Barawards, i protagonisti: Flavio Angiolillo

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Intervista al Brand Ambassador spirits&co dell’anno di Barawards 2021: «Competere è salutare, se lo si fa per comprendere se stessi e il proprio livello. Vincere può essere un trampolino, mai un punto d’arrivo».

Un bartender che non ha bisogno di presentazioni, questa volta in vesti nuove ma sempre di successo: Flavio Angiolillo, italo-francese, volto arcinoto del panorama della miscelazione milanese, patron del gruppo Farmily che comprende Mag, Mag La Pusterla, Iter, Backdoor43, lo speakeasy 1930 (35esimo bar al mondo nel 2022 secondo World’s 50 Best Bars) e il nuovo cocktail bar del Mercato Centrale.

Il premio agli ultimi Barawards lo vede protagonista però come brand ambassador di Dripstillery, progetto produttivo parallelo a quello dell’ospitalità, lanciato a fine 2020 in collaborazione con Fundeghera1939, che si sta facendo spazio sul mercato con il Bitter Fusetti: «Si sono stupiti in molti per questo riconoscimento, ma credo siamo riusciti a far parlare del nostro prodotto e a mostrarlo nella sua essenza più vera, dal dietro le quinte dell’imbottigliamento, alle tecniche di miscelazione, e questo ha fatto la differenza».

Più abituato a confrontarsi con i brand ambassador che a esserne uno di per sé, Angiolillo sottolinea l’importanza dell’allineamento tra valori del professionista e quelli dell’azienda da rappresentare: «C’è stato un momento in cui i brand ambassador si moltiplicavano, erano evidentemente troppi ed è stato fin troppo chiaro come non ci fosse passione. È fondamentale credere nel marchio per cui ci si espone, dev’esserci sintonia: rappresentare la mia stessa azienda è stato un vantaggio, chi non ha questa possibilità dovrebbe comprendere a fondo il brand e di conseguenza organizzare il proprio lavoro su target, mercato, consumatori”». E nulla va lasciato al caso: «È un lavoro che richiede pianificazione e senso pratico, con calendari da rispettare, viaggi, utilizzo dei social network». Non è la prima apparizione per Angiolillo ai Barawards, in passato premiato per i suoi bar: «Competere è salutare, se lo si fa per comprendere se stessi e il proprio livello. Vincere premi può essere un trampolino, ma mai dev’essere un punto d’arrivo».

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