Viagras e Spritz medicali al Caffè Farmacia

Dove c’era una farmacia ora c’è una caffetteria che non ha tradito l’antica origine: dagli arredi a una proposta quasi tutta giocata sui nomi di pasticche e pillole. Risultato? Un mix davvero originale. Succede a Legnano.

Caffè Farmacia
Dove c’era una farmacia ora c’è una caffetteria che non ha tradito l’antica origine: dagli arredi a una proposta quasi tutta giocata sui nomi di pasticche e pillole. Risultato? Un mix davvero originale. Succede a Legnano.

Patti chiari: il Viagras non promette l’effetto della quasi omonima pillola blu; la Tachipirinha non abbassa la febbre; il panino Augmentino non fa il lavoro di un antibiotico. Non siamo a una nuova, sperimentale frontiera della miscelazione, nella quale i cocktail si trasformano in farmaci. Però basta l’atmosfera “farmaceutica” a rendere il Caffè Farmacia di Legnano un posto davvero particolare. Questa caffetteria-bistrot e cocktail bar è ospitata nei locali di una storica farmacia del centro, a marzo scorso rinnovati per avvicinarli ancor di più al mood che dà un’impronta a tutta l’offerta. Non saremo nel campo della sperimentazione tentata a Zurigo con la ApoDoc, un concept misto aperto da qualche anno che dà la possibilità di farsi visitare da una equipe medica, comprare farmaci (veri), per poi passare al cafè per uno spuntino. Viene più in mente Farmacia Del Cambio a Torino, oppure ORA, in Oranienplatz a Berlino: ristorazione e mixology sviluppate tra scaffali e cassettiere che un tempo contenevano farmaci e spezie, rispettando il vissuto e la storia del luogo.

Al Caffè Farmacia quasi tutte le proposte giocano con lo stile “farmaceutico” che il titolare Beppe D’Armento ha scelto nel 2013. Queste stanze centralissime (al civico accanto c’è il municipio di Legnano, di fronte la Basilica di San Magno) hanno ospitato la farmacia gestita dalla famiglia Campiglio da fine ‘800 fino al 2010. Poi sono rimasti vuoti per qualche tempo.

Interni shabby chic

D’Armento, salentino con 30 anni di esperienza nella caffetteria, nella miscelazione e come consulente per la ristorazione, gestiva una caffetteria nelle vicinanze. Ha colto l’opportunità, immaginando fin da subito l’offerta del Caffè Farmacia. «Volevo valorizzare questo luogo senza snaturarlo - racconta a Bargiornale - ho pensato la formula, registrato il marchio a livello nazionale e progettato gli interni in stile shabby chic minimal, che ha colpito subito la clientela sin dall’inaugurazione nel 2014. A marzo abbiamo riarredato, marcando ancor di più il tema farmacia: cassettini, vasetti di ceramica, nomi dei piatti e dei caffè: volevo sottolineare il format in ogni dettaglio».

L’insegna originale della farmacia campeggia ancora sopra l’ingresso, il locale funziona come un bar, come un bistrot all’ora di pranzo e come ristorante tra le 10 e le 22. Si parte la mattina, e non mancano caffetteria e cappuccineria classica. «In parallelo abbiamo creato i caffè calmanti con nomi simili a quelli degli ansiolitici: Tavor’s, Valiums, Cxanax. Caffè decaffeinato, aroma, crema di latte e cioccolata in inverno, che diventano crema caffè e caffè aroma in estate. Non poteva mancare il pasticciotto salentino, in omaggio alle mie origini». In più ci sono in carta i caffè essenziali, dei normali caffè con l’aggiunta di una goccia di estratto di oli essenziali, sufficiente per aromatizzarli al mandarino, al pistacchio, al cocco, alla mandorla, allo zenzero.

Il cavallo di battaglia è l’aperitivo, quando scatta l’attenzione maniacale per i dettagli del veterano D’Armento. Niente buffet, ma servizio diretto al tavolo; un menu che cambia tutti i giorni con 7-8 finger food legati alla carta cocktail.
Questa, accanto ai classici, presenta la lista Laboratorio chimico, con cocktail a 10 euro che giocano sui nomi dei farmaci. Una quindicina di proposte alcoliche, dal Nuarofen (gin, succo d’arancia, polpa di kiwi, blue curaçao, spumante) alla Tachipirinha (vino rosso secco, cachaça, tonica, lime e zucchero di canna); dall’Aspirino (Aperol, succo arancia, Gum Nero, spumante) al Viagras (Blue Curaçao, gin, spumante e succo di limone) e il Palexias, più quattro analcolici.

L’estate vede protagonisti spritz rivisitati con spezie aromatiche e frutta fresca. Collocazione speciale per i Mojito in versione farmacia (alle spezie, alla fragola, al passion fruit, allo zenzero, sempre a 11 euro aperitivo compreso) e per lo Spritz medicale a base di un liquore di 10 erbe e spezie, cimato con tonica e spumante, ginepro, menta e lime, novità del 2018. Le sperimentazioni nel campo della mixology sono appannaggio del titolare, che ha voluto circondarsi di giovani di carattere. «Ho formato internamente un team giovane e determinato, perché io stesso arrivo “dal basso” e volevo trasmettere quella voglia di emergere che mi ha spinto». La fascia oraria dell’aperitivo “macina” bene, insieme alle sere estive, anche grazie allo spazio esterno che abbraccia la piazza. «La clientela? Un target medio alto - spiega il titolare - dai 30 anni in su, comprese molte famiglie. In zona ci distinguiamo per l’attenzione al servizio, che conquista anche a fronte di prezzi più alti».

Prodotti in esclusiva e vintage

Completano l’offerta i piatti unici veloci del bistrot, nella fascia della pausa pranzo, a 12 euro con acqua e caffè (dallo Zovirox al Vegan Sex) e i panini, le piadine e gli hamburger (Buscopane, Fishermans, Augmentino), legati al tema farmacia solo dal nome, ma non oggetto di variazioni sul tema come accade per i cocktail. «Con la carta vini - aggiunge D’Armento - ho cercato di coprire tutto il territorio nazionale, con circa 100 etichette tra bianchi e rossi, almeno due per regione. Quanto alla birra, offriamo 6 diverse tipologie di una birra artigianale del lago di Garda, prodotta dal birrificio Benaco 70, per le quali abbiamo l’esclusiva di zona. Idem per le bibite Paoletti, un marchio di bibite gassate tradizionali italiane con etichette vintage, di Ascoli Piceno». Resta, sottotraccia, l’idea di sviluppare, in futuro, il business e soprattutto il tema di Caffè Farmacia.

Visto il successo planetario della già citata pillola blu, perché non concedere notorietà al “cugino” Viagras?

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