Gin protagonista: la miscelazione traina la ripresa degli alcolici

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Gin Tonic
Grazie alla crescita imponente del gin, la vendite di alcolici dei grossisti a fine 2021 avevano già superato i livelli pre-Covid

Il supercampione di vendita del mondo degli spirit si chiama gin, negli ultimi due anni protagonista di una cavalcata delle vendite davvero impressionante. I dati dell’Osservatorio Tracking Grossisti di Iri lo certificano con precisione: le vendite di gin da parte dei grossisti nel canale serale nel 2021 sono più che raddoppiate rispetto all’anno precedente.

Superati di slancio i livelli pre-Covid

Una fiammata che ha permesso non solo di recuperare i livelli pre Covid, ma addirittura di superarli di slancio. Rispetto al 2019, i volumi di gin venduti dai grossisti sono cresciuti del 40% nel canale serale e del 30% nel diurno. Una performance impressionante, soprattutto perché in controtendenza non solo con l’andamento del fuori casa in generale - il cui fatturato è ancora lontano dai livelli pre Covid -, ma anche del segmento degli spirit. Dove, infatti, le vendite all’ingrosso - nonostante un 2021 decisamente positivo - restano ancora distanti dai volumi del 2019.

Acquisti premium e più flessibili

Oltre al gin, l’unico altro spirit in grado di registrare un incremento di vendite rispetto al 2019 è il Tequila. Alla crescita record si affianca una tendenza verso la premiumizzazione degli acquisti, complice anche l’aumentata disponibilità dei distributori a eliminare il concetto di quantiativo minimo e di cartoni e di vendere anche le singole bottiglie di alcolici e superalcolici. Il prezzo medio della bottiglia di gin, infatti, è aumentato del 10,8% nel serale (e del 4,3% nel diurno), arrivando a superare quota 17 euro.

Mario Carbone, Iri

«Nel complesso - afferma Marco Carbone, responsabile dell’Osservatorio - le vendite di spirit dei grossisti nel canale serale hanno fatto re- gistrare, a fine 2021, una crescita dell’1,3% a volume e del 10,8% a valore rispetto al 2019. Il canale diurno è ancora sotto i livelli pre Covid, ma di poco: -6,3% a volume e -2% a valore. Anche perché il primo trimestre del 2022 ha confermato il trend di crescita registrato lo scorso anno».

Il boom del gin traina le toniche

Al traino del gin, si evidenza l’ottima performance delle toniche, cresciute del 15,8% a volume nel serale (con un +24,4% a valore) e di un comunque significativo +0,1% nel diurno (+7,6% a valore), in assoluta controtendenza rispetto al mondo delle bevande gassate. «Merito della crescita della miscelazione - spiega Carbone -, che fa gioco a tutti gli attori del mercato. I consumatori, infatti, si stanno spostando dalla birra ai cocktail perché li percepiscono come una proposta di maggior valore. Questo dà ai locali la spinta a differenziare maggiormente la propria proposta e ai distributori l’opportunità di spingere sulla vendita di prodotti premium, dove hanno marginalità più alte. Una strategia che si accompagna a investimenti crescenti, almeno da parte dei distributori più evoluti, nella formazione e nella consulenza per i propri clienti: ad esempio offrendo loro corsi di bartending o un supporto nella creazione della cocktail list del locale».

Birra e vodka in secondo piano

Ma, lasciando da parte re e regina (gin&toniche), a che punto è il resto del mercato? Nel caso del canale serale, chi a fine 2021 ha di molto ridotto il gap sono le categorie “Brandy e Cognac” (-4,9% a volume rispetto al 2019) e i liquori (-8,8%), mentre le altre categorie registrano un segno meno ancora a doppia cifra. Oltre alla birra, l’altra “vittima illustre” del boom del gin è la vodka, che rispetto al 2019 ha lasciato sul terreno un -17,8% a volume (ma con un recupero nel 2021 secondo solo a quello dei white spirit). Più lenta invece la ripresa degli acquisti nel canale diurno, dove - sempre white spirit a parte - tutte le altre categorie registrano segni meno che vanno dal 10 a oltre il 30% rispetto al 2019 (e, anche qui, la vodka e la categoria “Brandy e Cognac” sono tra quelle con il rosso più contenuto).

Ready to drink, un mercato da costruire

Un ultimo segnale degno di attenzione arriva dal canale diurno, seppur riferito a una categoria che è ancora una super nicchia (0,8% del mercato a volume, 0,1% a valore): il mondo dei ready to drink, infatti, negli ultimi due anni ha messo a segno una crescita del 192% a volume e del 70% a valore. «Un mercato ancora tutto da costruire - conclude Carbone - se si pensa che il numero di referenze medie settimanali non arriva a quota 2 a confronto, per esempio, delle 15 delle toniche e delle oltre 20 ciascuno per grappe, whisky e vodka».

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