Nasce per esaltare le note del Ruchè la Grappa 7.0 Le Origini di Mazzetti

Silvia Belvedere Mazzetti e Luca Ferraris - Photo Paolo Bernardotti
Silvia Belvedere Mazzetti, direttore commerciale e marketing di Mazzetti d’Altavilla, e Luca Ferraris di Ferraris Agricola (Credit foto: Paolo Bernardotti)
La nuova grappa della distilleria piemontese è una riserva millesimata ottenuta dalle sole vinacce della Vigna del Parroco, il vigneto più storico di Ruchè

Il vitigno Ruchè è un’icona del Monferrato grazie alla sua forte identità e all’aura di rarità conferitagli dalla coltivazione limitata a sette comuni del Nord-Astigiano: Castagnole Monferrato, Montemagno, Grana, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi. E proprio questo vitigno è il grande protagonista della novità firmata Mazzetti d’Altavilla: la Grappa 7.0 Le Origini.

La nuova grappa si caratterizza per la particolarità di essere ottenuta esclusivamente da vinacce di uve dei filari della “Vigna del Parroco”, oggi il vigneto con i ceppi più antichi di Ruchè esistenti in tutta l’area di produzione. Vigneto così ribattezzato perché parte delle terre del beneficio parrocchiale curate da don Giacomo Cauda, il parroco giunto nel 1964 a Castagnole Monferrato, principale paese di produzione di questo nettare, salvando così il Ruchè dalla scomparsa. Ma non solo, perché il prete contadino con le sue bottiglie Ruché del Parroco fu anche il primo a credere nel futuro del vino rosso dal profumo intenso che si otteneva da quelle uve e che oggi ha conquistato i palati degli intenditori di tutto il mondo.

A questa storia rende omaggio Mazzetti d’Altavilla con la Grappa 7.0 Le Origini, nata in collaborazione con l’Azienda Ferraris Agricola di Luca Ferraris, attuale proprietaria degli storici filari impiantati quasi 60 anni fa. Prodotto in serie numerata, il nuovo distillato è una grappa riserva millesimata: quella appena lanciata è ottenuta con vinacce della vendemmia 2019 ed è disponibile in sole 2700 bottiglie. Vinacce del solo storico vitigno che vengono distillate dalla storica distilleria piemontese con metodo discontinuo in alambicchi di rame a vapore diretto.

Pura espressione del vitigno

La grappa viene quindi fatta invecchiare per 24 mesi in barriques. «La scelta di un tempo di invecchiamento contenuto nasce dalla volontà di dare struttura e complessità al prodotto, ma senza andare a coprire le caratteristiche tipiche del vigneto – spiega a bargiornale.it Silvia Belvedere Mazzetti, direttore commerciale e marketing di Mazzetti d’Altavilla -. Il progetto della Grappa 7.0 Le Origini è nato infatti nel 2019 dalla volontà di valorizzare al massimo il Monferrato e la sua storia, lavorando sul Ruchè che rappresenta un emblema del territorio e ne racconta le radici vitivinicole e culturali. Abbiamo quindi realizzato una grappa da singolo vigneto, il più antico, che esprime al meglio l’unicità di questo vitigno molto particolare e aromatico, con le sue note floreali di rosa e viola e leggermente speziate». Altra particolarità del nuovo prodotto il grado alcolico del 44%, numero che rimanda al parallelo in cui sorge la Vigna del Parroco.

Ma da sempre l’attenzione e la valorizzazione del territorio caratterizzano l’attività di Mazzetti d’Altavilla, che da tempo aveva già acceso i riflettori anche sul Ruchè. La nuova grappa può essere infatti considerata come un’evoluzione della 7.0 Barricata di Ruchè (leggi Tris di medaglie per Mazzetti all’International Wine & Spirit Competition) già creata nel 2016 per trasmettere anche attraverso il linguaggio moderno dei numeri gli elementi cardine del vitigno. Il numero 7 richiama infatti le altrettante generazioni di distillatori Mazzetti d’Altavilla e i comuni nei quali maturano le uve di Ruchè di Castagnole Monferrato. Mentre lo 0 i chilometri percorsi dalle vinacce per raggiungere la grapperia.

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