Cannavacciuolo in formato pop sbarca nell’outlet

Se il Piemonte è la terra di adozione di Antonino Cannavacciuolo - chef stellato fra i più amati e noti d’Italia, anche grazie ai programmi tv MasterChef e Cucine da incubo - la Campania rimane comunque la sua terra d’origine, con la quale mantiene legami forti. Una regione la cui cucina di strada annovera capolavori gastronomici pop come il cuoppo, la pizza fritta, la frittata di spaghetti e molto altro. E quale luogo più popolare di un centro commerciale? Così, facendo due più due, ha preso vita Antonino - Il banco di Cannavacciuolo, nuovo format gastronomico inaugurato a fine maggio, all’interno dell’outlet di Vicolungo, alle porte di Novara, dove il cibo di strada partenopeo (e non) diventa una cucina d’autore, ma alla portata di tutti.

  • “Altro…”

    «Il banco di Cannavacciuolo strizza l’occhio alla semplicità dei mercati: è la piazza ideale di Antonino, il luogo dove scoprire il cibo di strada interpretato da uno chef stellato», raccontano i designer dello studio torinese lamatilde, che ha seguito il progetto del locale. La pianta è divisa in due, con un’area destinata alla preparazione dei prodotti e una per la vendita e il consumo. Gli elementi architettonici presentano una disposizione tradizionale, con il bancone centrale sul fondo. Un secondo bancone trasversale al primo, i tavoli e le sedute, invece, movimentano la regolarità della pianta. Lungo le pareti laterali una struttura a tendalini, realizzata con pannelli specchiati, costituisce l’ultimo elemento della “piazza” ideale di Antonino: uno spazio di aggregazione che rievoca l’immagine del portico e il susseguirsi di tendoni dei banchi di un mercato immaginario. Il menu vede una importante presenza di fritti e frittini, dalla pizza di spaghetti alla mozzarella in carrozza, al già citato cuoppo (con crocchè di patate, polenta fritta, arancini, zeppoline, 10 euro); e ancora polpette di melanzane, tre tipi di panini gourmet (vegetariano, broccoli e salsiccia, rosetta con mortadella, pistacchi e caciocavallo). Poteva mancare il gateau di patate? Certo che no, ed entra nel novero dei piatti caldi, con i plin, lelasagne o il ragù napoletano. Il lato dolce di Antonino qui si esprime con bomboloni, sfogliatella riccia o frolla, coda d’aragosta, babà, pastiera e torta caprese. Insomma, tutto il meglio della pasticceria tradizionale partenopea. Nel nuovo pdv firmato Cannavacciuolo (che si aggiunge al main restaurant bistellato di Orta San Giulio (No), al Cannavacciuolo Café&Bistrot di Novara e di Torino e al Laqua Spa Suite di Meta di Sorrento) sono in vendita anche i libri dello chef, una selezione di prodotti griffati (ad es. olio, biscotti, vini) e oggetti da cucina come la risottiera, i grembiuli, i piatti ecc. Non mancano i gelati (quattro o cinque gusti, non di più), la caffetteria e una proposta aperitivo, con abbinato finger food del giorno, dalla cucina. M.B.

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