
L'ultima iniziativa in ordine di tempo è stato l'impianto per recuperare il calore generato dalla tostatrice durante la torrefazione, che ha permesso di ridurre ulteriormente la produzione di acqua calda per il riscaldamento degli uffici, già in larga parte fornita dall'impianto fotovoltaico da 50 kw esteso su 400 metri quadrati.

Per Costadoro, la torrefazione torinese diventata B Corp nel 2023, la sostenibilità è un tema diventato sempre più centrale nella propria strategia di sviluppo: «La certificazione - spiega Carlotta Trombetta, responsabile qualità di Costadoro - è la naturale conseguenza del nostro impegno ad avere alti standard ambientali, oltre che sociali».
Basta un tour dello stabilimento, rifatto nel 2018, per rendersene conto: a partire dall'assenza di illuminazione e di riscaldamento in tutta l'area di produzione e stoccaggio, grazie a un sistema di cappottine autoregolanti con cui è stato realizzato il tetto.
I magazzini di stoccaggio del caffè verde ci offrono più di un esempio virtuoso di recupero: «Nel 2018 - continua Trombetta - producevamo 15mila kg tra polveri digitali e pellicola argentea, entrambi scarti della torrefazione: oggi questo materiale viene conferito in toto a un'azienda che produce biogas».
Un secondo caso di azzeramento dei rifiuti viene dai sacchi che contengono il caffè verde: «I sacchi di juta - spiega Trombetta - vengono ritirati dal sistema degli orti urbani di Torino e da alcune aziende agricole, che li usano per la pacciamatura del terreno, la raccolta delle nocciole o per riparare dal sole le radici. Sono 3.200 kg l'anno di sacchi che fino al 2018 buttavamo e oggi vengono interamente riciclati. Le big bag di plastica, da 300 e 600 kg, dentro cui arrivano le forniture più imponenti, vengono invece restituite al fornitore, che le riutilizza».
Confezioni e nuovi prodotti
L'attenzione alla riduzione dei rifiuti ha coinvolto anche le linee di confezionamento: i sacchetti del caffè, in precedenza costituiti da tre materiali (polietilene, alluminio e politene) sono stati sostituiti in sacchetti in materiale biodegradabile, valvola di degasazione compresa, smaltibili nell'umido.
Dall'eliminazione dei rifiuti alla nascita di nuovi prodotti: «Acquistiamo da un gruppo di aziende bio la cascara - racconta Trombetta -, buccia della ciliegia del caffè che di norma viene buttata; noi la facciamo essiccare per poi trasformarla in un ingrediente, anch'esso biologico, con cui realizzare infusi caldi e freddi».
Le caffetterie e i collaboratori
I Costadoro Social Coffee, le caffetterie a marchio, riprendono negli arredi e nelle atmosfere il concetto di sostenibilità dell'azienda, riassunto nel principio delle 3R, ovvero Riduci, Riusa e Ricicla. Tra le iniziative realizzate da Costadoro per far toccare con mano l'impegno dell'azienda sul fronte della sostenibilità c'è anche l'organizzazione all'interno della sede torinese di una tappa dell'Espresso Italiano Champion, riservata ai collaboratori delle proprie caffetterie: «Per noi di Costadoro - conclude Trombetta - è fondamentale anche la formazione e la crescita dei propri collaboratori, parte di un concetto di sostenibilità più ampio che coinvolge tutte le componenti dell'azienda».