Venezia da Bere, un tour dei cocktail bar della Laguna

Venezia da Bere
Scritto da Alessandra Iannello, il volume passa in rassegna i luoghi, le storie e i protagonisti del bere miscelato nella Serenissima

Dal cocktail bar dove andavano a rilassarsi Ernest Hemingway, Gabriele D'Annunzio o James Bond a quello intitolato a una fatale contessa russa o celato in un giardino nascosto. Dai locali storici di piazza San Marco alle strutture ospitate all'interno dei lussuosi hotel della Serenissima fino alle più coraggiose iniziative imprenditoriali nel campo della mixology. Conduce in un affascinante tour nella miscelazione sulla Laguna Venezia da Bere. Scritto da Alessandra Iannello, giornalista per diverse testate di food e lifestyle ed edito da Il Forchettiere, il libro si propone di accompagnare il lettore nei luoghi che hanno fatto e continuano a fare la storia del bere bene in città.

Un itinerario che, snodandosi attraverso le calli e i canali, passa in rassegna i migliori cocktail bar, divisi per sestrieri. Ne vengono recensiti 25, da quelli storici, ai cui tavolini nel corso dei secoli si sono seduti regnanti, attori e cantanti, a quelli aperti più di recente, raccontandone per ognuno le storie, i protagonisti e i signature.

Un racconto della mixology veneziana a 360°

Ma Venezia da Bere non è solo una guida. Obiettivo del libro è proporre una panoramica della miscelazione contemporanea a Venezia, operazione che arriva proprio nell’anno nel quale fa il suo debutto in città la Venice Cocktail Week (il libro sarà presentato proprio nell’ambito della kermesse, sabato 18 dicembre alle ore 15,30 alla galleria d’arte Ca’ Pesaro).

Fedele a questo intento, lo sguardo si allarga dai cocktail bar agli altri luoghi cittadini più vocati all'arte del bere miscelato, dai tradizionali bacari ai ristoranti che hanno particolare attenzione alle cocktail list e al pairing. Proprio a questi ultimi è riservato uno spazio speciale, dove gli chef più rinomati della città propongono i loro piatti più iconici in abbinamento a due drink simbolo della città, quali lo Spritz e il Bellini. Così come uno spazio è riservato alle diverse varianti dello Spritz.

A rendere il tutto ancora più ricco i tanti racconti di personalità di primo piano della scena mixology veneziana, come Arrigo Cipriani, icona dell’accoglienza Italian style nel mondo e figlio di Giuseppe, il fondatore dell’Harry’s Bar e creatore del Bellini, le interviste a bartender come Roberto Pellegrini o a Giorgio Fadda, presidente Iba (International Bartenders Association). O gli aneddoti su personaggi veri e fittizi che a questa storia sono legati, come Giacomo Casanova, considerato un precursore del bere miscelato e che secondo la leggenda serviva alle sue conquiste champagne caldo mescolato con altri ingredienti.

Un capitolo è dedicato poi alle storie delle aziende venete, grandi e piccole, che si occupano della produzione delle materie prime per la miscelazione: dai grandi brand, come Select e Canella, alle nuove realtà nate da giovani imprenditori, come Gin dei Sospiri, realizzato con botaniche raccolte all’isola di Sant’Erasmo, “l’orto dei veneziani”, o Gin Caleri, realizzato con un’unica botanica: il ginepro raccolto nel Delta del Po.

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