
Nascosto tra le vie pedonali del centro storico di Napoli, Pepi Vintage Room è un microcosmo unico nel panorama della mixology partenopea. Nato nel 2017, dalle ceneri di un piccolo negozio di occhiali vintage, il locale si sviluppa su venti metri quadri di sala, con quattordici posti a sedere, un retrobancone a vista e una serie di tavolini disposti sulla strada. Qui, niente menu stampati o ricette standardizzate: tutto ruota attorno al gusto del cliente e all'intuizione di chi lo accoglie.
Dietro il bancone e tra i tavoli si muove uno staff interamente femminile, guidato da Federica Mazzei, fondatrice del locale, Luigia Frezza, compagna di avventura e anima creativa e Lucia Carandente, che insieme hanno trasformato questo street bar in un luogo frequentato da una clientela non solo fatta si locali, ma anche da turisti, soprattutto stranieri. Il principio guida è semplice quanto rivoluzionario: ascoltare il cliente, decifrarne i gusti, anche quelli che non sa raccontare, e tradurli in un drink che lo rappresenti. «Riuscire a parlare con il cliente, capirne i gusti e il tipo di palato, che molto spesso nemmeno lui non sa raccontare, è stato un lungo lavoro che ha richiesto a tutte noi molto tempo e molta pratica per riuscire a cogliere in pochi minuti le sue preferenze e costruire un cocktail su misura, quasi sartoriale», racconta Frezza.
Una filosofia nata per necessità, in un locale senza laboratorio, dove la stagionalità e la freschezza degli ingredienti sono fondamentali. Le preparazioni sono poche ma essenziali, quotidiane e basate su ingredienti locali: agrumi raccolti da piante di proprietà, verdure fresche, frutti di stagione. Anche per questo, i cocktail cambiano spesso: non solo per seguire la natura, ma per raccontare ogni volta una storia diversa. «Abbiamo firmato drink che non sono né dolci né secchi, ma completi, strutturati, pensati per rispondere a un’esigenza reale», spiega Mazzei.
Tra i signature più richiesti c’è Ind10s (12 euro), creato da Lucia Carandente, un omaggio alla fusione tra Napoli e America Latina: base mezcal, Aperol, chutney di ananas piccante (preparato in casa con zenzero, peperoncino e aceto di melagrana), basilico fresco e una fetta di ananas come guarnizione. Un drink intenso, speziato, ma bilanciato. Altro cavallo di battaglia è la Fregona Vieja (12 euro), un twist sull’Old Maid, con cordiale di cetriolo, lime, menta e mezcal. E poi ancora l’Acapulco Road (9 euro), con Tequila, salsa di lamponi, miele, peperone e vino bianco campano, bordato di sale messicano e lamponi essiccati. Infine Gambino (10 euro), con rye whiskey, limone, simple syrup e Marsala secco. In ogni cocktail si ritrova l’amore per l’agave - un’autentica passione di Federica Mazzei - e un’estrema attenzione alla materia prima, sempre locale e il più possibile a chilometro zero. «A casa ho un pezzo di terra e quindi parte degli ingredienti, fra cui limoni, agrumi e spezie varie, arrivano da lì», dice Federica. Anche l’aperitivo all’italiana, seppur presente, si arricchisce di twist creativi sui classici, offrendo variazioni intriganti su Negroni, Americano e affini.
Ma Pepi Vintage Room non è solo cocktail. È anche un progetto formativo, dove ogni ragazza può crescere professionalmente. Nessuna resta solo in sala o solo al banco: il percorso è pensato per essere completo, dalla gavetta nel back al servizio in sala fino alla gestione del bancone. «L’importante è far capire che dietro un vassoio c’è molto di più: c’è cura, ascolto, imprenditorialità”, sottolinea Mazzei. Il risultato è un luogo intimo e accogliente, dove la mixology diventa linguaggio, e il servizio un gesto di attenzione autentica. Un piccolo spazio che, cocktail dopo cocktail, continua a raccontare storie, passioni e sogni. Sempre e solo al femminile.