Trash cooking, fine casual, sustainable serve, signature serve, sono alcuni dei termini coniati dagli esperti per indicare le tendenze più in auge per questo 2018. A chi vuole approfondire l’argomento non rimane che navigare in rete rimbalzando da un report all’altro. Prima, tuttavia, c’è da domandarsi se cavalcare una moda possa convenire o meno, giacché il rischio di omologare l’offerta è altissimo. Il consiglio è di calare la moda di turno nella propria realtà, come fanno alcuni dei protagonisti delle nostre storie.
Stando ai più autorevoli report internazionali, per esempio, il 2018 sarà l’anno del caffè, estratto con nuove temperature e con metodi alternativi: l’Osservatorio Crest di The Npd Group segna un incremento delle ordinazioni di caffè filtro del 33% (2017 vs 2016). Chemex, V60 ecc. faranno dunque capolino sui banchi delle nostre caffetterie. Sicuramente fanno già la loro (bella) figura su quello di Brent Jopson, canadese, titolare di Orsonero a Milano, tra i pionieri delle preparazioni filtro e conoscitore degli specialty coffee. Come, profeti degli specialty sono Rubens Gardelli, protagonista della nostra copertina di Bargiornale di marzo 2018, Simone Cattani e Alessandro Galteri, diplomati campioni di Ibrik e Brewers Cup al Sigep lo scorso gennaio e di cui vi diamo ampio resoconto.
Quanto al food, nell’anno in corso panini gourmet e street food stellati la faranno da padrone. Se se ne dubita ancora, basta dare un’occhiata alle ricette presentate dai dieci finalisti dell’Artista del Panino: il Gazpazzo di Marco Carrieri, campione 2017, ha raccolto i consensi di una giuria agguerrita. Panini e salse home made sono anche il vanto di Gianni Mancini, Mirko Napolitano e Christian Milone, soci di 200 gradi di Roma, apprezzatissima paninoteca della capitale.
Quanto all’universo cocktail, la ricerca e la sperimentazione non sembrano arrestarsi spingendosi verso confini sempre più vicini alla cucina. Così il foraging sembra appassionare molti e su tutti Hiroyasu Kayama, che coltiva e raccoglie nei terreni di famiglia artemisia, angelica, genziana e senburi. E ancora, da mettere in pista subito l’idea dei flights del Good Spirit di Budapest: piccole degustazioni da 3 a 6 prodotti che seguono un filo conduttore unico. Come, il menu degustazione di un ristorante stellato.