Sostenibilità, rinnovata la scelta strategica di Carlsberg

Passaggio di consegne per la carica di Managing Director di Carlsberg Italia da Alexandros Karafillides e Kaare Jessen. I brillanti risultati sulla sostenibilità nella nostra intervista esclusiva con Alexandros Karafillides.

Alexandros Karafillides, Carlsberg Group

Passaggio di consegne per la carica di Managing Director di Carlsberg Italia da Alexandros Karafillides a Kaare Jessen. I brillanti risultati dell'impegno sulla sostenibilità a tutto campo oggetto della nostra intervista esclusiva con Alexandros Karafillides.

Dal primo gennaio Kaare Jessen, già Vice President DraughtMaster all'interno della direzione commerciale di Carlsberg Group e con significative esperienze internazionali, è diventato il nuovo Managing Director di Carlsberg Italia in sostituzione di Alexandros Karafillides (in Italia da giugno 2019), nominato Managing Director di Carlsberg Export and License, l'unità a capo di tutti i mercati in cui Carlsberg Group non è presente con un sito produttivo dell'azienda birraria danese.

Forte della conoscenza maturata durante la vicepresidenza della Business Unit dedicata a DraughtMaster, Kaare Jessen favorirà l'ulteriore diffusione di questa rivoluzionaria tecnologia di spillatura sviluppata in Italia che permette l'utilizzo di fusti da 20 litri in Pet, senza utilizzo di Co2 (anidride carbonica) aggiunta, sistema che ha permesso all’azienda di ottenere la prima certificazione ambientale internazionale sulla birra, EPD (Environmental Product Declaration).

Il tema della sostenibilità è da tempo al centro della strategia aziendale di Carlsberg Group a livello internazionale. In occasione del passaggio di consegne per il Managing Director di Carlsberg Italia, abbiamo avuto l'opportunità di intervistare il responsabile uscente Alexandros Karafillides e di fare il punto della situazione in Italia.

Quali sono i punti principali sul vostro impegno circa la sostenibilità ambientale?
«Quest’anno abbiamo pubblicato i nostri dati nel documento Sustainability Essentials (reperibile su carlbergitalia.it) che riassume le performance aziendali suddivise in quattro ambiti, in accordo con Together Towards Zero che fissa i target per il 2030 in linea con gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Onu. Il nostro programma verte sui seguenti aspetti: zero emissioni di CO2, zero sprechi idrici, zero consumo irresponsabile e cultura zero incidenti.

Possiamo offrire qualche dato aggiornato sul vostro programma di riduzione dell'impatto ambientale?
«Presso lo stabilimento di Induno Olona (Varese) nel 2019 le emissioni specifiche di Co2 sono diminuite del 18,3%, i consumi di energia elettrica sono calati del 15,7%, così come il consumo di gas metano dell'8,5%. I nostri ultimi dati Kpi sono molto confortanti: nel quinquennio 2015-2019 abbiamo ridotto l'impiego di acqua per la produzione del 29,2%, mentre la riduzione di Co2 è stata del 26,2%, quella di gas metano del 20,3%. In tema di sostenibilità collaboriamo con istituti scientifici come l'Università Bocconi di Milano e la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. In merito alla tutela delle risorse idriche riusciamo a produrre oggi un litro di birra con appena 3,1 litri di acqua. Ottimi risultati frutto di investimenti mirati, tra cui l'entrata in funzione del pastorizzatore flash, che ha ridotto i tempi di lavorazione con risparmio di energia, ed un innovativo depuratore autonomo che ci consente di restituire direttamente all’ambiente acqua depurata, pulita e sicura. Ma ci sono ancora margini migliorabili: l'obiettivo per il 2030 è raggiungere infatti l'impiego di soli 2 litri d'acqua. Ma la sostenibilità ha un senso se coinvolge tutti i momenti della produzione e della distribuzione. Così stiamo progressivamente rinnovando il parco macchine aziendale: oltre il 50% sono ibride o elettriche e dotate del dispositivo Alcolock che impedisce l'accensione del motore in caso di assunzione di alcol da parte del guidatore».

Cosa state facendo in tema di consumo responsabile e zero incidenti?
«Da un lato stiamo ampliando il nostro portafoglio prodotti di birre light e analcoliche sulla base di un trend di mercato che le vede in ascesa (+7,4% 2020 vs 2019), dall'altro facciamo opera di sensibilizzazione in tema sui siti web proprietari e sul packaging delle birre. Eventi dedicati con apposite simulazioni come gli Open Day presso il nostro birrificio sono stati sospesi causa Covid 19. Anche la sicurezza sul lavoro è al centro di un apposito Safety Day aziendale per dipendenti e fornitori».

L'introduzione del vostro sistema di spillatura DraughtMaster quali risultati ha prodotto?
«Lanciato nel 2011, il sistema DraughtMaster Modular20 ha permesso di sostituire i tradizionali fusti in acciaio da 25 litri con quelli più piccoli da 20 litri in Pet. Con vari vantaggi: riduzione dei pesi nel trasporto dei fusti e conseguente riduzione di carburante, non c'è più necessità di recupero e lavaggio dei fusti in acciaio perché i nostri fusti in Pet sono facilmente smaltibili nel ciclo urbano, non serve aggiungere Co2 per la spillatura. In questo modo la nostra azienda ha ridotto, solo nel 2019, di quasi 11 milioni di kg le emissioni di CO2, pari a quella assorbita da 438.383 alberi in un anno».

Qual è l'atteggiamento degli esercenti nei confronti della sostenibilità?
«Generalmente sono i gestori più giovani quelli più attenti al tema della sostenibilità e della qualità dei prodotti, vedendo anche un maggior vantaggio competitivo. Una forte spinta è venuta dalla crescente diffusione del sistema DraughtMaster e dai relativi impianti a vista che suscitano grande attenzione, curiosità e consenso da parte dei clienti, come quello realizzato a Milano al 7 Luppoli Birra e Cucina.

Qual è stato l'impatto del Covid 19 sulle vendite di birra?
«Purtroppo l'impatto è stato molto forte: in Italia è arrivato l'anno scorso a circa il 40% in meno per l'intero settore nel canale horeca. Come Carlsberg Italia abbiamo "contenuto" le perdite in un 30%, perdite parzialmente bilanciate da un aumento del 7% nel canale gdo ed e-commerce. Le tipologie che hanno sofferto di più sono state quelle economiche, mentre hanno tenuto meglio quelle mainstream come Birrificio Angelo Poretti 4 Luppoli, le premium e le superpremium come Grimbergen. Segno che i consumatori, specie l'estate scorsa, non hanno perso la voglia di una buona birra nonostante i tempi difficili. Le zone più colpite dalla riduzione delle vendite sono state il Nord Italia, Lombardia in testa, e le grandi città in genere, mentre hanno retto meglio le piccole città del Centro e Sud Italia, in particolare quelle turistiche».

Quali interventi avete organizzato per supportare i locali?
«Abbiamo offerto un differimento nel pagamento della birra, unitamente a promozioni speciali in occasione di riaperture, ritirando le confezioni di birra scaduta anche per un corretto smaltimento».

Scheda Carlsberg Italia
Entrata in forza nel mercato italiano nel 1975 con un accordo con Industrie Poretti, la danese Carlsberg Breweries A/S ha acquisito nel tempo crescenti quote societarie del birrificio di Induno Olona (Varese), fino alla totale acquisizione e al cambio di ragione sociale nel 1998 con il nome Carlsberg Italia. Oggi Carlsberg Italia produce e commercializza oltre 1,2 milioni di ettolitri di birra a marchio Carlsberg, Tuborg, Birrificio Angelo Poretti, Kronenbourg 1664, Grimbergen, Brooklyn Brewery. Da sottolineare il rilancio e il successo delle specialità pluriluppolo, realizzate anche con ingredienti italiani, a marchio Birrificio Angelo Poretti.

 

 

 

 

 

2 Commenti

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome