Sono stati proclamati i 10 bartender che si affronteranno nella filale italiana della Diageo World Class, tra le più prestigiose competizioni internazionali dedicate all’arte della mixology. Ecco i nomi dei top ten, con quello del team nel quale i concorrenti erano stati suddivisi, ognuno guidato da un alto esponente della miscelazione italiana (Patrick Pistolesi, Tommy Colonna, Matteo di Ienno, Edoardo Nono e Giovanni Bologna, leggi qui per conoscere tutto il percorso della competition):
Team Bologna: Simone Molè e Vincenzo Pagliara
Team Colonna: Haneul Lee
Team Di Ienno: Federico Ercolino e Riccardo Cerboneschi
Team Nono: Alessandro Zampieri, Gabriele Tammaro e Marco Dongi
Team Pistolesi: Luca Granero e Matteo Ciampicali.
Per loro il cammino verso la gloria passa per una nuova serie di prove, al momento segretissime, che decreterà il campione italiano della competition. Campione che insieme al titolo di Miglior Bartender della Penisola, si aggiudicherà un posto nella finale mondiale della World Class, che incoronerà il Bartender of the Year.
Le tre sfide della semifinale
Per arrivare a giocarsi la vittoria i 10 bartender hanno dovuto superare le tre prove della semifinale, alla quale hanno preso parte in 25.
La prima è stata la Rtd Challenge, che ha chiesto ai concorrenti di creare e spedire alla giuria un ready to drink, imbottigliato in vetro o in lattina (massimo 500 ml), con tanto di etichetta sviluppata ad hoc. Base di partenza era la ricetta del cocktail presentato nella fase precedente, ovvero un drink ispirato al tema dell’apicultura e della sostenibilità e che contenesse due ingredienti locali, rispetto al luogo che ognuno ha scelto come propria base operativa, dei quali uno doveva essere miele o un altro prodotto delle api. Ma non solo, perché altro aspetto della prova è consistito nella presentazione del progetto alla giuria, in 5 minuti di tempo, illustrando le caratteristiche organolettiche del ready to drink e la strategia go to market del progetto.
La seconda prova, Storytelling, ha posto i finalisti davanti alla sfida di ideare e presentare una nuova storia per uno dei 60 grandi classici della mixology, assegnato loro a caso, dando al cocktail un nuovo nome e immaginando uno storytelling del tutto diverso rispetto a quello originale legato al drink. Inoltre, hanno dovuto inventare una storia originale riguardo l’ispirazione della ricetta e che avesse anche effetti di upselling sul consumatore finale.
Infine, la Chromo Cask, che ne ha testato le conoscenze sull’invecchiamento in legno dei distillati e, più nello specifico, sull’influenza che i vari tipi di legno utilizzati per la maturazione hanno sul colore e le espressioni organolettiche finali del prodotto. Il tutto in 5 minuti di tempo, rispondendo a una domanda, sotto forma di quiz a risposta multipla, dove hanno dovuto individuare la corrispondenza tra colore e caratteristiche finali e il legno e il distillato impiegato.