Rubinetti lasciati aperti, luce dimenticata accesa, scarico malfunzionante: sono scene che si ripetono di frequente nei servizi igienici di un bar e che ne fanno uno degli ambienti a più alto spreco nell’economia complessiva di un locale. Ma sono diversi gli interventi di ottimizzazione realizzabili per eliminare lo sperpero di acqua e abbattere i consumi di energia: con un investimento spesso contenuto, permettono un drastico abbattimento dei costi di gestione. A raccontarceli è Moreno Gennaro di Viesse Consulting, project manager di Restaurant 2.0, studio che riassume tutti gli interventi migliorativi da effettuare per eliminare sprechi e tagliare costi nelle aree principali dell’attività di somministrazione.
Ridurre i consumi di acqua
«Nell’ambito dei servizi igienici la principale fonte di sprechi sono i consumi di acqua - spiega Gennaro -. Un primo intervento è adottare rubinetti con fotocellula, che erogano l’acqua solo quando si avvicinano le mani, associato a un aeratore, un piccolo impianto interno che aggiunge e miscela aria all’acqua, riducendo il consumo».
Con circa 300 euro ci si garantisce fino al 70% di risparmio di acqua. In alternativa, con una spesa di 15-20 euro si può dotare il rubinetto esistente di sensore a fotocellula integrato con aeratore. In entrambi i casi il risparmio economico è consistente e può arrivare, prendendo come riferimento un bar di medie dimensioni con circa 120 clienti giornalieri, anche a 1.500 euro all’anno sulla bolletta. Non meno efficace è l’installazione di sistemi di erogazione differenziata per il wc. Grazie al doppio pulsante, tali sistemi erogano 6 o 3 litri di acqua, contro i 9 litri scaricati a ogni utilizzo da una cisterna tradizionale ( che arrivano a 12 o 17 in quelle più vecchie). Gli erogatori a due pulsanti costano circa 100 euro l’uno e fanno risparmiare fino a oltre il 60% d’acqua rispetto a quelli tradizionali.
«Per non limitare gli effetti di questi interventi è utile fare un’analisi della qualità dell’acqua approvvigionata: serve per capire il valore dei solidi trasportati e il livello di durezza - precisa Gennaro -. I risultati permettono ai tecnici di valutare se è il caso di installare dei sistemi che riducano il trasporto di particelle solide, il cui costo si aggira sui 200 euro. Oppure, o insieme, un sistema di addolcimento: la spesa va dai 2500 ai 5000 euro, ma si recupera velocemente anche grazie ai risparmi sull’uso di detergenti e anticalcari per le lavastoviglie e per la manutenzione delle attrezzature del locale».
Un’altra azione preliminare consigliata è il check dell’impianto di distribuzione dell’acqua (costo: 500 euro), per conoscerne lo stato di salute ed eventualmente, se troppo vecchio e ammalorato, procedere con il suo rinnovo: un’operazione da qualche migliaio di euro che però evita i costi, ben più elevati, legati ai danni generati da una perdita e dalla rottura di un tubo.
Un’altra potenziale ottimizzazione consiste nel sostituire gli erogatori di carta monouso per l‘asciugatura delle mani con asciugatori elettrici a lama d’aria, sistemi ad azione molto rapida e ad alta efficienza. Secondo le stime degli esperti di Viesse Consulting, ipotizzando l’utilizzo dell’asciugatore da 120 utenti per 30 secondi di media a sessione e un prezzo medio dell’elettricità di circa 0,27 euro per kWh, il costo di gestione di una macchina da 1000 W è di circa 0,30 euro al giorno, per un costo annuale di circa 110 euro. Di contro, la spesa per l’approvvigionamento di asciugamani monouso per la stessa tipologia di bar va dai 200 ai 300 euro. «Il vantaggio è evidente, anche considerando il costo della macchina, che si aggira sui mille euro. Ma c’è un però importante - precisa Gennaro -. Gli asciugatori a lama d’aria sono anche dotati di lampada Uv, che elimina germi e batteri; ma il loro getto d’aria, quando arriva sulle superfici bagnate della mani, produce delle goccioline, gli aerosol, che si diffondono nell’ambiente e possono diventare dei vettori per alcuni microbi, tra cui anche il Covid-19. Pertanto, in questo particolare momento la sostituzione non è opportuna».
Ridurre i consumi elettrici
Diversi anche gli interventi che permettono di tagliare i consumi elettrici. Il primo è sostituire le lampadine tradizionali con quelle a led che, a parità di prestazioni, riducono del 70% i consumi elettrici. Alla lampada a led, se non ne è già dotata, si possono associare un sensore di movimento, che ne attiva l’accensione solo quanto rileva la presenza di persone nell’ambiente, e un sensore crepuscolare, che la fa accendere solo quando nell’ambiente non c’è luce naturale sufficiente, regolando anche la quantità di luce da emettere. La spesa è molto contenuta: circa 30 euro per il sensore di movimento e dai 5 ai 60 euro per il sensore crepuscolare. Il risultato? Un ulteriore risparmio di energia del 25%.
Sempre con un investimento contenuto, entro i 100 euro, si può sostituire l’eventuale boiler per la produzione di acqua calda sanitaria, che ha un funzionamento continuo e quindi un consumo continuo di elettricità, con un bollitore istantaneo ad alta efficienza. «Di dimensioni ridotte e facili da installare, questi sistemi non hanno accumulo di acqua calda, ma la producono al momento e solo per il tempo che serve, generando un risparmio in bolletta fino a 300 euro all’anno - spiega Gennaro -. Il loro acquisto gode delle detrazioni fiscali del 55% e, se inserito in un intervento di riqualificazione energetica più ampio che comporta un miglioramento di classe energetica del locale, può godere anche del nuovo Ecobonus del 110%».