Al Prima di Milano cibo e drink sono di conforto

Viaggio Allucinante è un film del 1966 basato su un romanzo del grande autore di fantascienza Isaac Asimov. Una squadra di micronauti a bordo di un miscroscopico sottomarino, si perde e si ritrova tra le cellule del corpo umano. È un viaggio nel profondo, direi più profondo non si può. Sempre nel 1966 il Palm Beach Post pubblica un racconto che per la prima volta menziona il comfort food.È quel genere di cibo a cui gli adulti si rivolgono quando sono sottoposti a forte stress emotivo”. Tutti, a qualsiasi latitudine, hanno il proprio. Ed è un cibo legato a filo doppio con la nostra infanzia.

  • Mary Poppins

    Ingredienti
    40 ml di vodka al basilico
    60 ml acqua di pomodoro
    15 ml limone fresco
    15 ml salsa Worcestershire
    Salsa Piccante 3 dash sriracha
    Sale di sedano qb
    Pepe qb

    Presentazione
    Throwing

     

  • Soldato Ryan

    Ingredienti
    40 ml Michters rye whisky
    20 ml Bitter del Professore
    15 ml aperitivo rosato
    15 ml infuso di camomilla e frutti rossi
    10 ml sherbet di agrumi
    7,5 ml lime fresco

    Preparazione
    Shake & Double Strain

     

  • Espandi

    È un nutrimento che calma i nervi, ci concede una sosta mentre siamo in corsa e ci riallinea con i pianeti come avrebbero cantato gli idoli hippy Fifth Dimension, qualche anno dopo, durante la Summer of Love. Ora, con un salto spazio-temporale degno della Space Age, atterriamo ai giorni nostri. E precisamente sul Naviglio Grande a Milano dove, in barba a Il Milanese Imbruttito e al suo “Chi va piano non è di Milano”, ha aperto uno spazio multifunzionale intitolato al culto del comfort food (e del comfort drink), al piacere della tavola, senza limiti di tempo e all’ozio massimo. Rudy Corpetti e Gianluca Proietti, i giovani autori di questo visionario progetto, si sono fatti portabandiera del piacere della tavola come espressione di emozioni forti legate ai sapori e profumi del nostro passato. «L’essenza di Prima Comfort Food & Bar è un concetto di cucina semplice, che poggia le proprie basi sulla volontà di far emergere attraverso il cibo, profumi e sapori rimasti sospesi nel tempo di prima». Tra le specialità dello chef Stefano Crea, proposte a rotazione stagionale, c’è un punto fermo. Parliamo della Pinsa, interpretazione di una ricetta dei tempi dell’Antica Roma, che qui a bordo Navigli è leggera e croccante, fatta con la selezione di farina di frumento, riso e soia, con alta idratazione e lunga lievitazione con lievito madre. Attualmente nel menu specialità come Terrina di zucca, scarola e taleggio; Acquadelle fritte, limone e zenzero; Tonno, fichi, burrata, cipolla caramellata e chips di pane…Domani chissà. Un’altra stagione arriverà e anche i menu cambieranno. Parliamo di menu al plurale perché anche la lista dei cocktail è varia e mutevole. Daniele “Dana” Molaro, bar manager con il capo barman Marco Serio e Andrea Daprà, presentano 14 signature della casa giocati su basi alcoliche differenti. Spazio a buoni mezcal, Tequila, Calvados, gin, vodka e bourbon per la costruzione di drink eccellenti, semplici e mai banali. Sotto ve ne riportiamo alcuni esempi.

    Il pregio di una super atmosfera

    Il resto del Prima lo fa l’atmosfera. Complice un progetto architettonico, curato da Michael David, che ha saputo creare ambientazioni diverse, ma contigue nella loro eleganza. A cominciare dalla cucina e proseguendo con i materiali di pregio utilizzati: legno, marmo, rame e pietra che prendono ispirazione da un arredamento passato, ma rivisitato in chiave contemporanea, un mix & match selezionato con cura, a partire dai dettagli. I mosaici a pavimento e sugli archi ricordano le storiche abitazioni cubane dei primi del Novecento, l’isola centrale fronte bar è tipica delle vecchie brasserie parigine, il retro banco bar richiama le vetrate anni Venti e alcuni elementi caratterizzanti come le sedie in formica della pinseria, tipiche degli anni sessanta e i piatti appesi alle pareti, sono rivisitazioni artistiche di quelli più artigianali che si trovavano nelle trattorie italiane degli anni Cinquanta. Salti temporali che ci fanno apprezzare quanto di buono e di bello c’era Prima. Per ultimo, ma non per importanza, c’è il locale segreto ricavato nel piano interrato. Si chiama Oblio, inaugurerà a gennaio, ma una foto siamo riuscita a rubargliela e la trovate qui. S.N.

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