Il Bitter Bianco è il nuovo nato della gamma Strucchi

Presentato al Roma Bar Show, il Bitter Bianco Strucchi è il nuovo prodotto «pensato per la beva contemporanea». Un invito a preparare un Negroni Bianco

«Deturpazioni del vero Vermouth tipico di Torino», così Arnaldo Strucchi definiva tutto ciò che dal vermouth prendeva le mosse. Pur ammettendo che «sono ammesse, anzi ricercate dal commercio». A citarlo, anzi declamarlo, è Paolo Dalla Mora, l’uomo che a Strucchi ha dedicato una linea contemporanea, che pesca nella storia del Vermouth. Lo abbiamo incontrato al Roma Bar Show, dove ha presentato il Bitter Bianco Strucchi, il nuovo prodotto della gamma, che si va ad aggiungere al Vermouth Strucchi Bianco, Vermouth Strucchi Rosso, Vermouth Strucchi Dry e Bitter Rosso Strucchi (l'abbiamo raccontata qui).

«Un prodotto innovativo che serviva, per ridare dignità al vermouth bianco», aggiunge Dalla Mora, che prontamente chiede a Leonardo Todisco, brand ambassador Strucchi, nonché bar manager del nuovissimo Cassina Cafè by Strucchi, di preparare il suo Negroni Bianco. Per comporre la ricetta del nuovo Bitter Bianco, quindici botaniche tra cui luppolo, agrumi e spezie aromatiche. Quel tono di assenzio lo fa distinguere nettamente sia al naso che al palato dal cugino rosso, insieme a un mix di note agrumate di pompelmo e mandarino, nonché balsamiche (spicca il finocchio selvatico) e i toni amari di luppolo e arancio amaro. Il finale si distende su toni amaricanti e floreali di genziana, salvia sclarea e galanga, lasciando in bocca un’eco vegetale e lievemente speziata.

«Questo nuovo prodotto offre ampie possibilità in miscelazione: per il suo bouquet aromatico, che può esplorare sfumature diverse rispetto al classico bitter rosso, e per il colore giallo paglierino, che si presta a combinazioni cromatiche più libere - afferma il brand ambassador Leonardo Todisco -. Non si tratta di un’alternativa migliore ma di una proposta complementare, capace di aprire nuove strade creative al bancone». Andando sui dettagli pratici, la bottiglia è da 70 cl e si colloca in fascia premium, con un prezzo di vendita al pubblico intorno ai 20 euro.

«Il nuovo bitter - spiega Dalla Mora - è pensato per la beva contemporanea, ma prende le mosse dagli insegnamenti di Arnaldo Strucchi». Un ponte fra l’oggi e i primi del Novecento: è del 1909 il manuale citato da Dalla Mora, nel quale Strucchi codificava il Vermouth di Torino. E anche l’etichetta, come quelle che l’hanno preceduta, va a omaggiare una figura che ha fatto la storia, all’inizio del secolo scorso. Dopo Rodolfo Valentino, Mata Hari, Greta Garbo, Josephine Baker, è la volta di Amalia Panigati (1901–1975), un nome meno noto, ma non meno importante: maestra della pittura a fuoco su vetro, è colei che ha decorato le vetrate del Duomo di Milano, che non a caso, stilizzato è rappresentato nella grafica dell’etichetta. Nella grafica, illustrata dall’artista Riccardo Guasco, la figura femminile, sospesa tra sacro e moderno, evoca la capacità di dare forma al colore. Un’ispirazione per chi si troverà a miscelare con questo prodotto, così limpido da poter diventare una tela bianca.

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