La forza aggregatrice di Musetti prende il via da Caffè Bonomi

L’acquisizione della Torrefazione milanese ha dato il via a un piano di sviluppo che mira alla creazione di un nuovo polo nazionale del caffè con forti identità territoriali

Guido Musetti presidente di Gruppo Musetti
Guido Musetti presidente di Gruppo Musetti

Per i prossimi cinque anni Caffè Musetti prevede un importante processo di crescita per il quale sono stati pianificati 50 milioni di euro. Il primo passo in tal senso è l’acquisizione del 100% di Caffè Bonomi avvenuta il 26 novembre: un’azienda storica, fondata nel 1886, che affonda le sue radici nel territorio milanese.

L'Academy di Caffè Musetti
L'Academy di Caffè Musetti

«Negli ultimi cinque anni abbiamo investito 10 milioni per potenziare la nostra struttura - afferma Guido Musetti, presidente dell’azienda - e crediamo fortemente che Musetti abbia le capacità industriali per porsi quale polo aggregatore e abilitatore di un processo evolutivo anche in chiave sostenibile, in un settore caratterizzato da una estrema parcellizzazione. Bonomi rappresenta per noi un target ideale per consolidare il processo di crescita che abbiamo pianificato. Vogliamo aggregare brand dalla forte identità territoriale in Italia ma riconosciuti anche oltre confine come simbolo del made in Italy». Dunque, un polo con brand forti e dal percepito alto in aree specifiche, come avviene nel mercato delle acque minerali e delle birre.  L’acquisizione è stata perfezionata per un valore di circa 15 milioni e il combinato delle due realtà porterà a un fatturato previsto 2021 di oltre 41 milioni. Altrettanto rilevante il combinato sul fronte del portafoglio clienti che raggiungerà quota 4000 sommando gli oltre 3000 tra bar e ristoranti di Musetti e i 1000 di Bonomi.

La Torrefazione di Pontenure (Piacenza) intravvede spunti positivi dall’analisi dell’ultimo anno di attività. Dopo avere chiuso il primo trimestre segnando un incremento del fatturato del 23% rispetto allo stesso periodo del 2019, ha visto un secondo trimestre caratterizzato dagli effetti del lockdown e delle limitazioni di vendita, sia sul canale horeca sia su quello estero, con una riduzione del 20% rispetto al 2019. Tuttavia nel terzo trimestre la ripresa è stata più veloce di quanto atteso e i consumi sono ripresi quasi completamente portando il fatturato al 92% rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente. Questo sottolinea la capacità del settore di riprendersi molto rapidamente anche da condizioni estreme come quelle che sta vivendo in questi mesi.

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