare i duecento anni della distilleria, e lo Speyside, invecchiato tredici mesi in botte di rovere ex whisky. Dall'altra il nuovo Champagne Bollinger PN VZ19. Un Pinot Nero 100% dalla parcella di Verzenay (considerata la migliore del 2019), che fa 48 mesi sui lieviti e che è caratterizzato da colore oro antico, naso molto complesso, agrumi e minerale in bocca, proposto all'antipasto con «Caprese... dolce e salato» di Aprea.

I drink e gli abbinamenti

Tra i drink pensati per l'occasione: Old Venezuela (Santa Teresa 1796, succo di lime, sciroppo di zucchero, Green Chartreuse e Champagne Bollinger) abbinato a un Riso Carnaroli “Selezione Dama” cacio e pepe, gamberi e fichi, Santa Cooler (Santa Teresa 1796, cordiale di limone, zenzero) da provare con il Baccalà all'acquapazza con olive nere e Che benessere! by The Doping Club (Santa Teresa 1796, Falernum al frutto della passione, mandorle candite, lime, Champagne Bollinger) con il dolce Essenza di Costiera. «Credo che l'abbinamento sia uno stimolo, per uno chef, un barman, un sommelier. Quando si parla di abbinamento si parla di stare insieme, di fare funzionare due cose. E poi è divertente», commenta a Bargiornale lo chef Andrea Aprea. «Inoltre, il mercato è trasversale: c'è gente che non beve vino e quindi avere drink in carta è un modo per offrire un servizio».

Prodotti storici per proposte moderne

«Il rum è storicamente legato al dopocena e al dolce, in particolare al cioccolato», spiega Andrea Pomo, brand ambassador di un'azienda con una storia da Netflix - compreso un assalto da parte di bande criminali locali che ha portato al progetto di recupero Proyecto Alcatraz tramite lavoro e rugby(leggi Santa Teresa 1796: alta qualità, tradizione e riscatto sociale). «Mi piace modernizzare questo concetto proponendo il rum fin dall'inizio: il mio Old Venezuela, per esempio, nasce come welcome drink, per avvicinare le persone a una bevuta in miscelazione che però ricorda la bollicina attuale». Per quanto riguarda l'uso dello champagne in mixology, aggiunge: «Sta piacendo il trend dei low alcohol, perché riesce a catturare le persone a una bevuta più semplice e più continuativa, proprio perché non eccede con una gradazione alcolica importante. Lo sparkling è una componente che dona complessità, ricchezza aromatica e diluizione nel drink finale».

La drink list di Mirco Bove del cocktail bar di Ineo all’Anantara di Roma

Nella drink list pensata dall'head bartender di Ineo ispirata ai sei continenti, drink signature con ingredienti da tutto il mondo e una carta degli Spritz

Arrivare nella monumentale hall dell’Anantara Palazzo Naiadi Hotel, nel cuore di Roma, e avere solo l'imbarazzo della scelta su come trascorrere il proprio tempo in questo luogo esclusivo, in cui il lusso si accompagna a ricercatezza ed eleganza, ma anche cura dell'ospite. Se da un lato, infatti, troviamo il corner dedicato alla pasticceria, con le dolcezze di Casa Manfredi, dall'altro abbiamo l'ospitalità del ristorante Ineo, con la sua cucina elegantemente contaminata e la sua cantina da oltre 900 etichette, selezionate dal sommelier e hotel wine Manager Federico Spagnolo.

Lo champagne bar dell'Anantara Palazzo Naiadi, che precede l'ingresso al ristorante Ineo

Ma prima di concedersi un percorso di degustazione con i piatti dello chef Heros De Agostinis, vale la pena di accomodarsi sulle sedute alte dello champagne bar che precede il ristorante (volendo anche fuori, sotto i portici di piazza della Repubblica), oppure sulle comode e avvolgenti poltrone del Lobby bar. È qui che ci accoglie l'ospitalità di Mirco Bove, bartender romano con esperienze internazionali, classe 1992, che all’interno dell’hotel Anantara Palazzo Naiadi è Head Bartender del ristorante Ineo, con cui collabora anche per percorsi di abbinamento ai piatti.

Per la drink list dell'Anantara, Mirco ha creato una carta che si ispira ai sei continenti, coerente con l’idea dello chef De Agostinis che ha dedicato un intero menu alle sue esperienze nel mondo. Anche in questo caso, il focus è sulle contaminazioni, gli ingredienti che provengono da ogni parte del mondo e che vanno a reinterpretare drink classici. Così, per esempio, l’Ishiban è un Martini Cocktail di ispirazione orientale con una base Gin con Vermouth alle foglie di Sakura e, in abbinamento, un fungo enoki che ha sapore di nocciola. Oppure la Banana roasted room è un twist old fashion con Rhum aromatizzato alle banane arrostite.

Il cocktail Greenwashing, con Casamigos Silver al sedano, pomodori verdi e un cordiale home made realizzato con prodotti di scarto

Il concetto di green per Mirco emerge anche nella miscelazione con il Greenwashing, un cocktail a base tequila, reso unico dalla presenza di un Cordiale home made ispirato al concetto dello zerowaste, fatto con gli scarti del taglio della frutta che viene usata per le decorazioni: un drink che è un twist tra Margarita e Paloma a base citrica. Chicca ulteriore: il bartender romano, su richiesta del cliente, è disponibile a modificare tutti i suoi drink in versione analcolica o low alcohol.

Strizzando l'occhio alla clientela internazionale che anima l'hotel della catena thailandese, Bove ha pensato di fare anche una carta dedicata allo Spritz, uno dei cocktail Made in Italy più richiesti dagli ospiti stranieri, rivisto con varie proposte personalizzate. Per esempio il suo Morositas Spritz è ispirato alla morbida caramella anni Novanta ed è un twist dell’Aperol Spritz dove si cimenta in un’infusione a lento rilascio di more e frutti rossi nell’Aperol così da dare un gusto e un colore unico e particolare.

Red Bull 64 Bars Live: diecimila persone per la terza edizione della kermesse dedicata alla musica rap

Geolier trascina il pubblico insieme a Guè, Tony Effe e altri protagonisti della scena rap italiana nella manifestazione che si è tenuta a Scampia (Na)

In diecimila a supportare e “mettere le ali” al meglio della scena rap italiana: la terza edizione delle Red Bull 64 Bars Live ha gremito Piazza Ciro Esposito a Scampia (Na), per un trionfo di cultura musicale ed entusiasmo. Si sono susseguiti sul palco i protagonisti del rap e dell’hip hop italiano, oggi in uno stato di forma impensabile fino a pochi anni fa e che trova in Napoli un motore eccellente e fondamentale; Kid Yugi, Massimo Pericolo, Tony Effe, Artie5ive e Guè si sono alternati per sparare le loro sessantaquattro barre, il formato di traccia che Red Bull ha reso identitario (sessantaquattro rime in circa un minuto), insieme ad alcuni brani di repertorio. Nel pre-show era stata la volta degli artisti emergenti Badman, BigMadWolf, Cecchy, Ceru167, Coco, J Lord, Jesa, Nicola Siciliano, Rue Diego e Wad.

Geolier, ospite speciale e mattatore in chiusura di serata, infiamma definitivamente la platea (in buona parte composta da pubblico arrivato in città appositamente per l’occasione, anche dall’estero) con un monologo in cui chiarisce come «una mamma non si giudica e non si dimentica», volgendo gli occhi alle due Vele rimaste ancora in piedi alle sue spalle.

Nel mezzo anche alcuni duetti tra gli artisti presenti e la presenza a sorpresa di Rose Villain. Tutto intorno è un magma di spettatori preparati e partecipi, circondati a loro volta dagli sforzi logistici che Red Bull ha messo in piedi per il terzo anno consecutivo: l’intero perimetro dell’area spettacolo è stato costellato da postazioni bar a marchio Red Bull, con una proposta di miscelazione che spaziava dalle bevande energizzanti Red Bull ai cocktail più complessi con la gamma Organics by Red Bull, sia alcolici che analcolici. Alle estremità, le due aree hospitality, con affaccio privilegiato sul palco per godersi l’atmosfera vibrante.

Red Bull 64 Bars Live si inserisce nel più vasto progetto di valorizzazione dei talenti del comune di Napoli, con l’obiettivo di mettere a sistema, e internazionalizzare la creatività musicale partenopea. E le ali, per il terzo anno consecutivo, sono state messe.

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