Ritorno a gusti più classici nella nuova drink list di Kasa Incanto

Kasa Incanto team

Segna un ritorno a una bevuta più classica, che rifugge dall’eccessiva stravaganza di sapori, senza tuttavia rinunciare a stupire e conquistare il cliente, la nuova drink list di Kasa Incanto di Gaeta. Un recupero di classicità che si riflette anche nella costruzione dei drink, meno elaborata e complessa, a favore di una maggiore semplicità, vista come elemento chiave per regalare al consumatore una drink experience più intensa e coinvolgente.

Ispirato al tema del mare, Nel Bere e Nel Mare, questo il nome del nuovo menu che costituirà l’offerta del locale per i prossimi 12 mesi, è frutto di un lavoro di squadra guidato dal bar manager di Kasa Incanto, Fabio Camboni, che nella sua ricerca ha coinvolto i proprietari Antonio Spinosa e Giuseppe Balzano, il sommelier Danilo Di Nitto e il bartender Eugenio Devyatin Rusky.

Kasa Incanto Fabio Camboni
Il bar manager di Kasa Incanto, Fabio Camboni, con la nuova drink list

Il mare, tema del resto naturale per un locale affacciato sullo splendido Golfo di Gaeta, nel nuovo menu è messo in diretta connessione con il bere bene: entrambi visti come rifugi privilegiati, spazi riparati dal mondo dove ritrovare se stessi. È ammirando il mare, ascoltando le sue onde che tranquillizzano con suoni dolci o catturano con toni tempestosi, così come davanti a un buon drink, che, infatti, spesso intraprendiamo il viaggio all’interno di noi stessi, ed è a loro che affidiamo i nostri sogni, le speranze, le paure.

È da queste suggestioni che prende il via il viaggio nel quale la drink list vuole condurre. Un viaggio che si sviluppa in 5 capitoli (più una sezione dedicata agli analcolici), ognuno dei quali, non a caso, trae spunto da un libro che racconta una storia di mare, perché il mare, ancora una volta proprio come i drink, e quindi il bar, è un mondo di racconti, di storie di leggende.

Il menu si apre con la sezione Ventimila Leghe Sotto il Mare, costituito da cocktail aperitivi, semplici e beverini, come Rusky 47, un twist del French 75 fatto con una base di Absolut vodka macerata al pane nero di segale, succo di limone, sciroppo di birra stout e Berlucchi Franciacorta. Drink, più in generale, che nella loro struttura riflettono il contrasto della narrativa di Jeles Verne che li ha ispirati, dove la realtà si mescola con mondi sconosciuti. Esemplare è Le Mille Bolle Brut, che porta nell’aperitivo ingredienti inediti come il tartufo e il caffè (bitter al caffè), unendoli alle bollicine (prosecco), all’Amer Picon e a una base home made di cognac Martel con pesche tabacchiere.

Il secondo capitolo è Il Vecchio e il Mare e rende omaggio al genio irrequieto di Ernest Hemingway con una serie di twist come Daiquiri Galante, che si colloca a metà strada tra il grande classico e il Papa Doble, la variante del primo tanto amata dallo scrittore, e preparato con rum Marie Galante, succo di pompelmo, sciroppo di tonka e pere williams e completato da una tintura di Butterfly Pea e da un’essenza di abete rosso (che viene spruzzata sul miscelato) che regalano al drink, rispettivamente, la sua colorazione blu e una maggiore tridimensionalità. O come Moby Drink, derivato dal Tommy’s Margarita, fatto con tequila Herradura blanco aromatizzato con petali di papavero e fiori di peonia, miscelato con liquore di arance rosse, birra Leffe a dare un tocco più frizzante, un misterioso sciroppo home made, succo di limone e, infine, profumo al timo.

Dalla concezione decisamente più insolita e stravagante sono le creazioni che compongono il terzo capitolo del menu, proprio come la raccolta di racconti di Stefano Benni, Il bar sotto il mare, che l’ha ispirata e che le dà il nome. Ne fanno parte cocktail come Mauna Loa, che si richiama, ma rileggendolo in chiave 100% vegana, al Bull Shot: il consommé di manzo è sostituito da un brodo di frutta, verdure e spezie, ed è unito a una base di mezcal Monte Lobos, a dare anche una nota affumicata, salsa piccate e succo di lime. Drink che viene servito in un coloratissimo contenitore, accompagnato da spiedini, fatti con spaghetti, di frutta e verdura. O come Maria L’Anemia, che nasce dalla scomposizione e ricostruzione, ma in “bianco”, del Bloody Mary. Al suo interno infatti troviamo vodka Elyx allo shiso, acqua di pomodoro, pepe bianco, salsa sriracha (una salsa thailandese a base di peperoncini, aceto bianco distillato, aglio, zucchero e sale) che viene schiarita, e aceto di pomodoro che viene spruzzato sul bordo del bicchiere per avviare la degustazione del drink con una più decisa nota acetata.

Sapori più esotici caratterizzano invece la sezione che attinge al libro di Richard Bach, Il Gabbiano Jonathan Livingston, dove troviamo, ad esempio Blumen studio, fatto con Bacardi Heritage filtrato ai carboni e alle fave di cacao, shrub di ananas e Aronia Vermouth, servito in una tazza a forma di mongolfiera

L’ultimo capitolo alcolico, Novecento, si ispira invece all’omonimo romanzo di Alessandro Baricco e contiene drink come Martini a la Madame, un Martini Cocktail (Plymouth gin, Citadelle gin e Lillet Blanc) invecchiato per 20 giorni in botti da 15 litri che in precedenza avevano ospitato tre diversi tipi di Porto, per dare al grande classico un carattere più dolce e morbido e meno secco, o Martini Terra Terra, il drink più “azzardato” del menu. In questo caso abbiamo sempre un Martini Cocktail (preparato con Bombay dry gin e Noilly Prat vermouth) che però è stato messo a riposare per 30 giorni sotto terra all’interno di un contenitore di vetro, adeguatamente protetto, processo questo che, grazie all’azione del calore solare, attiva una sorta di distillazione interna che arricchisce il classico di originali note minerali e terrose. Il drink viene servito in un calice con all'interno una sfera di marmo ghiacciata.

Chiude la drink list una sezione dedicata ai cocktail analcolici, della quale fanno parte creazioni come Purqua, fatto con cedrata, lime, latte di mandorla e ginger beer, o Granzio, con guanabana (un frutto tropicale), mango, ananas, lime, pera e tonka.

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