Pasticceria Besuschio, anche alla storia serve un restyling

Pasticceria Besuschio nuovo bancone

Centosettantatre anni di attività non si maltrattano, vanno rispettati. Anche se il tempo e il mercato chiedono cambiamenti. Così ha ragionato Andrea Besuschio, quinta generazione della famiglia che gestisce l’omonima pasticceria di Abbiategrasso. Questa insegna storica da poche settimane ha riaperto i battenti dopo un importante restyling.

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    «Ci siamo organizzati per allestire un piccolo temporary store nella zona enoteca attigua al locale durante i due mesi di lavori», ci spiega Andrea Besuschio mentre ci accompagna a visitare i 280 mq appena rinnovati, sotto i portici di Piazza Marconi. «La ristrutturazione è partita due anni fa: abbiamo cominciato dalla sala in fondo e piano piano siamo arrivati fino alle vetrine, “aprendo” la parte centrale del salone in modo da portare più luce all’interno».

    Sembra banale, ma per chi lavora qui da una vita la vera rivoluzione è stata spostare il banco espositivo da destra a sinistra. «Avevamo difficoltà nei momenti di flussi alti, spiega il titolare, «quindi abbiamo ripulito la parte vendita, che ora è in linea con la zona bar».

    Domina il progetto - firmato dal giovane architetto Simone Colombo - il grande bancone costruito dall’azienda perugina CIAM: undici metri, dai comparti refrigerati per monoporzioni, dolci al cucchiaio e torte, fino alla caffetteria. «Ho chiesto di personalizzare alcuni dettagli nella disposizione delle vasche e nei sistemi di lavaggio e sanificazione. Quattro motori refrigeranti gestiscono differenti temperature, a seconda del momento della giornata e del tipo di prodotti esposti. I frigoriferi in retrobanco permettono di fare scorta e ricaricare l’esposizione senza doversi spostare ogni volta in laboratorio».

    Sulla parete opposta, i prodotti confezionati: pan meini, barrette di cioccolato, lievitati, biscotti. «Si è creata una parte più ampia che consente ai clienti di girare e scegliere con calma», spiega il pasticcere.

    E la storia? Vive nelle foto appese alle pareti, in qualche elemento dell’arredo originale, persino in laboratorio. «Abbiamo ancora un forno con mattoni refrattari, funzionante, che ha più di 80 anni». Si guarda indietro con rispetto, ma anche avanti: «Se i miei figli vorranno seguirmi, l’ambizione è di aprire un piccolo punto vendita a Milano».

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