È un locale vivace, insolito e giovane (l’età media di chi vi lavora è di 22 anni), il Costadoro Social Coffee che ha aperto a fine maggio in piazzetta Banchero 2 a Genova, in un quartiere molto vitale da un punto di vista commerciale e in grado di assicurare un buon flusso di clientela lungo tutto l’arco dell’anno, grazie alla vicinanza di scuole e uffici. «Per il settore è stato un periodo molto difficile - osserva l’amministratore delegato Giulio Trombetta -; con questa apertura abbiamo voluto dare un segnale positivo e proseguire un cammino in cui crediamo. Abbiamo fatto un investimento importante, di oltre 400mila euro e i primi riscontri dicono che siamo sulla strada giusta: da subito il locale ha richiamato una clientela numerosa».
La sua impostazione segue quella del primo store della Torrefazione, nel cuore di Torino: ambienti in stile industrial con tanto legno, ferro, tubi e l’ecologia al centro del progetto: dal legno antico ricondizionato ai licheni stabilizzati utilizzati per l’insonorizzazione, dai bicchieri da asporto in materiale compostabile alla presenza di postazioni di free-water a disposizione dei clienti. Qui, come nel primo locale di proprietà (e nel terzo che aprirà a fine luglio nel Principato di Monaco) il principio è lo stesso: «creare un consumatore consapevole partendo dalla spiegazione del prodotto, che prima di essere venduto va raccontato: i banconi bassi favoriscono il dialogo - riprende Giulio Trombetta -. Dopo di che prenderà il via il progetto di franchising replicabile in Italia e all’estero, legato a questo format su cui stiamo lavorando da tempo».
Il locale aperto 7 giorni su 7 dalle 7,00 alle 20,00 (la domenica dalle 7,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 20,00) si sviluppa su una superficie di 250 mq e ha tre sale, tra cui una quiet room, più tranquilla, con divani e poltrone; in tutto i posti a sedere sono 60; 35 interni e 25 all’esterno.
La possibilità di scelta tra caffè è ampia, a cominciare dalla miscela Costadoro RespecTo 100% Arabica Bio e Fairtrade, gli Specialty Coffee e i Monorigine per proseguire con i metodi di estrazione: espresso (realizzato con una M100 de LaCimbali e venduto a 1 euro e 10), filtro, chemex, french press, V60, clever, cold brew, moka, napoletana. A offrire una bussola chiara per orientarsi ci pensa una squadra affiatata, ma soprattutto entusiasta di giovani baristi (tra cui c’è una forte componente femminile) che è stata formata dal responsabile qualità e formazione di Costadoro, Fabio Verona; tra loro ci sono Michela Piovuti e Matteo Tesolin che già conoscono la filosofia Social appresa a Torino e che ora si sono trasferiti a Genova.
Sottolineano l’attenzione alla persona (anche a chi ha difficoltà) che si vive al Social la presenza di due particolari menu: uno in Braille, realizzato con la Polisportiva Uici Torino (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), uno in Comunicazione Aumentativa Alternativa, basata su simboli e immagini, frutto della collaborazione con Alos, una startup a vocazione sociale, che si rivolge a persone con un importante disturbo della comunicazione. Il software touch-screen facilita e migliora la comunicazione, dunque permette di indicare al personale di sala il proprio ordine con l’ausilio di un tablet.
L’arrivo della stagione calda rende ancora più intrigante l’incontro con la vetrina dei gelati bio al caffè della linea Pepino-Costadoro con il classico Pinguino, il nuovo Sorbetto al cold brew, la Coppetta e il Mezzolitro; la loro miscela di base è RespecTo.
«All’apertura abbiamo ricevuto un’attenzione molto grande da parte di istituzioni, giornalisti e blogger - conclude Giulio Trombetta -. Sono venuti a visitare il Social altri baristi che propongono i nostri caffè, per osservare questa nuova realtà da cui prendere spunto». L’auspicio è che prenda il via il passaggio da una logica di concorrenza a una di “rete” di locali che si distinguono per la qualità dell’offerta: un cambiamento di prospettiva che chiede impegno, ma può dare interessanti vantaggi.