Nuovo corso per l’Hide di Caserta: si riparte dagli anni Venti

Hide
C'è la firma di Renato Pinfildi sul nuovo corso dello speakeasy casertano, che ha rivoluzionato l'ntero locale, dagli interni alla drink list, per offrire un'esperienza premium, con tanto di cocktail serviti al carrello, ispirata alle atmosfere di inizio Novecento

Nuovo corso per l’Hide, il primo speakeasy casertano, fondato dal bartender Roberto Belmonte. Il cocktail bar ricomincia da Renato Pinfildi, che ha rivisitato tutta l’architettura del locale, dagli interni fino alla drink list. La chiave di tutto risiede ne il Il Grande Gatsby, il famoso romanzo di Francis Scott Fitzgerald (e un film altrettanto famoso con Leonardo di Caprio). Sono infatti gli anni Venti e Trenta a dominare le scelte di questo cambiamento, dagli aspetti più visibili, fino alle chicche più impensabili.

Si riparte dalle tonalità: a campeggiare all’ingresso sono i colori blu e oro. Le ritroviamo nei parati e nelle venature dei tavoli, oltre che nei caratteri usati per l’impaginazione del nuovo menu. Il tutto in un significato di servizio premium nuovo per la zona, che punta alla creazione di un’esperienza, che definiremmo celebrativa di un’epoca: come nell’atmosfera, scandita dal sottofondo musicale di un grammofono, che sostituisce i tradizionali speaker, oppure resa condivisa con serate a tema, principalmente swing, blues e bossanova.

Tra tributi ai cocktail di inizio Novecento e attenzione al territorio

Il bere segue la stessa logica. I signature del vecchio corso lasciano spazio a uno studio profondo del menu, condotto da Pinfildi e dal bartender Gaetano di Laora, che tributa l’inizio del Novecento: come nei classici come il Gimlet e l’Hanky Panky, oppure nell’implementazione del servizio “a carrello”. Quest’ultimo è l’aspetto fondamentale del concetto di experience voluto dalla nuova fase dell’Hyde. Il drink è servito al tavolo, ognuno con una formulazione particolare: come nello Stonehange Martini, che prevede l’utilizzo di una pietra lavica incandescente usata per far colare il cocktail, ammorbidendo il drink grazie allo shock termico, e donando un gusto torbato. Non mancano i richiami al territorio, come un Martini preparato con olio di oliva caiatina (un presidio Dop di Caiazzo, in provincia di Caserta), oppure il Bufala Martini, dove la sfumatura “dirty” viene offerta dall’acqua di governo di una mozzarella di bufala.

Andare dritti al semplice

La rivisitazione dell'Hide passa anche da vini e birre, scelti in modo certosino nel rispetto del tema, ruotando la lista di mese in mese da etichette antiche. «Siamo andati dritti al semplice, al non complesso: come nello spirito degli anni Venti»: le parole di Renato Pinfildi sintetizzano l’anima di questo cambiamento, destinato a diventare esempio per tutti i format della zona.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome