Il Mumac, museo d’impresa di Gruppo Cimbali a Binasco, alle porte di Milano, in questi giorni è chiuso al pubblico, come tutti gli altri musei. Se non può esserlo per i visitatori, le sue porte rimangono comunque aperte per gli operatori sanitari che qui possono operare e le persone che verranno vaccinate al suo interno. Il bilancio del primo giorno di attività è di 270 over 80 vaccinati; nei prossimi mesi continuerà ad essere una delle sedi per la Asst di Melegnano e della Martesana per la campagna vaccinale, diventando hub di riferimento per le vaccinazioni di massa.
Angelo Cordone, direttore generale della Asst ha ringraziato l’Azienda «per averci garantito la disponibilità in tempi così brevi di un luogo unico, affascinante, che racchiude non solo un secolo di storia aziendale, ma diventa oggi un modello vincente per fare ripartire il territorio». Ogni giorno sarà un tassello, un passo avanti per raggiungere rapidamente quell’ampia immunizzazione da tutti auspicata, che permetterà di vivere con maggiore serenità.
Già lo scorso marzo Gruppo Cimbali, oltre a una copertura assicurativa sanitaria aggiuntiva per i dipendenti aveva deciso di elargire 10 ventilatori polmonari del valore complessivo di circa 200mila euro. Il suo presidente, Maurizio Cimbali sottolinea che «in un momento così difficile per il nostro Paese è per noi un piacere, ancor prima che un dovere, sostenere il territorio mettendo a disposizione della comunità gli spazi del nostro museo. Abbiamo così voluto dare un piccolo ma importante contributo alla campagna vaccinale per aiutare in tal modo la ripartenza». Perché è da qui, come testimonia da qualche giorno l’Inghilterra, che ha provveduto a immunizzare un’ampia fascia di popolazione e in questi giorni registra pochissimi contagi, che riprende la speranza di una vita normale, alla quale si deve accompagnare una fiducia prudente.
Anche dal sindaco di Binasco, Riccardo Benvegnù, giunge un ringraziamento all’azienda e alla Famiglia che la guida «cui va tutta la mia riconoscenza: hanno dato testimonianza concreta di cosa significhi essere impresa sul territorio. Essere comunità è avere la consapevolezza che da un momento drammatico di difficoltà si può uscire solo lavorando tutti insieme, fianco a fianco, con un unico interesse: il bene comune».