“Caffè senza tracce”, un progetto per chi ama il caffè e l’ambiente

E’ in atto la campagna di raccolta fondi utile a finanziare la ricerca di un gruppo di biologi dell’università Milano-Bicocca sul tema del recupero delle capsule e il riuso del caffè esausto.

Il caffè, la sostenibilità e la scienza sono tre passioni che accomunano un gruppo di biologi del dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra dell’università Milano-Bicocca. I giovani ricercatori hanno stimato che solo il loro piccolo gruppo di 11 persone consuma 5000 capsule all’anno che equivalgono a circa 20 kg di plastica. Questa constatazione ha spinto a condurre una ricerca al fine di dare un contributo alla soluzione di un problema stringente qual è quello dello smaltimento delle capsule, di analizzare in laboratorio eventuali rilasci di nanoparticelle e microplastiche all’interno del caffè e di sperimentale formule di riuso del caffè esausto. E’ nato così il progetto “Caffè senza tracce” per il quale è in atto la campagna di raccolta fondi attraverso Produzioni dal Basso, piattaforma italiana di crowdfunding.

Il budget da raggiungere di 7500 euro servirà per finanziare i tre obiettivi cardine del progetto: avviare un sistema di raccolta sperimentale per il recupero delle capsule che si possa applicare a realtà come uffici, aziende e scuole. Parte dei fondi saranno destinati a installare all’interno dell’Univer

sità dei raccoglitori dedicati a questi prodotti. La seconda azione è la divisione dell’involucro dal suo contenuto al fine di sperimentare formule di riuso del caffè esausto, attivando un processo di compostaggio: l’ammendante ottenuto sarà utilizzato nell’Orto Comunale Niguarda grazie alla partnership stretta con il Parco Nord di Milano. La separazione tra la parte organica e quella secca avverrà grazie ai macchinari della White Star, una società di ricerca e sviluppo che ha focalizzato la sua attenzione sul problema relativo ai rifiuti “indifferenziati”, realizzando più progetti e apparecchiature. Tra questi i separa capsule, progettati per separare il caffè o altri infusi esausti dall’involucro involucro sia in plastica sia in alluminio. Le apparecchiature spaziano dal piccolo modello da casa (ora prototipo) con una capacità di 10-20 pezzi, a quelli da installare in scuole o uffici, ai più grandi con una capacità di mille capsule.

Prototipo di separatore casalingo per capsule della White Star.

L’ultimo obiettivo del progetto è quello di ricercare materiali più idonei a contenere il caffè, contribuendo a orientare produttori e consumatori verso soluzioni maggiormente sicure e rispettose dell’ambiente. E’ un tema che sta molto a cuore a numerose municipalità. Milano, ad esempio, ha dato il via all’iniziativa “Plastic Free” con cui si vuole bandire l’uso della plastica monouso, che prossimamente interesserà parchi e giardini, dando indicazioni per la cessazione dell’utilizzo di plastica monouso in occasione di eventi e manifestazioni promosse dall’amministrazione o in collaborazione con la stessa. Questo si traduce nel divieto di utilizzare piatti e forchette di plastica, gadget e anche i palloncini sponsorizzati che vengono regalati ai bambini durante gli eventi”.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome