Il Locale: i luxury drink che conquistano i fiorentini

Un ambiente elegante, un bottigliere di distillati di balta gamma. Da Il Locale di Firenze i prezzi della drink list non sono certo popolari. Ma la formula dell'esclusività ha successo

Ormai aperto da due anni il Locale a Firenze continua a far parlare di sé. Vuoi per la location prestigiosa, vuoi, soprattutto, per il bar dove a reggere le fila c’è Matteo Di Ienno, giovane solo di età, ma con un’esperienza alle spalle che lo fa essere, nel suo settore, un veterano. Siamo nel centro storico della città, nell’antichissimo palazzo delle Seggiole che negli ultimi anni, prima dell’arrivo de Il Locale, era adibito a magazzino, mentre oggi, in 400 mq su due livelli, ospita sia il cocktail bar, sia il ristorante. Il bar, ovvero la dimora di Matteo, è ciò che nel Locale dà il benvenuto, posto nella prima ed ampia sala che si incontra entrando: alle pareti un grande giardino pensile, sopra un lucernario apribile grazie al quale all’interno è permesso fumare. Il bancone è scuro e imponente, ad evidenziare l’importanza che in questo luogo è data alla mixology.

Il territorio anzitutto

Il menu fa capire, anche a chi di drink poco ne comprende, che qui il gioco si fa serio, anche per i prezzi che non sono proprio alla portata di tutti: si va, infatti, dai 20 ai 40 euro. «Utilizziamo soltanto premium spirits - dice Matteo - che superano anche i 150 euro a bottiglia e questo incide sul costo. La nostra idea, inoltre, è quella di riuscire a circondarci di una clientela selezionata, persone che comprendano il lavoro che c’è dietro ogni preparazione e apprezzino, così, il nostro operato; per questo abbiamo deciso di mantenere i prezzi più alti rispetto alla media».

Nonostante questo sbarramento economico la clientela non manca, forse anche per la scelta ben pensata di far respirare un’aria informale, dove a condurre le danze c’è uno staff cordiale e con un alto profilo professionale. A rimarcare uno stile easy che vuole mettere a proprio agio l’ospite, ci sono i nomi dei cocktail che sanno strappare un sorriso: si va, infatti, dal Mex Mule, all’Iraniano Ubriaco, fino all’Austin Power, passando per la schiera dei drink che fanno parte del gruppo Stasera Guido Io, ovvero mix analcolici per chi vuole stare leggero.

Le specialità di Matteo seguono la stagionalità e hanno un occhio di riguardo verso il territorio di appartenenza. Da II Locale, infatti, la frutta è solo toscana e anche l’olio extravergine di oliva con cui Matteo dà vita al sua Extra Virgin Martini proviene dalle colline fiorentine. «La carta è uno strumento per aiutare chi ha bisogno di qualche spunto per capire cosa veramente desidera, poi sta a noi dare una mano nella scelta. Per questo sono io che mi reco ai tavoli e mi occupo degli ordini, così posso comprendere meglio i gusti degli ospiti, se preferiscono che io crei per loro un drink su misura, o se preferiscono un classico, magari rivisitato. Capire il cliente significa farlo sentire a proprio agio e fidelizzarlo».

La qualità offerta, però, va oltre: tutti i succhi utilizzati sono home made, è presente un’ampia scelta di bicchieri di varie forme e materiali a seconda del cocktail a cui sono destinati e i drink sono sempre accompagnati da finger food, salati fino alle 22 e dolci dalle 22 in poi. «Sono specialità che provengono dalla cucina, molto apprezzate dai nostri ospiti. Chi preferisce può anche orientarsi verso una piccola proposta gastronomica come patanegra, gamberi crudi, agnello con yogurt e spinaci, ostriche o tartare di Chianina».

«Una cucina a disposizione - prosegue Di Ienno -  è come avere una marcia in più, perché ci consente di usare attrezzature importanti, come una centrifuga ad altissima velocità, facendoci ottimizzare i tempi, o una macchina per il sottovuoto, che evita gli sprechi». Inoltre  il bar e il ristorante fanno da traino l’uno all’altro. «Cerchiamo di promuovere i nostri drink anche al ristorante e spesso gli ospiti, incuriositi, decidono di pasteggiare con le nostre creazioni invece che col vino. Ma c’è anche chi arriva per un aperitivo e poi si ferma per assaporare la nostra cucina».

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