Si chiama Gin No.3, ma è quattro volte campione

Distribuito da Pallini, il London Dry Gin No. 3 si propone come miglior ingrediente al mondo per un Dry Martini

Il più antico "wine merchant" inglese, l'unica persona al mondo con un dottorato di ricerca sul gin, una distilleria olandese con 300 anni di storia: è il terzetto che ha dato vita - in collaborazione con diversi grandi barman - a No.3 Gin, un London Dry Gin nato con l'ambizione di diventare il migliore ingrediente al mondo per un Dry Martini e premiato per ben quattro volte come miglior gin del mondo all'International Spirits Challenge, cui nel 2019 si aggiunto il prestigioso titolo di Supreme Champion Spirit. Distribuito in Italia da Pallini, ha appena rinnovato il packaging della bottiglia per renderla ancora più iconica.

  • “Altro…”

    Il numero tre del nome non si riferisce ai suoi "padri", ma ai tre gusti chiave che lo compongono: ginepro, agrumi e spezie. Gusti chiave che compongono un bouquet di sei spezie, il meglio da tutto il mondo: ginepro italiano, scorza d'arancia spagnola, scorza di pompelmo dell'Uruguay, baccelli di cardamomo del Guatemala, semi di coriandolo della Bulgaria e radice di angelina della Polonia. Botaniche che vengono lasciate in infusione per 16 ore per poi essere distillate (la distillazione dura 7 ore). No.3 ricorda anche l'indirizzo (3 St. James Street) del "Wine merchant" inglese citato all'inizio: Berry Bros. & Rudd, ancora oggi responsabile della cantina personale della famiglia reale. Gli altri "padri" di questo gin sono David Clutton, PhD in Gin, e la distilleria Royal de Kuyper Distillers, con oltre 300 anni di storia (ancora questo 3...) alle spalle. Tre, infine, sono anche gli elementi per creare un perfetto Dry Martini, come racconta Alessandro Palazzi, bar manager del Duke's Hotel St James's a Londra: «Vermouth, No.3 e un tocco di limone. Semplice, elegante, memorabile». A.M.

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