Russell’s Reserve, la riserva di famiglia dei master distiller di Wild Turkey

Alla scoperta di Russell's Reserve, small batch crafted Bourbon che prende il nome dei master distiller di Wild Turkey. Tutti i suoi segreti svelati da Aldo Bruno Russo, brand ambassador di Wild Turkey in Italia

La community italiana di Wild Turkey, brand di proprietà di Campari Group, si è recentemente riunita virtualmente per una masterclasss digitale dedicata a uno dei gioielli del portafoglio del noto straight Bourbon whiskey proveniente dal Kentucky: parliamo di Russell's Reserve, uno small batch crafted Bourbon che porta orgogliosamente il nome dei master distiller di Wild Turkey, i mitici Jimmy (padre) ed Eddie Russell (figlio). Realizzato con un blend dei migliori Wild Turkey della distilleria di Lawrenceburg invecchiati minimo 10 anni, porta con sé la tradizione tramandata di generazione in generazione dalla famiglia Russell. Un distillato che non dovrebbe mancare nel bottigliere di un locale che vuole offrire un'esperienza di degustazione di alto livello ai propri clienti. Pensiamo, ad esempio, a un Bourbon flight con altri prodotti della famiglia Wild Turkey, partendo dal notissimo 101 per arrivare al Longbranch (creato in collaborazione con Matthew McConaughey, il direttore creativo della distilleria) o al Wild Turkey Rare Breed overproof. Parliamo, dunque, di un Bourbon fedele ai dettami della filiera di casa che utilizza solo cereali non OGM e acqua del limitrofo e purissimo Kentucky River.  Ma, come ha spiegato durante la masterclass Aldo Bruno Russo, brand ambassador di Wild Turkey in Italia, gli elementi che distinguono la Russell's Reserve sono diversi. «In primis, l'heritage tramandato da padre in figlio non solo nel rispetto della tradizione, ma anche nella volontà di innovare. E poi la selezione "fatta a mano" personalmente da Jimmy ed Eddie Russell delle botti dei migliori Wild Turkey Bourbon invecchiati minimo 10 anni che devono andare a costituire la palette aromatica del blend. Una selezione che viene fatto degustando a pieno grado il liquido contenuto nelle botti. Si tratta di un'operazione non per tutti, ma che richiede un palato allenato e una lunghissima esperienza come quella dei Russell. E qui arriviamo al terzo distinguo che è quello dello small batch: dopo una prima selezione, vengono, infatti, scelte solo le botti che hanno una gamma aromatica in grado di donare le migliori note gustative e il giusto bilanciamento alla riserva».

Una bottiglia con una storia da raccontare

Tutta la storia della Russell's Reserve è riassunta, come in un manifesto, da una bottiglia unica (45° vol, 70 cl) ricca di informazioni utili anche per il bartender. Dal logo della pianta di quercia americana che compare sul collo della bottiglia che vuole rappresentare l'albero genealogico dei Russell e l’esperienza di padre e figlio, che vantano complessivamente un curriculum in distilleria di quasi un secolo, agli autografi in calce dei due master distiller, ennesima conferma che siamo di fronte a un distillato frutto di una ricerca e di un coinvolgimento anche a livello personale dei Russell. «È un prodotto nato per una degustazione in purezza e che si può servire anche "on the rocks" - ha concluso Aldo Bruno Russo, coadiuvato durante tutta la masterclass da Arturo Carile, Group Brand Manager Premium Brands di Campari - e che da solo può appagare il palato dell'intenditore di Bourbon più esigente. Detto questo, Russell's Reserve può essere anche miscelato. Ad esempio, in un Boulevardier, un classico americano nato durante il Proibizionismo. Si tratta di un twist del Manhattan che prevede Bourbon, vermouth rosso italiano e Campari. E, in questo caso, Russell's Reserve, a differenza di altri whiskey, riesce a riportare il Bourbon al ruolo di protagonista assoluto del drink grazie al suo ingresso morbido in bocca e alla una marcata nota speziata. Ne risulta un cocktail dalla grande profondità di gusto. Da servire in un bicchiere old fashioned su un grosso cubo di ghiaccio».

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