Con iila cresce la cultura del caffè in America Latina

L’Organizzazione internazionale italo-latino americana crea contatti tra i coltivatori e il mercato d’oltre oceano e offre formazione a chi segue la prima parte della vita del chicco

Logo Iila, Organizzazione internazionale italo-latino americana

Il mondo del caffè ha sempre avuto due momenti tra loro distanti e a lungo scollegati da loro: la produzione nei paesi di origine e la lavorazione presso le torrefazioni dei paesi consumatori. Queste due parti che a lungo si sono ignorate, complice soprattutto la grande distanza tra loro, ora si confrontano e si arricchiscono reciprocamente: torrefattori e baristi, sempre più spesso si recano nei luoghi di origine, mentre i produttori vengono nei paesi della seconda lavorazione, per comprendere quali trasformazione subisce il chicco e cosa il mercato richiede, al fine di entrare sempre meglio in sintonia con esso. In questo contesto opera iila, l’Organizzazione internazionale italo-latino americana, che rappresenta 20 paesi produttori dell’America Latina che forniscono materie prime quali cacao e caffè.

Naomi Costantini e Andrea Matarangolo
Naomi Costantini e Andrea Matarangolo

In occasione di Sigep, ha portato in Italia una delegazione di 24 tecnici provenienti da Colombia, Guatemala, Honduras, Nicaragua, El Salvador, Repubblica Dominicana e Costa Rica. Li hanno guidati e affiancati i trainer Sca, Andrea Guerra e Andrea Matarangolo, insieme a Naomi Costantini, capo progetto. Presso lo stand Iila si sono svolti workshop e cupping, nonché preparazioni in modalità brewing ed espresso per fare scoprire al pubblico degli operatori le caratteristiche dei caffè proposti. Per i produttori c’è stato anche modo di seguire lezioni sui particolari che permettono di realizzare un buon caffè, soprattutto un buon espresso, a cominciare dall’acqua  con BWT water+more, le apparecchiature con Cimbali, l’assaggio con Musetti e la pulizia della macchina espresso e del macinacaffè con pulyCAFF.

Un paese che ha su di sé l’attenzione di molti è la Colombia, in cui il conflitto armato ha causato l’abbandono della coltivazione di molte aree. Numerose realtà hanno realizzato progetti sociali, tra cui anche iila con un’iniziativa denominata “Agricoltura sostenibile per il consolidamento della pace in Colombia”, guidata da Naomi Costantini e Andrea Matarangolo: l’obiettivo, insieme al governo colombiano, è di ricostruire un tessuto sociale e una speranza di vita attraverso il rilancio della coltivazione del caffè ai farmer tornati in quelle terre.

Accanto al caffè, un prodotto importante per i Paesi latino americani è il cacao: quale è più redditizio? chiediamo a Naomi Costantini. “Nel breve tempo il caffè offre maggiori opportunità di guadagno, grazie alla relativa facilità della sua trasformazione. Il cacao, al contrario richiede  macchinari molto costosi per estrarre il burro di cacao o per trasformarlo in cioccolato. Sono in corso progetti finanziati anche dai singoli Stati per l’acquisto di queste apparecchiature, che permettono di ottenere dal cacao prodotti con un maggiore valore aggiunto, che lo rendono particolarmente interessante: si può trasformare praticamente ogni sua parte e i prodotti che se ne ottengono trovano diversi utilizzi, con un buon valore aggiunto, a cominciare dall’industria dolciaria, per proseguire con quella alimentare ed anche cosmetica».

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