Pagamenti digitali, tre consigli ai gestori di bar

pagamento digitale al tavolo
Nel 2024 i pagamenti digitali hanno superato il contante, complice il boom della tecnologia contactless. Le nuove norme dal 2026 e i consigli per i gestori per trarre vantaggio dal momento del pagamento

Nel 2024, per la prima volta, i pagamenti digitali hanno superato il contante, in termini di valore. Secondo i dati raccolti dall'Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, il 43% dei consumi è stato regolato con strumenti elettronici (481 miliardi di euro, in crescita dell'8,5% rispetto all'anno precedente); il contante si è fermato al 41%.

«Sappiamo quanto l'Italia sia legata al contante, ma ci aspettavamo il sorpasso visti i dati degli ultimi anni», spiega Ivano Asaro, direttore dell'Osservatorio. Le ragioni? Il boom della tecnologia di pagamento contactless e, in parte, l'ingresso nel mondo degli adulti (e spendenti) della Gen Z.

Contactless su, scontrino medio giù

Spiega Asaro che «quasi il 90% delle transazioni elettroniche in negozio avvengono con pagamenti contactless, con un valore di 291 miliardi di euro. Il dato include i pagamenti con carte di credito e debito dotate di questa tecnologia, quelli effettuati con smartphone e quelli da dispositivi wearable». L’utilizzo dei dispositivi wearable, come smartwatch, anelli e portachiavi, è in forte espansione: nel 2024 il transato con questi strumenti ha raggiunto un valore di 2,5 miliardi di euro, in crescita del 57% rispetto al 2023. 

Interessante il dato dello scontrino medio: se il valore complessivo del transato - come detto sopra - è cresciuto dell'8,5%, il numero di transazioni è cresciuto di più, segnando un +14%. «Significa che lo scontrino medio continua a scendere», spiega Asaro, «è arrivato a 42,5 euro, mentre a fine 2023 era 43,8. Ci sono sempre più transazioni micro».

Effetto Gen Z in chiaroscuro

Quanto all'effetto Gen Z, con i giovani nativi digitali che iniziano a spendere (e hanno più automatismi nell'utilizzo del digitale), l'effetto è solo parziale. «È vero che cominciano a spendere, ma non hanno ancora la capacità di spesa per essere autonomi. Spesso hanno in mano del contante che arriva da mance o passaggio di denaro in famiglia. Però il loro essere "nativi digitali" certamente incide in positivo. Per quanto riguarda i consumatori di età più avanzata, la capacità di spesa non è in discussione, ma l'attitudine al digitale è varia. Un divario più importante si nota, piuttosto, tra città o metropoli e piccoli paesi di provincia».

Come evolve il Pos

Torniamo dal lato dell'esercente. Cambia in modo significativo il panorama dei terminali di accettazione dei pagamenti: a fine 2024 il numero di Pos in Italia ha raggiunto i 3,5 milioni. «I dispositivi tradizionali sono il 54%, ma perdono terreno, anche se in assoluto sono comunque cresciuti», spiega Ivano Asaro. «I mobile Pos (quelli che l'esercente connette allo smartphone) sono abbastanza costanti, il 28%. Gli smart Pos sono il 14% e in crescita, i software Pos (il cellulare che diventa direttamente il Pos, ndr) sono anch'essi in crescita, ma sono solo il 4%».

Le nuove regole dal 2026

Teniamo presente che dal 2026 il tema dei pagamenti digitali diventerà ancora più d'attualità. La legge di bilancio 2025 ha imposto il vincolo di collegamento tecnico tra il Pos e il registratore telematico, che dovrà permettere di memorizzare automaticamente le informazioni relative alle transazioni elettroniche. In pratica, l'esercizio dovrà inviare all'Agenzia delle entrate unitamente il totale degli scontrini emessi e quello dei pagamenti ricevuti tramite strumenti elettronici. Entro fine anno, quindi, i gestori dovranno provvedere (a spese loro) a modificare hardware e software per adeguarsi alle nuove regole.

I bar? Ancora orientati al contante

L’Osservatorio Innovative Payments, in collaborazione con Ipsos, ha anche studiato le preferenze e le attitudini degli esercenti italiani, conducendo una indagine sul tema dei pagamenti. C'è un crescente interesse verso i pagamenti digitali: il 53,5% degli esercenti ha dichiarato di preferire le carte rispetto ad altri strumenti di pagamento, mentre il 43,5% continua a privilegiare il contante. Tuttavia, ci sono differenze tra i settori: commercianti al dettaglio, ristoratori e fornitori di servizi alla persona sono i più propensi ad adottare i pagamenti digitali, mentre il contante rimane predominante nei bar, nei mercati ambulanti e nelle tabaccherie.

Tre consigli ai gestori di bar e locali

A fronte dell'evoluzione delle abitudini dei clienti, abbiamo chiesto al direttore dell'Osservatorio di darci tre consigli per i gestori di bar che vogliono sfruttare l'obbligo di legge di accettare pagamenti digitali per migliorare la loro gestione e risultare più attraenti agli occhi dei clienti.

  1. Organizzarsi per rendere il pagamento digitale non solo disponibile (cosa che va fatta per legge), ma anche facilmente accessibile: il pos fronte cassa in modo che il cliente lo veda subito e possa avvicinare autonomamente il cellulare o la carta; sembra una banalità, ma velocizzare le operazioni di pagamento senza "nascondere" il terminale è un accorgimento che mostra buona predisposizione verso le esigenze del cliente.
  2. Investire su soluzioni "ordino e pago al tavolo": eliminano coda alla cassa e molte soluzioni software permettono di dividere subito il pagamento (alla romana o selezionando voce per voce). Insomma, rendono il momento del pagamento - specie per i gruppi - non più un momento problematico, ma superfluido.
  3. Investire in integrazione tra sistema di pagamento e gestionale. Il Pos non è solo un obbligo, ma anche uno strumento per pianificare l’offerta e i turni. Se i dati derivanti dalle transazioni sono ben indirizzati in un gestionale, l'esercente può studiare chi sono i suoi clienti. E soddisfarli al meglio.

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