Interpretare l’anima del caffè e osare i segreti di Michele Anedotti

Il campione italiano di Roasting racconta la sua strategia e la magia del suo lavoro. A chi vorrebbe partecipare alle gare ma è indeciso suggerisce di farlo: è un’esperienza che arricchisce.

Lenta, silenziosa, senza i ritmi accesi, lo scandire dei cronometri e gli applausi alla fine della prova, una gara di roasting del ciruito Sca Italy è una competizione fatta di attenzione, di cura di numerosissimi particolari, analisi del prodotto e proiezioni su ciò che da esso può e si vuole ottenere tostandolo in singola origine o in miscela. Tre giornate complesse che alla tensione della competizione alternano momenti di incontro e confronto con gli altri competitor, che i tempi diluiti della gara facilitano, assicurando un ritorno in azienda con nuovi riferimenti e input da verificare o applicare nel lavoro di ogni giorno. E da bravi personaggi abituati a lavorare nell’ombra, gli amici roaster non amano rimanere a lungo sotto le luci della ribalta quando la giuria li pone sul gradino più alto del podio. Nella fase finale, il cupping, hanno assaggiato le tazze di tutti i concorrenti e inevitabilmente ne hanno trovata una eccellente… la loro? E’ questo che, stupito e contento, il neo campione italiano di Roasting, Michele Anedotti, racconta: “E’ un’esperienza che mi ha divertito; sono partito per partecipare, per conoscere e aprirmi al mondo esterno, avere un confronto con altri che è anche una crescita. Non mi aspettavo di vincere; durante l’assaggio c’erano mote tazze simili alla mia, ma una spiccava e ho sperato di esserne l’autore”. Obiettivo centrato. Michele, 46 anni, è Q Arabica Grader e ha iniziato a lavorare in Caffè Corsini negli anni ’90; dal 2013 tosta i caffè di Ditta Artigianale. Ha preparato la gara con Francesco Sanapo e Marco Cremonese, anche se, in realtà, il suo allenamento avviene ogni giorno. “Il bello della tostatura sta nell’individuare e fare emergere al meglio le potenzialità e l’anima del caffè verde, ovvero la sua parte aromatica” - afferma. Interessante il racconto di come ha interpretato i caffè messi a disposizione dallo sponsor della competizione, la triestina Imperator. Nella singola origine, un Colombia Bolivar Estate - Farallones lavato ha individuato dolcezza, buona acidità e un corpo vellutato. Interrogando il proprio database mentale, ha cercato di impostare una curva che permettesse di ottenere una tazza ben equilibrata.

Il Colombia Bolivar Estate Natural ha composto per l'80% la miscela ideata dal Campione italiano.

Per la miscela aveva a disposizione un Colombia Bolivar Estate Natural, un Perù Felix Phoro e un Brasile Ouro Verde naturale: ha unito l’80% del primo e il 10% per ciascuno dei caffè rimanenti. “Ho puntato sul Colombia perché i naturali non sono facili da lavorare, ma se vengono tostati alla perfezione danno grandi risultati - riprende Anedotti -. Fare emergere note come mirtillo, prugna, uvetta significa guadagnare punteggi alti. Questo caffè non eccedeva in acidità ed era molto aromatico; ho deciso di puntare tutto su di lui: rischiare un poco e lavorarlo al meglio sono state buone basi per arrivare alla vittoria”. In chiusura invita i colleghi a fare il suo passo: uscire, parlare, assaggiare, non avere paura, essere umili ed aprirsi un po’. Certamente torneranno arricchiti.

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