Baritalia Tour: i grandi cocktail bar del Veneto

Dalla laguna veneziana al litorale veneto, facendo tappa a Verona, Treviso, Vicenza, Bassano del Grappa, Santa Maria di Sala e Padova. Il nostro itinerario in vista della prossima tappa di Baritalia a Jesolo il prossimo 13 giugno, al King's Club

Dopo Puglia e Campania, il nostro tour tra i grandi cocktail bar d’Italia prosegue in Veneto, terra ricca di tradizioni legate alla produzione di liquori, vini e distillati, mentre ci avviciniamo alla tappa di Jesolo (Ve) del 13 giugno. I locali specializzati in miscelazione d’autore nella regione sono tanti, e questa non vuole essere assolutamente una lista esaustiva, ma un promemoria per tutti coloro che si vogliono avventurare alla loro scoperta. Armatevi, dunque, di una buona bussola, perché si fa presto a perdersi...

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Giungiamo in Veneto via mare, come tanti viaggiatori per secoli prima di noi. Ci accoglie lo spettacolare Canal Grande, che ci porta ad un approdo degno di una spia doppio zero: l’Hotel Danieli. Il suo Bar Dandolo è il regno di Roberto Naccari, esperto bar manager che in questa cornice fatta di colonne in marmo, decorazioni floreali d’oro e preziosi tappeti, fornisce un servizio impeccabile, con cocktail ricercati dalle solidi base classiche.

Pochi passi e siamo all’Harry’s Bar, che è il punto di inizio obbligato di qualsiasi viaggio che un bon vivant voglia intraprendere. Vanta 91 anni di storia ed è una delle bandiere più gloriose in fatto di ospitalità. È un modello per professionisti di tutto il mondo ed è capostipite di una costellazione di aperture. Ancora oggi entrando si viene accolti da un signore in doppio petto di nome Arrigo Cipriani....

In un attimo siamo dall’altro lato della laguna, dove si affaccia il Belmond Hotel Cipriani, uno degli alberghi più iconici della città posizionato sull’isole della Giudecca. Qui Walter Bolzonella ha per anni tenuto le redini de Il Gabbiano, ritrovo abituale delle star hollywoodiane  nei giorni del Festival del Cinema. Ora si avvia ad una meritata pensione (senza però lasciarsi scappare l’occasione di esser parte della giuria d’onore della tappa veneta di Baritalia), lasciando il timone a Riccardo Semeria.

Ritorniamo nel cuore della Serenissima, in piazza San Marco, e ci fermiamo per un espresso in un caffè che ha testimoniato lo scorrere di oltre 300 anni di storia. È il Caffè Florian, fondato nel 1720 sotto gli archi delle Procuratie Nuove di San Marco ed è il locale storico più longevo d’Italia. Un’orchestra guida i camerieri in livrea che, sui loro vassoi d’argento, portano le tante specialità della casa: dalla cioccolateria alla pasticceria, dai cocktail classici agli aperitivi tipici. Fare una sosta al Florian, all’interno del portico o in una delle sue quattro sale interne, significa prendere un pezzetto di storia e metterselo in tasca.

Con gli occhi ancora ebbri di bellezza, il nostro prossimo approdo è l’Hotel St. Regis e il suo Arts Bar guidato da Facundo Gallegos: nato in Argentina e cresciuto nel Nord Est italiano, vanta una carriera tra Dorchester, Connaught e Coburn.

Dopo un rinvigorente Bloody Mary preparato da Gallegos, proseguiamo il nostro cammino tra le “calli” del sestriere di San Marco, arrivando allo Chic Bar della Taverna La Fenice: a due passi dall’omonimo Teatro. L’interno tipicamente ottocentesco e l’ampio dehors in stile eclettico non passano inosservati, come ai tempi non è passato inosservato il direttore del bar Gennaro Florio che, in Casinò Royale, prepara da bere a Daniel Craig (ultimo interprete cinematografico dell’agente segreto 007) il celebre Vesper Martini. Dentro il bar, una porta segreta porta direttamente al teatro; noi la usiamo, invece, per uscire dal sestriere e spostarci dall’altro lato del Canal Grande, a Dorsoduro.

A Dorsoduro ci imbattiamo quasi subito nell’Experimental Cocktail Club, nuova apertura del gruppo francese Experimental. Rimaniamo subito colpiti e piacevolmente sorpresi dall’originale drink list del locale creata dalle mani esperte di un giovane talento di nome Lorenzo Di Cola, incentrata su innovazione, creatività e giocosità.

Come ultima tappa del nostro tour nella laguna, puntiamo, infine, in direzione della famosa Chiesa dei Frari, situata nell’omonimo campo nel sestriere di San Polo. Qui opera Il Mercante, piccolo cocktail bar su due piani ricco di atmosfera e vibrazioni positive. È tra i primi cocktail bar in città ad aver portato la miscelazione di alto livello a prezzi accessibili. Merito di un team di giovani creativi capitanato da Alessandro Zampieri.

Da Venezia ci trasferiamo a Jesolo, località balneare tra le più conosciute della Penisola, che registra oltre 5 milioni di presenze turistiche all’anno: è qui che si svolgerà il prossimo 13 giugno la tappa veneta di Baritalia. A ospitare il nostro laboratorio di miscelazione sarà il Kings Club, già punto di riferimento della nightlife jesolana fin dalla sua apertura nel 1967 e tornato a risplendere di recente grazie a due giovani ma espertissimi imprenditori: Riccardo Checchin e Thomas Visentin, fondatori della Lobby Agency, specializzata nella gestione di locali.

A Jesolo sono due i locali in cui ci siamo fermati per scacciare la sete: il TerrazzaMare e La Floridita. Il primo si distingue per un ambiente ricercato e una carta top a base di crudi di pesce, ostriche, calici di bollicine e Dry Martini. Il secondo è diventato il meeting point di tutti gli appassionati di distillati di canna da zucchero. È famoso per i suoi Mojito e per un’ottima selezione di rum e cocktail tropicali.

Al termine del nostro giro in costa non lasciamo Jesolo senza “salire più in alto” e cioè al sesto piano del J44 Hotel, dove si trova l’american bar Tacco11, unico skybar della città. La vista - dal mare Adriatico alle Dolomiti - è davvero spettacolare, soprattutto se accompagnata da un Gin&Tonic, selezionato da una vasta proposta di miscelati.

Ed è proprio con un Gin&Tonic  in mano che, affinando lo sguardo e l’immaginazione, riusciamo a scorgere dalla terrazza un vecchio casolare del ‘400 circondato da un grande giardino, pieno di persone. È la Gineria di Santa Maria di Sala (Ve), ristorante e cocktail bar immerso nel verde in cui Diego Cesarato ha stipato la bellezza di 1.098 referenze di gin, più altrettante di altri distillati e liquori. Uscendo da questo giardino “gineproso” e inebriante, proseguiamo il nostro all’interno della regione, raggiungendo Vicenza.

La città nota per gli eleganti edifici progettati da Andrea Palladio, architetto del XVI secolo, è la sede di Enjoy di Giacomo Diamante, laboratorio di miscelazione con secret bar annesso. Qui una squadra di “artigiani del bere” produce una linea di oltre 30 referenze proprie e serve clienti appassionati del “buon bere” da ormai 10 anni, consolidandosi come una delle realtà più importanti in Italia.

Da Vicenza raggiungiamo Bassano del Grappa (Vi), territorio molto dinamico a livello imprenditoriale e protagonista di nuove iniziative. Tra gli ultimi locali nati proprio in questa area c’è Al Quèrto, cocktail bar di Filippo de Martino e Alvise Zonta, due giovani bassanesi che, dopo esperienze a Roma e Milano, hanno aperto il loro angolo di paradiso basato su un solo motto: qualità. Nell’offerta, nei prodotti, ma soprattutto anche nella vita di chi lavora con loro.

A pochi minuti di distanza, nei pressi del celebre Ponte Vecchio, si trova il Palazzo delle Misture, che nei suoi 12 anni di storia ha conosciuto due sedi. Quella attuale è in un palazzo storico del centro, l’ex Monte di Pietà. L’ambiente è quello di un elegante jazz cafè dalle luci soffuse e caratterizzato da una scenografica bottigliera a libreria. Un locale che si distingue per la gran cura nella selezione di distillati e nella proposta di forgotten cocktails e di rivisitazioni.

Dopo Bassano è la volta di Padova. Prima di arrivare in centro città, facciamo uno stop in una quiete via residenziale. Saliamo al secondo piano di un piccolo condominio e dietro una porta scopriamo l’Ada C di Max Morandi; uno spazio di formazione e masterclass diurne, che la sera diventa un club che si rivolge a cultori di cocktail premium.

Arrivati in pieno centro, all’interno di un palazzo prorio alle porte dell’antico ghetto, ci intratterniamo al Laboratorio Alchemico, “fabbrica” di mix innovativi con ingredienti ed infusi home made che si distingue per una filosofia ambientalista zero sprechi.

Prima di lasciare la città è d’obbligo ancora una sosta e precisamente al R2 Cocktail Lab, laboratorio di miscelazione del ristorante Radici, dove il barman Enrico Chillon ha sviluppato un menu dedicato alla città: ogni drink parla di vie, monumenti, quartieri e storie dell’urbe. Qui la cucina lavora in sintonia col banco, per cui ogni piatto ha un suo cocktail in pairing.

Mangiamo e partiamo per Treviso per infilarci nell’armadio delle meraviglie di Samuele Ambrosi. Il suo Cloakroom Cocktail Lab è un hub creativo in cui si ha l’imbarazzo nella scelta tra centinaia di referenze, cocktail invecchiati in terracotta, gin da tutto il mondo e corsi di formazione. Ambrosi sta inoltre preparando una sorpresa di nome Cloakroom Studios, ma ci teniamo lo scoop per i prossimi mesi.

Ultima tappa, Verona. La nostra prima fermata è al The Soda Jerk di Claudio Perinelli: entriamo da una porta in un vicoletto, suoniamo il campanello e scopriamo che gusto ha una formica, beviamo  in una coppa a forma di seno e sperimentiamo nuove combinazioni di sapori.

Nella città degli innamorati, proprio a pochi passi dalla casa di Giulietta, si trova anche Romeo, bistrot e cocktail bar dal bancone scintillante e imponente. Ubicato all’interno di un monastero del 1100, è un locale d’atmosfera, in cui sono racchiusi tutti i principali trend della miscelazione attuale. Qui Edoardo Bullio, giovane head bartender sperimenta volentieri con fermentati, vini di Jerez, spume e bicchieri creati ad hoc.

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