Il digitale come il fuori casa non l’ha ancora visto

Le app per il delivery e per i pagamenti cashless sono solo la punta dell'iceberg. La trasformazione digitale del fuori casa è appena cominciata. Ecco le quattro direzioni verso cui sta andando

fuori casa digitale
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Che nel futuro del fuori casa il mondo digitale assumerà un peso e un'importanza ancora maggiori, ormai, lo sanno anche i sandwich.

Ma proprio i sandwich, almeno quelli confezionati, potrebbero essere oggetto - insieme a tutto il foodservice - di una grande trasformazione, destinata a cambiare le logiche e le modalità prevalenti con cui aziende e distributori oggi approcciano il mercato. Il tema è la digitalizzazione della filiera del fuori casa, cui The Npd Group Italia ha dedicato un incontro di approfondimento a Sigep Exp 2021 (leggi anche: "Cinque trend che modificheranno il fuori casa").

«Fino a oggi - afferma Matteo Figura, responsabile della Business Unit Foodservice di The Npd Group Italia - ci si è focalizzati prevalentemente sulla digitalizzazione dal lato del consumatore: e quindi App per il delivery, Qr code per i menu, sistemi di pagamento cashless. Ma gli sviluppi più significativi sono quelli che riguardano l'intera filiera».

Quattro gli aspetti su cui l'esperto mette l'accento: la creazione di un linguaggio comune, la digitalizzazione degli ordini, le blockchain e l'uso dei big data.

Un linguaggio comune per tutti

Un primo elemento di grande trasformazione è l'estensione dei codici a barre ai prodotti del foodservice. Un progetto a cui sta lavorando Gs1 Italy: «Nel mondo della gdo - spiega Paolo Cibien, foodservice engagement manager di Gs1 Italy - il nostro sistema Immagino ha catalogato 150mila prodotti, pari a oltre l'80% di quelli venduti nel canale. Nel fuori casa siamo a circa il 10%. Avere un linguaggio comune permette di allineare i flussi fisici delle merci con quelli informativi, rendendo molto più efficiente la logistica e l'amministrazione, ma anche il marketing e la relazione con il cliente».

La digitalizzazione degli ordini

Digitalizzare gli ordini, avvalendosi anche di Intelligenza artificiale e modelli previsionali, renderebbe molto più efficiente la distribuzione: «Alcuni esempi ci sono già - spiega Figura -: i fusti di birra collegati con le piattaforme digitali permettono di segnalare la necessità di sostituirli e di creare modelli previsionali sulla base dello storico, utile anche al gestore per pianificare meglio la propria attività, oltre che i propri acquisti».

Trasparenza e tracciabilità

La diffusione delle blockchain potrebbe rendere il mondo del fuori casa più trasparente e soddisfare la voglia di garanzie e di autenticità del cliente. Un aspetto a cui sta lavorando Virgilio Maretto, ceo e cofondatore di pOsti: «La blockchain, in parole povere, è un grande database che si può applicare a qualunque filiera dove sono presenti più attori: non fa altro che raccogliere informazioni, catalogarle, renderle immodificabili - facendosi garante della loro autenticità - e metterle a disposizione di tutti. L'abilità e l'utilità sta nell'utilizzare queste informazioni - per esempio sull'origine di un prodotto, sull'etichetta, sul confezionamento - creando uno storytelling interessante per il consumatore».

Il delivery, suggerisce Maretto, può essere un ambito di applicazione: «Pensiamo a una blockchain che ci dica tutto su confezionamento, trasporto e consegna. Sarebbe un'ottima garanzia per il cliente».

L'utilizzo dei big data

Un ulteriore elemento di trasformazione del fuori casa sarà nella capacità - da parte di industria, distribuzione, ma anche dei singoli punti vendita - di utilizzare i big data: «La quantità di dati disponibili sui clienti e sui consumi è sempre maggiore - spiega Figura -. Sarà sempre più importante la capacità di raccoglierli e di utilizzarli per prendere decisioni consapevoli. Navigare a vista diventa sempre più complicato».

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