Parliamo di thè. In trecento modi

Trecento tè pregiati. Aree differenziate in base allo stile del servizio proposto. Miscelazione a base di tè e corsi dedicati. Così una boutique di Monza si è evoluta in tea house

Centinaia di tè pregiati. Aree differenziate in base allo stile del servizio proposto. Miscelazione a base di tè e corsi dedicati. Così una boutique di Monza si è evoluta in tea house

La bevanda che accompagnava le opere d’arte nella “bottega” dell’artista è diventata una passione che presto ha invertito il peso dell’offerta. Protagonista è il tè, accompagnato da quadri, gioielli e abiti realizzati da Mireille Sardo, che ha creato e fatto crescere quello che oggi è un luogo di consumo e di cultura della seconda bevanda più bevuta al mondo: Parliamo di Thé. I 50 mq di nove anni fa, dallo scorso maggio sono diventati 300, in un elegante stabile nel cuore di Monza: altrettanti sono i tipi di tè offerti, ai quali si accompagnano anche dolci, snack, caffetteria e bevande miscelate, ovviamente a base di tè. Alla conduzione del locale ci sono la fondatrice e il figlio Olivier Sala, che ci guida in una realtà che unisce la tradizione ai riti più attuali.

«Con ritmi più lenti rispetto ad altri Paesi come la Francia, la Germania e l’Inghilterra, anche in Italia si comincia a conoscere e apprezzare il tè, e questo locale ne è la prova - afferma -. Siamo nella patria del caffè (e non si discute), ma le tante varietà, le mille sfumature di gusto, le proprietà benefiche che si legano al rito del tè incuriosiscono e appagano i clienti».

Il locale è disposto su due piani. Entrando ci si trova in un ambiente spazioso, con scaffalature che contengono i diversi tipi di tè. Al centro, un’isola che propone prodotti d’asporto e sul lato opposto, verso le vetrine, si trova una lunga mensola con sgabelli per i clienti.

Importazione diretta

Coi genitori, Olivier ha approfondito la conoscenza del tè andando a scoprirne la realtà nei luoghi di produzione: «Viaggiare è bello e formativo - riprende -: si comprendono a fondo la fatica e l’impegno della coltivazione e della selezione. Viaggiamo per tutta l’Asia e lavoriamo direttamente con alcuni importatori, ma il 70% dei tè pregiati li abbiamo selezionati e li importiamo direttamente da Taiwan, Cina, Sri Lanka, Giappone e Corea». Parlando di prodotti di pregio, si arriva a un secondo ambiente in cui i barattoli per il tè sono suddivisi per zona d’origine. Siamo nella sala in cui si  offre il servizio Gong Fu Cha, il cerimoniale tipico cinese; lungo le pareti gli scaffali propongono gli strumenti per realizzarlo. Nel lato opposto del locale si evidenzia l’origine francese della fondatrice, oltre che nella grafia (thé), anche nei dolci dedicati alla prima colazione come croissant, madeleine, pain au chocolat, mentre nel menu lunch la fanno da padrone le crêpes dolci e salate. Oltre a tè e tisane, si possono gustare un espresso o un aperitivo, che ovviamente ha il tè tra gli ingredienti. Non mancano i bubble tea, dalle numerose combinazioni di gusto; il dubbio è che questa offerta colorata possa quasi “disturbare” l’attenzione e il rigore che caratterizzano il locale. Ma, osserva Olivier: «Trattiamo ogni prodotto attorno al tè, dalle ultime tendenze ai riti più antichi. Del resto questi prodotti sono segno dei tempi, come Starbucks è l’evoluzione del caffè».

Menu del tè a rotazione

Il primo piano è suddiviso in quattro sale, con impostazioni, colori, luci, arredi differenti; la nota artistica di famiglia si coglie subito. La prima è più piccola si chiama Camelia Sinensis, il nome scientifico della pianta del tè, e si affaccia su un piccolo giardino. Segue la sala Darjeeling come il famoso tè nero che prende il nome di una regione dell’India. Il terzo ambiente è denominato Lung Ching (tè verde cinese prodotto nelle province dello Yunnan e dello Zhejiang) e propone lo stile della sala da tè cinese. Infine un ambiente dedicato al Giappone, il cui nome richiama il migliore tè del Paese con cui si ottiene il Matcha: Gyokuro. La sala è arredata con tatami; qui si officia la cerimonia Sencha Do, una tecnica tradizionale giapponese, e si accede solo su prenotazione.

Il menu varia due volte l’anno: in quello estivo le bevande hanno prevalenza di aromi floreali e fruttati; nella stagione fredda sono protagoniste le note speziate e agrumate. Con l’arrivo dell’autunno riprendono i corsi e seminari su una bevanda e la sua materia prima che richiedono cura e precisione, se si ha a che fare con un prodotto di pregio.

Nella carta di Parliamo di Thé non manca la voce Cocktail & Aperitivo, con 4 ricette per ogni momento della giornata.

Il consiglio per il pre dinner? Una rivisitazione dello Spritz, in cui si utilizza il Rooibos, un tipico the rosso sudafricano, dalle proprietà benefiche.

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