La semplicità vincente di Agnieszka, l’innovazione di Davide

Spenti i riflettori sul World Barista Championship, la prima donna vincitrice di questa competizione racconta la sua gara e i suoi progetti per il futuro. Soddisfatto per il buon esordio Davide Cavaglieri; un pizzico di fortuna in più non avrebbe guastato.

Un caffè etiope è stato il protagonista della gara di Agnieszka Rojewska, prima campionessa mondiale baristi (foto WBC).
Nel 2016 a Siracusa Agnieszka vinse la Crazy Latte Art organizzata d Gaetano Bongiovanni e Andrea Antonelli.

La polacca Agnieszka Rojewska è la campionessa del World Barista Championship 2018 del circuito Sca, un titolo che ben si colloca in un’annata che il prossimo primo ottobre, in occasione della Giornata internazionale del caffè, avrà come tema “Le donne nel settore del caffè”. Ha 30 anni e il suo palmares è ricco di vittorie conseguite in più occasioni e discipline: tre volte campionessa polacca barista, quattro volte di latte art e vincitrice di numerosi concorsi in tutto il mondo, tra cui il Milano Latte Art Challenge nel 2015. Pacata e discreta, sfodera sicurezza e sangue freddo durante la competizione, per poi tornare disponibile e alla mano. E’ nel settore da una decina di anni, prima come barista, ma negli ultimi tempi la sua attività si è focalizzata soprattutto sulla formazione, in cui vede il suo futuro. Per la sua gara ha utilizzato un caffè etiope di Project Origin Coffee lavorato con la tecnica della macerazione carbonica, con note di frutta gialla e una grande dolcezza. L’Etiopia è stato il primo caffè che l’ha colpita e su di esso ha realizzato la propria gara: «Mi sono concentrata sul servizio al cliente, proponendo uno specialty in modo accessibile - ci dice -; mi sono espressa usando parole semplici, senza approfondimenti ad appesantire un discorso che doveva essere piacevole e avvincente per tutti». E' incredula, sorpresa e frastornata per un primo posto che non si aspettava e che per prima raggiunge dopo vent’anni di campionato mondiale: cosa rende più difficile raggiungere questi obiettivi per una donna? «E’ difficile per tutti: richiede molto lavoro e molto impegno - risponde -. Penso che per una donna sia più complesso perché noi amiamo fare molte cose e in tutte vogliamo esprimerci al meglio, quindi disperdiamo le nostre energie. Sono molto contenta di questo risultato, ma al contempo spaventata dalle responsabilità che comporta». Il suo riposo sarà breve: il primo luglio gareggerà nel campionato polacco brewers e dal 7 al 9 novembre sarà in pedana in Brasile per tentare la conquista di un altro primato mondiale, quello di latte art.

Il podio del WBC ha visto al secondo posto Lex Wenneker dei Paesi Bassi, terzo lo svizzero Mathieu Theis, quarto il greco Michalis Katsiavos, quinto il canadese Cole Torode, sesto il neozelandese John Gordon e settimo l’australiano Craig Simon.

Ben articolata, con un piccolo errore in fase di estrazione la gara al WBC di Davide Cavaglieri.

E’ soddisfatto per il buon esordio internazionale ed anche stanco Davide Cavaglieri, che si è classificato diciannovesimo. «Sono orgoglioso di ciò che ho fatto; certo, c’è stata anche un po’ di sfortuna. A causa di un errore della distribuzione del macinato nel portafiltro l’estrazione è venuta lenta e ho dovuto fermarla a poco più della metà; a causa di ciò la tazza è risultata sbilanciata rispetto a quanto avevo presentato, ma ha comunque meritato un 3; fosse stato 3,5 sarei andato in semifinale”. Prima della gara aveva accennato a un’innovazione che ora spiega. Si tratta di una piccola piastra vibrante (in genere utilizzata in odontoiatria) che vibra con 50 oscillazioni al secondo, sulla quale ha posto il portrafiltro con il macinato, che nei tre-quattro secondi di “movimento” ha cominciato a muoversi in senso rotatorio con forza centrifuga, per poi portarsi verso il centro (forza centripeta) una volta tolto dall’apparecchiatura. Esaminando il particolato si è visto che le particelle più fini andavano verso l’esterno e le più grosse al centro, verso le quali veniva deviata l’acqua, che da questa coffee cake estraeva maggiore dolcezza e più corpo. «La prova è piaciuta; ha avuto un punteggio molto alto la parte relativa al servizio; i giudici mi hanno dato consigli importanti per le prossime competizioni - riprende Cavaglieri -. Ora come ora non so se continuerò, magari mi prenderò un anno di riposo per poi riprendere. Tutti me lo sconsigliano, ma ora mi sento davvero stanco e penso sia giunto il momento di raccogliere i frutti di ciò che ho seminato in questi otto anni di lavoro nel mondo del caffè. Poi mi rendo conto di dovere creare un filo diretto con un farmer che mi possa non solo fornire il caffè, ma soprattutto mi sveli i segreti e cosa succede in ogni chicco». Un futuro ancora da pensare e costruire. Frattanto riprende il suo ruolo di consulente presso Diemme Caffè e di formatore presso Street Coffee School.

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