The Doping Club creativo: tre bar privati nelle suite del The Yard

Pochi turisti in hotel? The Yard a Milano ha riconvertirto tre suite in altrettanti bar prenotabili per eventi. Che si affiancano allo spazio di The Doping Club, bar dell’hotel in stile british

The Doping Club di Milano, zona relax

La mancanza di turisti internazionali sta mettendo a dura prova i bar degli alberghi di Milano situati in zone come i Navigli e il Duomo. Alcuni hanno escogitato metodi innovativi per affrontare la crisi attuale, come The Doping Club dello Yard Hotel, noto lobby hotel bar che si trova alla Darsena.

Prima dell’attuale situazione del Covid-19, The Doping Club aveva un totale di 350 posti a sedere (250 al bar, 100 al ristorante). Con una soluzione unica e brillante per risolvere la crisi alberghiera dovuta all’attuale carenza di turisti, The Yard ha trasformato tre delle sue suite al piano terra in bar privati, che possono essere prenotati da gruppi con il loro bar personale, completamente rifornito di attrezzature per baristi, bicchieri, ghiaccio e cocktail classici in bottiglia. Non solo. Su richiesta, un bartender personale è a disposizione per preparare drink personalizzati per gli ospiti. Al piano superiore dello Yard, invece, la sala più grande dell’hotel, di circa 120 metri quadrati, è stata trasformata in una sala da pranzo privata, dove lo chef prepara la cena direttamente davanti a un massimo di 15 ospiti.

The Yard nasce 8 anni fa come piccolo boutique hotel a pochi passi dalla Darsena in Piazza 24 Maggio, cuore della movida milanese. Un anno dopo viene inaugurato l’esclusivo lobby bar The Doping Club. Il concetto dello Yard è un club sportivo all’avanguardia, dove tutte le 32 camere dell’hotel sono a tema sportivo, ognuna dedicata a una disciplina differente. The Yard sembra quasi una variante moderna dei club per gentiluomini della vecchia Inghilterra e, lasciando spazio all’immaginazione, sembra quasi di essere sul set di un film di Hollywood.

Mille metri quadrati di bar

Il bar centrale, situato accanto alla reception dell’hotel, è la fonte dei “toccasana” liquidi di The Doping Club. Distribuito su più aree e su una sbalorditiva superficie di 1.000 metri quadrati, The Doping Club comprende ora anche il Bistrot Restaurant Gipsy e la pizzeria Dirty Gym.
Sulle orme di alcuni grandi bartender che lo hanno preceduto - nomi noti nel settore, come Massimo Stronati, Sette Piterà, Stefano Agostino e Francesco Galdi - Simone Pappalardo tiene ora le redini come bar manager del Doping Club. Accanto a Simone ci sono il floor manager Ginger Baroni e il team di bartender Pasquale Stoppelli, Eros Schiavon, Alberto Corvi, Lorenzo Fallovo e Gara Kaj, che si alternano nei ruoli di bartender, baristi e camerieri. L’attuale menu dei cocktail di The Doping Club propone un elenco di 12 signature drink in continuo cambiamento, una serie di varianti di ricette classiche. Considerato da molti il più bel bar di Milano, The Doping Club è arredato con un mix eclettico di mobili antichi, moderni, di seconda mano o vintage. Tanto che in questo suggestivo locale ogni oggetto ha la propria storia e, se ci si può permettere di pagare il prezzo sul cartellino, è possibile anche portare un elemento d’arredo a casa propria. La tipologia di ospiti del locale è molto varia come dandy, signore amanti del bien vivre o studenti curiosi. Il filo che li accomuna è la ricerca di un luogo accogliente e dove sanno coccolare il cliente.

Abbiamo chiesto a un cliente abituale, Memfi Baracco di Compagnia dei Caraibi, di riassumere cosa significa per lui il Doping Club. Citando Teofrasto, ha dichiarato: «Il tempo è la cosa più preziosa che un uomo possa spendere. Trovandomi spesso a Milano per lavoro, il The Yard Hotel è stato come una seconda casa dove, grazie al team di prima classe di The Doping Club, ho trascorso in modo splendido ciò che non va mai sprecato: il nostro tempo». Basta un’occhiata a questo dandy club, fatto non solo di begli arredi ma soprattutto di un’impeccabile ospitalità, per essere d’accordo con Memfi Baracco.

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