Consumi in crescita in tutta Italia per il Grana Padano

Prodotti Dop –

A livello nazionale l’aumento è del 5,3%, grazie soprattutto alle vendite nei discount (+9,9%) e nei liberi servizi (+18,7%)

Nel 2010, il grana Grana Padano ha aumentato le proprie vendite sia all'etero che in Italia, e lo ha fatto sfruttanto tutte le tipologie di punto vendita  nella Penisola.
Secondo i dati comunicati dal Consorzio Grana Padano, e riportati dall'agenzia Agi, le performance in Italia del più venduto formaggio Dop hanno fatto segnare lo sccorrso anno un incremento del 2% negli ipermercati, dell'1,7% nei supermercati e del 9,9% nei discount. Ancora più significativa la crescita nei cosiddetti  'liberi servizi', dove si è registrato un +18,7%.
Questo differente mix ha determinato per il Grana Padano un incremento generale nei consumi del 5,3%, rappresentando circa la metà del mercato nazionale dei formaggi duri. Per quanto riguarda le aree geografiche, mentre si sono consolidati i consumi al Nord (+2,16%), il Centro ha visto crescere notevolmente le vendite con un +11,3% così come al Sud il segno positivo è stato del 6,4%.  In totale, nel 2010 sono state prodotte 4.345.993 forme (+2,79%), per un valore al consumo di quasi 2,4 miliardi di euro, delle quali 1 milione e 300 mila esportate in ogni parte del mondo. Tra le zone di produzione spicca la provincia Mantova che con 29 caseifici ha prodotto il 27,88% del totale; segue Brescia che con 29 caseifici ha prodotto il 21,33%; Cremona che con 9 caseifici ha prodotto il 17,02%; Piacenza con 24 caseifici ha prodotto il 11,81% mentre  Vicenza che con 11 caseifici ha prodotto il 5,86%.
Secondo il presidente del Consorzio Baldrighi, la forte crescita delle vendite nei 'liberi servizi' si spiega con il "ritrovato contatto diretto tra negoziante e consumatore, con il relativo rapporto fiduciario che consente al cittadino di essere informato sulle caratteristiche e sulla provenienza dei prodotti e quindi sulla sicurezza e sulla qualità ".
Sul mercato estero, i consumi sono aumentati del 9,25%, con la Germania che risulta il maggior importatore (294.097 forme, +9,1% rispetto al 2009). Alle sue spalle gli Stati Uniti (146.512 forme, ma con un aumento del 18,3%), la Svizzera (134.388, +1,7%), la Francia (112.096,+13,2%) e il Regno Unito (105.102, +11,2%).

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