
Ci sono cocktail bar che cambiano drink list su base stagionale. Altri che ci impiegano mesi, anni, ma quando lo fanno sono veri e propri eventi. È il caso del Drink Kong di Roma, bar numero uno in Italia secondo la classifica The World’s 50 Best Bars, la cui ultima carta era datata 2023. Ora è il momento di Flux, la quarta drink list nella storia del Drink Kong, che segue i tre precedenti menu, intitolati rispettivamente Reflections (2018), New Humans (2020) e Perimetro e forma (2023). «Flux era sulla punta della mia lingua da tanti anni, un menu ispirato alle vibrazioni e alle frequenze», anticipa il fondatore Patrick Pistolesi, volto e anima del Drink Kong. Un lavoro monumentale, che si concretizza in una lista di 29 miscelati inediti, di cui due mocktail e a cui si aggiungono due classici della casa ormai intramontabili, Canova e Gaijin.

Il payoff di Flux è “Substract, nothing is everything”. «Substract è una fusione tra substrate e subtracted: il fondamento invisibile e l’arte della sottrazione», chiarisce Pistolesi. Un sottotitolo che lascia intendere come la nuova maturità di questo cocktail bar al suo settimo anno di vita sia un esercizio di sottrazione, orientato al minimalismo, in cui il laboratorio continua ad avere un ruolo fondamentale (fra le novità anche cinque linee di cocktail alla spina). Obiettivo, come si legge nella prefazione alla drink list, è che ogni cocktail sia «un’onda di sapori che si intrecciano, una sinfonia liquida in cui ogni ingrediente vibra con una nota unica, rivelando emozioni inaspettate».
Emozionale anche la presentazione della carta, elegantemente rilegata come un libro prezioso, rigorosa all'esterno, quanto dirompente all'esterno. Curato per la parte visual dallo Studio Lord Z di Alessandro Gianvenuti, come i precedenti menu e tutta la comunicazione sia di Drink Kong che dello spin-off Nite Kong, il nuovo menu si apre con la scritta Flux, che si decostruisce e ricompone nella sua struttura geometrica, per concludersi in una doppia pagina come fosse un grande codice sorgente. Un grande flusso visivo attraversa il menu, con artwork dalle immagini evocative, che appaiono “distorte” e che portano in non-luoghi, in cui apprezzare queste vibrazioni profonde in coerenza con i cocktail che descrivono.
Tre le categorie in cui si suddivide l’ultima fatica del team del Drink Kong, che come spiega Pistolesi sono un percorso in crescendo, da una maggiore semplicità, fino a una complessità quasi avanguardista nella costruzione dei drink: «Cocktail per i palati più avventurosi», chiosa Pistolesi. La prima è Fundamental -Source, il cui sottotitolo è “All vibration begins from stillness. In simplicity lies the source” (Ogni vibrazione ha origine dalla quiete. Nella semplicità risiede la fonte); la seconda è Harmonic -Modulation, ovvero “Where tradition meets resonance. Tradition modulates into innovation” (Dove la tradizione incontra la risonanza. La tradizione si modula in innovazione); l’ultima si intitola Transcendent - Crossover, che si esplica così, “Beyond the seen, into the unheard. Two waves meet. A new frequency is born” (Oltre il visibile, nell'inascoltabile. Due onde si incontrano. Nasce una nuova frequenza).
Alla prima categoria appartiene il cocktail Shibui, parola giapponese che racchiude una bellezza discreta, raffinata nella sua semplicità. «È a questa estetica - racconta Edoardo Spagnoli, talento del Drink Kong che ha collaborato alla stesura della nuova carta - che si ispira il nostro drink, dove ingredienti “vintage” come noce moscata, sciroppo d’acero e le foglie di fico by Three Cents si uniscono all’Eminente Rum, rivelando una sorprendente modernità». Un drink beverino che fa parte della categoria a base rum, eccezionalmente rappresentata in questa drink list. Come ammette Pistolesi, dopo un periodo di grande amore per gin e whisky, ha deciso di far sua la missione di ridare lustro al distillato di canna da zucchero. E, a proposito di zucchero, Pistolesi spiega anche che in quest'ultima fatica liquida uno degli obiettivi che si sono dati è stato quello di sostituire quanto più possibile la presenza dello zucchero raffinato con alternative più naturali.
Nell’ultima categoria, quella che punta alla trascendenza, troviamo un drink rosso denominato Be(e)true(t): un mix complesso, non adatto a tutti i palati, ma di rara eleganza. In questo miscelato il Silent Pool Gin si intreccia con ginger, acid mustard e Beetroot Milk, dando vita a un equilibrio insperato tra piccantezza e morbidezza. «Ci siamo ispirati alla natura stessa del Drink Kong – continua Spagnoli –, siamo un Instinct Bar, ovvero rinnoviamo ogni giorno l’invito a seguire il proprio istinto, ad abbassare le difese e lasciarsi andare, per riscoprirsi autentici. Questo cocktail è espressione di questo spirito».
Altra novità del menu Flux, in cui il prezzo dei miscelati va dai 14 ai 20 euro, è che i drink non sono solo descritti in una parola (classic, elegant, umami e così via) e caratterizzati ciascuno dal suo bicchiere stilizzato, come accadeva già nei precedenti menu. Sono comparsi nelle descrizioni anche gli ingredienti: una scelta di campo, conferma Pistolesi, che vuol portare il Drink Kong a una maggiore inclusività. Complessità sì, ma che sia comprensibile.