Il mercato del fuori casa in sofferenza a settembre

Prosegue il momento negativo del mercato del fuori casa. Anche l’ultimo mese estivo si chiude come era iniziato: con una netta flessione sia per quanto riguarda i consumi di bevande sia per il food service, come mostra il report della società di ricerche Formind, elaborato incrociando i dati di consumo, raccolti nei singoli punti vendita con lo strumento Mindforhoreca, e le preferenze dei consumatori, monitorate attraverso le indagini de La Piramide dei Consumi.

Lo studio segnala un netto calo del mercato beverage, che ha settembre ha subito una flessione in termini di volumi del 2,44% rispetto allo stesso mese del 2015. Più contenuta la flessione a valore, pari allo 0,64%, dato che però risente, secondo gli analisti Formind, solo dell’aumento dei prezzi di listino dello scorso febbraio-marzo. A calare, infatti, spiegano i ricercatori, è proprio la domanda, tendenza che secondo le prime stime, purtroppo, pare si confermi anche nel mese di ottobre e nelle prime due settimane di novembre.

Non a caso il calo di vendite interessa tutte le categorie di prodotti, con l’unica eccezione costituita dagli alcolici, che invece registrano un incremento dell’1,5%, e tutti i canali, ad esclusione dell’intrattenimento, che chiude il mese quasi in pareggio.

Per niente migliore il quadro del food service, dove anzi la caduta è stata ancora più fragorosa e nel complesso, ha sfiorato il 4%. Più precisamente i dati del report parlano di una diminuzione dei consumi a volume pari al 3,88% e a valore del 3,92%.

Anche per questo comparto il calo ha interessato tutte le categorie di prodotto e i sottocanali, dove a salvarsi è solo la ristorazione a catena: segno però di un cambiamento delle abitudini dei consumatori che si indirizzano verso un tipo di offerta con prodotti a prezzi standard e contenuti.

I primi nove mesi dell’anno nel complesso vedono una flessione per entrambi i mercati rispetto allo stesso periodo del 2015, perdita che per il food service si attesta all’1,03%. Gli unici volumi che continuano a rimanere stabili sono quelli del canale pizzerie, dove la spesa media è contenuta e si riesce a non perdere una fetta di consumi.

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