Drink orientali e sfogliatelle, lo street bar che non t’aspetti

A Terracina i fratelli Spenuso danno libero sfogo alla loro creatività inventando Strit, uno street bar senza compromessi che combina cocktail di ispirazione orientale a una proposta food che valorizza territorio e tipicità

Si chiama Stritt perché in napoletano vuol dire stretto, d’altra parte è un mini-locale, solo 14 coperti all’interno, più una ventina all’esterno. Ma anche perché, è tutto giocato sul termine “street”: è, difatti, uno street bar, dove si cucina lo street food, posizionato sulla strada degli "street artist" di Terracina (Lt) e gestito dai fratelli Spenuso, proprietari del locale (che, per la cronaca, vestono street). Francesco Spenuso non ha bisogno di presentazioni: oltre a far parte del Drink Team di Bargiornale è l’anima della squadra della scuola romana di bartender Flair Project ed è stato brand ambassador di Jack Daniel’s.

  • “Altro…”

    Il fratello Dario, anche lui un professionista della miscelazione, trascorre sei mesi in Italia e sei in Thailandia, dove  è alla guida un cocktail bar. Le influenze asiatiche sono nei suoi drink, come il My Thailand, che è un twist sul Mai Tai dedicato alla sua terra d’adozione. «A Terracina invece - racconta Francesco Spenuso a WeBar - abbiamo dedicato il Moscat Mule, in cui c’è uno sciroppo di moscato d’uva locale che lo rende molto apprezzato». Cinque i signature in menu, in media sugli 8 euro, oltre ai drink classici. A questi si aggiunge la proposta food affidata a mamma Spenuso, che prepara taglieri, tramezzini, freselle napoletane e pizza e mortazza alla romana. Inoltre da Stritt arrivano tutti i giorni direttamente da Napoli sfogliatelle, ricce e frolle sempre freschissime. «Sono poche le proposte food - aggiunge Francesco Spenuso - ma vogliamo che siano al massimo e all’altezza dei nostri cocktail». Quest’anno per risolvere il problema della sanificazione il menu è stato impresso sulle quattro facce di una bottiglia di Jack Daniel’s, inoltre, il locale è completamente "plastic free". Ubicato in piena isola pedonale a Terracina, nonostante la crisi innescata dall'emergenza Covid 19 che ha avuto pesanti ripercussioni anche sull'economia locale, i fratelli Spenuso non si lamentano: «Siamo alla seconda stagione e quest'anno ci siamo accorti che sono venuti a mancare i norvegesi, che qui sono presenti con una comunità molto nutrita, ma compensano gli italiani, che si dividono equamente fra napoletani e romani, dal momento che Terracina si trova proprio a metà strada tra Napoli e Roma». A.T.

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