Caffè degli artisti, Alessandria. Dai signature cocktail ai panini e marocchini

Il caffè degli artisti di Alessandria è una "macchina da guerra" che macina proposte a getto continuo con una predilizione per i mix a base di armagnac e brandy.

L’insegna è uno svolazzo rosso fiammante al neon, di quelle belle di una volta. Il dehors aperto sul centro pedonale ha come cielo un movimentato drappeggio arancione, appena più scuro di un Crodino in bottiglia. Il Caffè degli Artisti dal 2006 è un porto sicuro nel cuore di Alessandria, una città che in fatto di aperitivi ha qualcosa da raccontare. E che Luigi Barberis, phisique du rôle, sorriso sempre stampato in volto, appassionato vero, racconta in questo bel bar dall’anima variegata, come dimostra l’orario da stakanovisti. Aperto dalle 7 del mattino alle 2 di notte (ma nei weekend le lancette si spostano in avanti), è ben più di un cocktail bar, mescolando con eguale cura colazioni, pause pranzo e ottime bottiglie di vino. L’interno certifica questa varietà: il bancone bar – caffetteria è infatti affiancato da una station dedicata alla preparazione dei panini e dei piatti, mentre la restante parte del locale è dedicata ai tavolini, circondati da pareti colme di vino (sono 340 le etichette). C’è anche una saletta inferiore, più intima, e l’ampio dehors posizionato su strada.

Hamburger e mix storici

Al mattino il protagonista è Erik Taffarel che, a dispetto del cognome brasileiro, è italianissimo, veneto di Venezia. O meglio, protagonisti sono i suoi cappuccini decorati - Erik è esperto di LatteArt - e i marocchini preparati secondo la ricetta originale (leggi box per la storia) che non prevede l’aggiunta di cioccolato, praticamente un cappuccino inverso per quantità di crema di latte (decisamente preponderante rispetto al caffè) e ordine di preparazione (prima si versa il latte, poi il caffè). All’ora di pranzo invece il palcoscenico spetta ai panini di Marcello Parodi, preparati sul momento sui gusti del cliente, attraverso una costruzione guidata dalla casa. Perché scelto il salume base, si può poi optare tra diversi formaggi suggeriti, verdure e salse. Come ad esempio il panino con petto di pollo alla soia, Asiago, radicchio rosso e maionese al bbq. Oltre ai panini, c’è una bella lista di hamburger, toast, insalate, piatti freddi e caldi. Il menu è un mini-giornale (il CaffèPost) di 8 pagine che, oltre a raccontare l’ampia proposta del bar, si diletta a spizzicare tra storie e curiosità legate agli spiriti. La carta dei cocktail è semplificata e non comprende i classicissimi (a 6 euro). C’è una selezione di 15 cocktail storici (8 euro) come il Brandy Crusta, il Bamboo, il Martinez e l’Hanky Panky. Ci sono 9 espressioni di Martini (7 euro). E la lista dei signature drink (prezzo medio 9 euro), che ruotano ogni paio di mesi, declinati attorno a un tema. In carta oggi ci sono “le persone in grado di cambiare il mondo”. Come Leonardo Da Vinci (vodka, aneto, cocciniglia, anice, macis, orange peel, vermouth dry, Bourbon Bulleit), Mark Spitz (sake, bergamotto, simple syrup, tonica herbal Fentimans), Martin Lutero (leggi ricetta) e Houdini che, da vero mago, si fa in cinque, cinque cocktail costruiti a partire da un’essenza scelta dal cliente (tra bergamotto, violetta, bitter, chiodi di garofano, cannella).

Viva brandy e armagnac

La miscelazione di Luigi Barberis ha salde radici nei classici, ma vuole anche divertire, e in qualche modo “educare”. Nascono così iniziative come i “Percorsi di fermento”, viaggio settimanale che conduce alla scoperta di rum, whisky, distillati di vino, amari, cocktail, lungo un percorso sensoriale via via più complesso. «Ma la peculiarità del mio locale è la ricerca sui grandi distillati di vino: brandy, Cognac e  Armagnac». Luigi lo racconta con malcelato orgoglio, mostrando la relativa lista con 50 etichette. «Adoro l’Armagnac: meno ruffiano del Cognac, veramente artigianale, frutto di piccole produzioni. E i grandi brandy italiani». Brandy, Cognac e Armagnac trovano spazio in molti cocktail (non soltanto i canonici Sazerac o Brandy Crusta, per esempio, ma anche divagazioni su Old Fashioned, Manhattan ecc.). All’ora dell’aperitivo il drink è accompagnato da 4 finger food: sfiziosità al piatto come crespelle di magro, salamini di Mandrogne, pollo alla cacciatora ecc. E ogni mercoledì, dalle 19, scocca il “Rosso di sera” con uno chef ospite che presenta un piatto abbinato a un cocktail. Tutto questo, dal 2015, è replicato anche ad Acqui Terme, nel secondo locale di proprietà di Barberis, il Caffè dei Mercanti. Ma Luigi non si ferma ed è pronto per una nuova apertura: sarà ad Alba, entro fine anno.

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