Nodo, il cocktail bar Not Ordinary al centro di Roma dove si beve con filosofia

MAURIZIO MUSU
Maurizio Musu, bar manager del Nodo
Una proposta che si arricchisce anche della parte food e una drink list, firmata dal bar manager Maurizio Musu, giocata sulle dicotomie di sapori danno una nuova identità al salotto della miscelazione nel cuore della Capitale

Piazza delle Coppelle, un gioiellino in pieno centro di Roma. Uno di quei posti dove i clienti ci cascano praticamente dentro. Turisti soprattutto, ma a volte anche romani. È qui che nel 2021 è nato il cocktail bar Nodo, acronimo di Not Ordinary Drinks Organization: un salotto della miscelazione, con una trentina di coperti, a cui i soci Raffaella Foglia, Gerardo e Ruggero Wolleb volevano dare un’identità. Ci sono riusciti con l’arrivo come bar manager di Maurizio Musu, non un ragazzino, che appena arrivato ha convinto i soci a intervenire sull’estetica del locale e sulla proposta, cui secondo lui era doveroso aggiungere una parte food per ampliare gli orari di consumo.

Una bottigliera premium

Quindi la bottigliera: non tantissime le etichette, per motivi di spazio, «ma quando non hai spazio sei particolarmente attento nella selezione», dice Musu. Tanti i premium (con diversi superpremium), sono almeno il 65% della bottigliera. «Io sono un appassionato di whisky, ma anche di spirit non banali», aggiunge. Così come non sono banali i drink: «ci piace spiazzare il nostro pubblico, giocando con le contraddizioni e le dicotomie di sapori». In altre parole, bene se il naso ti dà una sensazione e il gusto un’altra. È un gioco di inganni.

Un filosofo al banco

Musu è uno che alla miscelazione non ci è arrivato da ragazzino, anzi. Laureato in filosofia, avviato quasi a una carriera accademica, inizia a lavorare nei bar per mantenersi. Una necessità che diventa una passione, così fa corsi su corsi (il più importante da Party in bottle a Garbatella, poi un corso sugli home made alla Drink Factory di Bologna e vari passaggi al Jerry Thomas per approfondimenti) e si “laurea” barman. Le esperienze più importanti in locali che uniscono la ristorazione alla miscelazione (Angelina, AlexanderPlatz e Reserva), per questo quando è arrivato da Nodo ha insistito sul premere l’acceleratore sull’aspetto food. Ma rimanendo con una proposta street, che è quella delle tapas, aiutata dall’arrivo in cucina di Francesco Giovannelli.

Una drink list che segue le stagioni

La drink list pensata da Musu con la sua squadra, composta dai barman Leonardo Girini e Biagio Coppola, segue le stagioni, non tanto per la gradazione alcolica, ma per l’intensità dei sapori. Due i cocktail alla spina, i drink più beverini: uno è il Famose sto Spritz, appunto lo Spritz della casa, opportunamente twistato, l’altro è una versione rivisitata dell’Americano, chiamata amichevolmente Amerì. Fra i best-seller, il Frida (tequila al peperoncino, sciroppo di more salate, cordiale e liquore salvia e limone) e Il Regno di Nortambia (Dewar’s 12 anni, Mezcal Ilegal, Martini bitter riserva Noilly Prat e profumo di distillato di albicocca): «dal nostro osservatorio possiamo dire che è il momento di tequila e mezcal, perché questi sono i più richiesti».

La carta del Nodo continua passando con drink molto confort, come il Bello de nonna, un twist sul Rob Roy con blended scotch whisky, un vino fortificato in decozione il cui risultato finale somiglia a un vermouth e il finale con un tocco di profumo. A proposito di profumi, Musu ama chiudere i drink con questo tocco di carattere e utilizza quelli del barman-profumiere Oscar Quagliarini.

Servizio taylor made

Per il resto grande pulizia, garnish ridotte all’osso, preferenza per l’uso dei chunk e scelta accurata dei bicchieri. Un servizio “taylor made”, come lo definisce il bar manager, che non lascia nulla al caso: «Apriamo alle 18 e per esempio abbiamo pensato anche all’ora del tè, con una selezione di bevande calde, compresi gli specialty coffee». E che ama quando i clienti si affidano o chiedono un upgrade dello spirit presente nel cocktail. «Avendo una clientela internazionale ci capita anche abbastanza spesso», afferma.

Last but not least il reparto food, composto da 15 tapas, dalla focaccia farcita ai panini, dal pastrami all’hambuger, dai tacos ai rolls di riso veg: una proposta internazionale e intelligente, che ha avuto un ottimo riscontro, aiutando nella diversificazione degli orari e dei flussi di clientela.

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