Per Gin Awards il miglior gin italiano è il Milano Elite

L'undicesima edizione di theGinDay si è conclusa con la premiazione anche di Glendalough Wild Botanical, Enfleurage e Xamorfos

Gin Awards ha il suo vincitore: è Milano Elite, il distillato ispirato al capoluogo lombardo. La bottiglia sale sul gradino più alto del podio dell'undicesima edizione di theGinDay, manifestazione dedicata al gin organizzata e ideata da Luca Pirola, fondatore di Bartender.it. L'evento si è tenuto a SuperStudio Più di Milano e ha visto debuttare per la prima volta il premio ai migliori gin, selezionati tra oltre 50 referenze candidate.

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La grande novità di theGinDay è stata l'analisi di oltre cinquanta referenze di gin. La giuria di esperti, tra professionisti del settore beverage come bartender, sommelier, produttori, degustatori, giornalisti, designer, chef, influencer e talent food, ha assaggiato i diversi gin con il metodo "blind test". Bargiornale vi aveva preparati ad affrontare la giornata in modo professionale.

Ad aggiudicarsi il titolo di Best Italian Gin è l'Elite di Gin Milano Elite. Ispirato alla città di Milano, è "un distillato di pregio che celebra eleganza e bellezza". Sul podio, al secondo posto il Gin Tabar Bergamotto di Casoni Fabbricazioni Liquori. Al terzo posto, il Maxi Milliian Gin di Maxi Millian.

Il Best International Gin incoronato dalla giuria è il Glendalough Wild Botanical Gin di Coca Cola HBC, "un gin straordinario realizzato con piante selvatiche raccolte nelle montagne intorno alla distilleria". Al secondo posto Bareksten Botanical di Onesti Group, al terzo Fords Gin di Compagnia dei Caraibi.

Per il Best Idea/Concept, riconoscimento dedicato al servizio del gin, la medaglia d'oro è andata all'Enfleurage Gin di Enfleurage, giudicato "profumato, storico, artistico, in grado di raccontare e reinventare una fascinosa vicenda ottocentesca legata a Maria Luigia d'Austria". Al secondo posto nella categoria il 585.5 Miles di Pedro Ferreira, sul podio anche Prebugin di Brainfusion.

Infine, il Best Packaging è di Xamorfos di Distill Hub, il cui formato della bottiglia "non permette di applicare un'etichetta adesiva che non faccia le pieghe sul lato curvo: da cui la decisone di non incollarla e assicurarla con un paio di elastici di caucciù riciclato". In seconda posizione Saigon Baigur di Compagnia dei Caraibi, in terza il Fabbri dry gin dell'omonima azienda.

Tanta creatività nel mondo del gin

«Emerge con grande evidenza la creatività italiana applicata alla produzione del gin – racconta Luca Pirola - È' un riscontro che si applica nella ricerca delle botaniche, nella loro lavorazione e nelle idee che stanno all'origine delle produzioni, raccontate in affascinanti storytelling. Ma c'è anche una grande attenzione al packaging, aspetto che abbiamo volutamente separato per valorizzare estro e genialità, tipiche del Made in Italy. Sia nel concorso Gin Awards ma soprattutto nell'esposizione dei prodotti durante la due giorni di fiera, tutto il pubblico ha notato un innalzamento della qualità delle produzioni. L'assaggio è liscio. Non ci si può nascondere in un drink. Ma d'altro canto anche tutti gli espositori hanno notato una crescita e un aumento di consapevolezza da parte del pubblico che si è realmente concesso la totale esperienza, assaggiare il prodotto liscio, degustarlo nei tre bar ufficiali nei drink, Negroni, Martini Cocktail e Gin&Tonic e comprarlo portandoselo a casa presso lo shop ufficiale Bottega Liquors&Spirits".

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