Mutano continuamente i confini “merceologici” di un bar: una volta i clienti si limitavano ad ordinare caffè e “bianchini” ma, oggi, un locale deve per forza elevare la propria “potenza di fuoco” e mettere in campo un menu di proposte che spaziano dalla colazione all’aperitivo. Dal lunedì al sabato e, perché no, anche alla domenica. E alla domenica inventarsi qualcosa di speciale. Un brunch, ad esempio. Diciamo subito che si tratta di un’operazione non proprio alla portata di tutti e soprattutto di un bar. Ebbene, c’è però chi ce l’ha fatta anche con buoni risultati. È il Barba a Milano, in zona Porta Venezia, un locale che combina l’arte della miscelazione a quella del cibo con proposte raffinate create per intercettare il gusto di intenditori di cocktail e gourmet in erba. Tuttavia, non si deve pensare a un buen retiro per pochi e selezionati buongustai, ma a un locale stile “apartment” che vuole presentarsi come un salotto domestico dall’aria familare con luci basse, giradischi con cuffie wireless, televisore Rex, morbidi divanetti, arredi dalle linee essenziali ecc. Un’aria un po’ da circolo o da sofisticato cral. Gli inventori della formula sono personaggi noti agli addetti ai lavori: Flavio Angioillo, Marco Russo e Andrea Dracos della “famiglia” del Mag, tempio della mixology d’autore meneghina con base sui Navigli, ed Emanuele Cingolini, socio del “vecchio” Barba. Maestro delle cerimonie è Dracos, già noto ai lettori di Bargiornale per aver vinto nel 2015 la Campari Barman Competition, ed è lui a raccontarci la filosofia del brunch del Barba: «Diciamo subito che il nostro è un brunch anti-convenzionale. La nostra idea era quella di creare un’occasione di incontro informale, quelle tipiche della domenica quando ci si ritrova con la famiglia, i parenti e gli amici. E anche le nostre proposte si ispirano a uno stile di cucina quasi “casalingo” con toast, burger e le classiche e immancabili uova strapazzate».
Un negroni come aperitivo
In realtà il brunch del Barba è molto più originale di quanto appaia, Intanto, c’è il cocktail di benvenuto (in proposta un Farmily Sour ‘800 o un Negroni del Marinaio). «D’altronde non potrebbe essere diversamente - aggiunge Dracos - siamo pur sempre in una “casa” di barman e servire come aperitivo un cocktail ci è sembrato il minimo. E, ovviamente, c’è la possibilità di refill», Come ogni brunch che si rispetti poi non mancano la spremuta d’arancia e il caffè americano. La proposta “liquida” contempla anche una “crema” come, scorrendo tra le ultime proposte estive, la passatina di patate al tartufo bianco. Il menu cambia settimanalmente e la squadra dei 4 soci del Barba studia continuamente novità che vengono trasformate in succulenti proposte dalla brava Cecilia Cattoni che lavora nel “backstage” del locale. Tra i “main course” della casa, l’ospite ha generalmente 4 opzioni e può scegliere tra, ad esempio, fancy toast con salmone marinato agli agrumi, mix orientale, maionese al wasabi, sakura mix, fancy toast vegetariano con vignarola, maionese alla menta e misticanza, burger con carne salada (homemade aromatizzata con agrumi, mix di aromi e spezie sottovuoto per 8/10 gg), stracciatella, maionese al bbq e le immancabili “scrambled eggs”. Il Barba per distinguersi ha puntato molto anche sul dessert. No muffins o cheesecake, ma dolci elaborati ed originali come è il caso di una mousse di gianduia, panna montata alla frusta o panna cotta al timo, scaglie di cioccolato, essenza di lime. «Stiamo molto attenti a creare proposte fuori dagli schemi con ingredienti di primissima qualità - aggiunge Dracos - e anche per i dolci puntiamo sulla fantasia per conquistare il palato dei nostri clienti. Tutto questo senza dimenticare l’informalità e il lato social: capita, ad esempio, che lasciamo su ogni tavolo un barattolo di Nutella dal quale i clienti possono servirsi a piacere».
Vecchi vinili e drink list
A proposito di piacere, il Barba si distingue anche per la scelta della colonna sonora della domenica costituita da brani cantabili della musica leggera italiana degli anni d’oro Sessanta, Settanta, Ottanta. Per capirsi, da Tony Dallara a Rino Gaetano passando per gli 883. D’altronde in un locale dove la drink list è stampata sull’etichetta di un 45 giri con il menu sul retro della copertina si può ben capire quanto siano importanti pentagrammi e vinili. E intorno alla musica gireranno presto altre iniziative per animare i diversi momenti della giornata (il locale è aperto tutti i giorni, anche a pranzo e a cena). «L’idea - conclude Dracos - è proprio quella di continuare a lavorare sul binomio food e musica italiana creandoci una nostra identità». Per la cronaca il prezzo del brunch va ai 25 ai 30 euro (tutto incluso).