I giovani nell’appello di Iei, le richieste al Governo di Fipe

Il prolungamento delle misure restrittive allarma le associazioni di categoria che chiedono tutele e sottolineano la propria preoccupazione per le nuove generazioni

Tazzina Iei - Istituto Espresso Italiano

Il nuovo decreto che oggi verrà presentato da Giuseppe Conte prevede la proroga delle misure restrittive oggi in atto fino al 3 maggio. A frenare sulla “fase 2” c’è l’Oms che osserva come non ci sia ancora un calo netto dei contagi, ma solo un rallentamento, che suggerisce prudenza. Per la riapertura di bar e ristoranti l’ultima ipotesi al vaglio  è la distanza di 1 metro e 80 (si ipotizza anche 2 metri), oltre a tutte le misure già stabilite a tutela della salute di lavoratori e clienti.

Luigi Morello, presidente Iei
Luigi Morello, presidente Iei

Iei - Istituto Espresso Italiano - lancia il suo appello chiedendo attenzione per il settore attraverso le parole del suo presidente, Luigi Morello: «Questa situazione drammatica riguarda tutti i lavoratori del comparto, ma noi siamo preoccupati soprattutto per i più giovani che negli ultimi anni hanno investito sempre di più energie e risorse in questo settore di tendenza. È naturale che saremo tutti chiamati a rispettare le disposizioni del governo, ma i danni di una riapertura tardiva saranno pagati dalla generazione che rappresenta il futuro dell’ospitalità italiana, tra l’altro quella che ha dimostrato segni di grande vivacità e amore per il proprio lavoro».

Il documento elaborato da Fipe
Il documento elaborato da Fipe

Da parte sua Fipe ha realizzato un articolato documento intitolato Le richieste di 120.000 imprese della ristorazione, bar, intrattenimento, catering, stabilimenti balneari e fuori casa italiano che raccoglie le numerose osservazioni e richieste rivolte alle forze politiche, al fine di dare la possibilità a migliaia di imprese del settore di sopravvivere a questa difficile fase, considerato il fatto che le proposte sino ad oggi messe a punto dal governo sono state giudicate insufficienti e parziali da parte del 96% delle aziende. Frattanto il giudizio su quanto appreso dalla lettura delle bozze del decreto riceve un giudizio negativo: «le misure si rivelano utili per una piccola platea di imprenditori, che chiederanno prestiti sotto i 25mila euro, ma per gli altri permangono i problemi - legge nella nota emessa dall’ufficio stampa -. Chi chiederà cifre superiori deve fare diversi passaggi e rischia di dovere aspettare ancora». Questa situazione rischia di penalizzare chi ha maggiori problemi di liquidità e un tempo di sopravvivenza residua breve. Inoltre, chi riuscirà ad accedere ai crediti li dovrà per lo più destinare al pagamento delle tasse, la cui scadenza è stata prorogata solo fino a maggio. «Non sottovalutiamo lo sforzo fatto dal governo, ma serve velocità, zero burocrazia e certezza dei tempi – conclude la Federazione – e soprattutto servono risorse vere, contributi a fondo perduto per compensare anche solo parzialmente la perdita del fatturato. Indebitandosi si sposta il problema, non lo si risolve».

La guida che Fipe ha realizzato con Adapt
La guida che Fipe ha realizzato con Adapt

Infine, in collaborazione con Adapt - Associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e le relazioni internazionali - Fipe ha realizzato una Guida al fondo d’integrazione salariale - emergenza Coronavirus che sintetizza le prestazioni di sostegno al reddito; si può scaricare dal sito www.fipe.it.

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