Beluga Signature, sfida nel segno del lusso creativo

Si rinnova anche quest'anno l'appuntamento con una delle cocktail competition più ambite e seguite a livello internazionale, la Beluga Signature giunta alla sua quarta edizione. L'anno scorso alla finale di Sochi in Russia, già sede dei Giochi Olimpici Invernali 2014, ad aggiudicarsi il trofeo promosso dalla premium vodka russa (distribuita dal Gruppo Montenegro) fu un bartender italiano, Alessandro Venturi, bar manager del 5 stelle La Griffe di Roma: una vittoria in un certo senso inaspettata, e quindi ancora più apprezzata e vissuta intensamente da tutta la community nazionale, in quanto erano anni che un professionista italiano non vinceva una sfida di grande livello all'estero. Ebbene, Venturi insieme a Philip Duff, educational director della competition, e a Marian Beke, "mitico" patron del The Gibson di Londra, hanno accolto recentemente a Milano (lo scorso 3 aprile), nella raffinata cornice del The Stage in piazza Gae Aulenti, una selezione di 30 bartender provenienti da tutta la Penisola per il primo step della competizione.

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    Uno step preparatorio in vista della finale italiana di Beluga Signature che si terrà, sempre a Milano, il prossimo 10 giugno. Alla finale parteciperanno 10 dei 30 bartender semifinalisti invitati alla giornata di formazione tenutasi al The Stage che è servita soprattutto a far comprendere il "mondo Beluga". Un mondo dove il lusso è lo standard e dove il professionista dietro al banco ha un ruolo strategico nel far vivere all'ospite un'esperienza speciale. Lo ha spiegato bene Philip Duff raccontando, con esempi e aneddoti, la storia del caviale, sinonimo di lusso in campo alimentare, esortando i presenti a pensare in grande e a sperimentare nei propri locali nuovi concept improntati all'esclusività: dalle ricette dei cocktail al loro servizio. A proposito di sperimentazione, l'"impegno" dei 30 candidati sarà quello di creare la ricetta di un Beluga Signature Experiential Cocktail entro il prossimo 3 maggio. In pratica, si tratterà di mettere in pratica i consigli di Duff e di Marian Beke che durante lo stage milanese ha messo in mostra la sua vulcanica creatività. Ma cosa s'intende per experiential cocktail? «Si tratta - ha precisato Kristina Kalmykova, export marketing manager del Gruppo Beluga- di creare un cocktail serve in grado di tradurre l'esperienza di consumo in un esperienza memorabile. In questo caso, il servizio deve contemplare, oltre all drink, anche un rituale, creativo ma facilmente riproducibile, in grado di coinvolgere il cliente in una drink experience immersiva in cui può addirittura diventarne il protagonista». Insomma, i 30 bartender dovranno mettere a punto molto di più di un semplice cocktail: le loro ricette e idee di servizio verranno, infine, valutate da una giuria che ne selezionerà dieci. Saranno, ovviamente, 10 i bartender finalisti che si confronteranno a Milano nel mese di giugno e il vincitore volerà a settembre a Mosca per la finale internazionale insieme ai finalisti di altri sei Paesi: Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Russia e India. Il vincitore finale verrà insignito del titolo di Beluga Signature Bartender Program Ambassador 2020 e rappresenterà Beluga al Bar Convent di Berlino, al Bar Convent Brazil di San Paolo del Brasile e a Tales of the Cocktail a New Orleans. Il "pacchetto" comprende anche un intership di una settimana in uno dei 50 best bars al mondo. Per la cronaca, la giornata Beluga ha vissuto anche momenti di intrattenimento: dal lunch con abbinamenti studiati ad hoc tra food (ostrica, tartare di fassona, baccalà e dessert al cioccolato) e quattro vodke Beluga (Gold Line, Noble, Transatlantic e Allure) all'aperitivo, sempre a base di Beluga, curato impeccabilmente da Francesco Cione, bar&beverage manager dell'Octavius Bar del The Stage. C.B.

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