Ben 1500 chilometri, dei quali molti in montagna, nel cuore dell’India meridionale, il quinto produttore mondiale di caffè. Li hanno percorsi Enrico Romano, titolare di C.B.C. di Roma, Vittorio Barbera di Barbera 1870, Paola Goppion di Goppion Caffè e Andrea Matarangolo di Mondi Caffè, rappresentanti di CSC - Caffè Speciali Certificati, associazione nata nel 1996 da un gruppo di torrefattori per promuovere la cultura del caffè di qualità, per visitare le piantagioni certificate e rinforzare il legame con i produttori.
Prima tappa è stata nel Ghats occidentale, che ospita le colline del Bababudangiri, spina dorsale dell’industria del caffè indiano, dove si trova la Badra Estate and Industry. L’area di coltivazione si estende su 620 ettari a un’altitudine che varia dai 600 ai 1300 metri e comprende sia arabica sia robusta, con una produzione totale che va da 750 a 850 tonnellate. Gli arabica, coltivati tra 100 e 1500 metri, presentano in tazza un corpo pieno e rotondo, un gusto ben pulito, con un’acidità raffinata e un bouquet aromatico floreale. La robusta, che cresce a un’altitudine maggiore rispetto ad altri paesi e si trova spesso confinante con l’arabica, presenta un corpo pieno, note intense di cioccolato e nocciola tostata, retrogusto persistente e gradevole. La qualità dei robusta prodotti da Badra è tra le migliori al mondo, grazie all’attenzione sia nella fase del raccolto (solo ciliegie ben mature) sia dell’asciugatura del caffè verde, della successiva pulizia e della selezione manuale, un lavoro di rifinitura eseguito dalle donne in modo sartoriale.
La seconda piantagione visitata è quella di Fairland, nello stato di Karnataka, distretto di Kodagu, nell’area sud-occidentale del Paese. Qui opera la compagnia BBTC – Bombay Burmah Trading Company, nota per avere dato il proprio nome a una famosa varietà di arabica: la BBTC selection. BBTC fornisce un caffè lavato, selezionato a mano due volte, che cresce all’ombra nella fitta giungla indiana tra i 900 e i 1070 metri. In bocca è piacevole, dal gusto delicato di cacao che persiste nel retrogusto, ideale da unire ad altri lavati per creare una miscela espresso. Nella piantagione Raigode BBTC produce una robusta di qualità Parchment AB, che cresce tra 850 e 950 metri. Lavato ed essiccato al sole, si distingue per l’assoluta pulizia e la mancanza di difetti e in tazza offre corpo pieno e ricco, dalla bassa acidità, perfetto per un moderato impiego in miscela da espresso. BBTC ha realizzato anche un impianto per la produzione di biogas dal residuo di lavorazione delle ciliegie di caffè, con cui oggi si produce il 70% del fabbisogno energetico della piantagione, con l’obiettivo di arrivare al 100% in tre anni. Non manca la curiosità: il Black Ivory, ovvero chicchi di robusta mangiati dai pachidermi, espulsi dopo la digestione e raccolti, ripuliti e tostati per realizzarne estrazioni.
Terza tappa le Shevaroys Hills, nello stato di Tamil Nadu nel sud dell’India. Sulla cima di uno dei rilievi, tra i 1300 e i 1600 metri di altezza, si trova la piantagione di Vellakadai, dove i cicchi di caffè si trovano accanto agli alberi di mandarini. Tutta la lavorazione è effettuata manualmente: la raccolta avviene tra dicembre e gennaio ed è fatta da donne, che poi selezionano le bacche migliori del raccolto del giorno. Il prodotto è quindi lavato e asciugato al sole su un patio di mattoni, mentre sono sempre donne che verificano la qualità dei cicchi prima di immagazzinarli nei sacchi di juta. Le piantagioni si estendono su più di 600 ettari, dei quali 400 di arabica e 230 di robusta. Qui si produce l’India Vellakadai, un arabica dalle caratteristiche molto interessanti: è pulito in bocca, piacevole con il suo corpo deciso e le note persistenti di cioccolato; la dolcezza si accompagna a un’acidità delicata. Caratteristiche che lo rendono ottimo da gustare sia in purezza sia da utilizzare come base per miscele espresso di alta qualità.