Mistero, genio e interattività nella drink list del Laurus di Lecce

Laurus Marco Fabbiano

È il mistero la chiave della nuova drink list del Laurus Cocktail Experience, cocktail bar inaugurato lo scorso anno nel cuore di Lecce. Non a caso il nuovo menu ha come sua fonte di ispirazione Il codice da Vinci, il romanzo bestseller scritto da Dan Brown nel 2003 (pubblicato in Italia nel 2004), le cui atmosfere, tutte all’insegna del mistero, vuole restituire. Al tempo stesso è anche un omaggio a Leonardo da Vinci, del quale quest’anno ricorrono i 500 anni della morte, le cui opere sono ampiamente richiamate (e liberamente interpretate) dallo scrittore americano per supportare la fitta trama di enigmi attorno al quale si sviluppa il suo thriller.

Enigmi (come nel libro) e tanta creatività (“il genio” di Leonardo) sono dunque i due elementi sui quali hanno puntato Marco Fabbiano (nella foto in apertura), bartender e proprietario del locale, e il suo braccio destro, il bartender Antonio Camardo, per mettere a punto i 13 signature della nuova drink list, che costituirà l’offerta del Laurus fino alla fine dell’anno. A questi se ne aggiunge un terzo: l’interattività. Ogni mistero ha infatti un senso solo se c’è qualcuno disposto a cercare di comprenderlo e svelarlo. Ed è proprio in questo gioco che The Secret Code, questo il nome della drink list, vuole coinvolgere il cliente. Un gioco nel quale il cliente può divertirsi a cercare ingredienti non citati nella lista, a scoprire le ricette attraverso indizi che trova nella carta, fino ad affidarsi alla sorte per scegliere il suo cocktail, e che dà il via a un’esperienza che ha il suo compimento nella degustazione dei signature, tutti concepiti per conquistare e sorprendere i cinque i sensi.

Tradurre nella pratica simili concetti ha richiesto un lungo lavoro: circa 9 mesi di studio, prove, bilanciamenti, ricerca di sapori e di ingredienti, sul fronte della costruzione dei cocktail.

Un esempio del risultato di tale lavoro è Sir Sauniere, ispirato al personaggio del libro di Brown, Jacques Saunière, curatore e direttore del Louvre, la cui morte dà il via al romanzo. Per richiamare il mistero del suo omicidio il drink viene servito in un bicchiere messo all’interno di una piramide di vetro, che rimanda alla piramide del museo parigino, con della seta nera che rappresenta l'oscurità dell’accaduto. Il drink è costruito con una base di cognac, distillato francese per eccellenza, il Courvoisier V.S.O.P., vino bianco francese, a regalare un bouquet aromatico, bilanciato da Bitter delle Sirene, mentre la texture e l'acidità è data da una purea home made di passion fruit, il tutto completato da un’affumicatura di legno di ciliegio. Sul fondo del bicchiere, inoltre, vi è un composto gelatinoso al lampone, acidificato e frullato con foglie di rovo (per la nota erbacea), che può essere mangiato dopo aver bevuto il cocktail.

Tutto sulla sorpresa è invece giocato Luciferum, che vuole essere una rappresentazione del male. E come Lucifero, il drink a lui ispirato è ingannatore: realizzato con una base di Amaro di Angostura, crema di mezcal, orzata home made, avogado nero, acido citrico e bitter di salsa Bbq, e servito con ghiaccio secco per richiamare il mondo degli inferi, e accompagnato da un side di pietre nere bollenti con mandorle aromatizzate, il suo sapore è molto diverso da quello che la lettura della ricetta lascerebbe intuire (e di più non vi sveliamo, per scoprirlo occorre provarlo). Un tipico esempio del gioco di enigmi e scoperte nel quale la drink list vuole coinvolgere il cliente, dove non è detto però che la soluzione più logica e razionale sia quella giusta.

Ma il gioco dei misteri trova il suo apice in The Secret Code, il drink principale della lista e che le dà anche il nome. La ricetta riportata sul menu in questo caso è molto vaga (riduzione di Hp, 414 al caffè, vi dicono qualcosa?), ma la si può ricostruire armandosi di curiosità e di qualche strumento particolare, come una penna a ultravioletti, lasciandosi coinvolgere nel gioco.

Ispirato a La Gioconda è Monnalisa, realizzato con una base di Cittadelle Gin miscelata a estratto di tamarindo, cagliature di more selvatiche, sciroppo di zucchero infuso alle scorze di bergamotto e gocce di alcolato di achillea. Un drink studiato per regalare emozioni anche a livello visivo, oltre che gustativo. Viene infatti servito come fosse un dipinto, all’interno di un calice da bollicine alto e stiloso, colorato con dell’oro spray alimentare e piume di pavone. Un dipinto che il pittore però sta ancora dipingendo, in quanto il cocktail, grazie a un’infusione di foglie di butterfly, cambia colore mentre lo si beve.

Quinque Elementum, invece, deve il suo nome ai cinque elementi della vita, aria, acqua, terra, fuoco e spirito, che restituisce con la sua struttura stratificata studiata in modo che i cinque ingredienti che lo compongono, ognuno corrispondente a un elemento, si percepiscano in sorsi differenti. Si comincia con un’aria di champagne (usata anche come guarnizione visiva e olfattiva) a simboleggiare l’aria, proseguendo con un’oliva cellina liquida, per la terra, per poi continuare con uno sciroppo di birra, per la parte acqua, e una percolazione di tè Lapsang Souchong con Vermouth del Professore, per il fuoco, e finire con Bowmore 12y Islay, per lo spirito. Il cocktail è servito in una coppa di colore nero, alla cui base è messa una polvere di olive da mangiare mentre si beve.

Il tema del mistero domina anche in Urbem Mysteria, dedicato alla città di Roma. Un drink molto scenico, servito all’interno di uno scrigno in legno e accompagnato da una mappa dei luoghi iniziatici della capitale (che viene lasciata in regalo a chi ordina il cocktail). E “romani” sono anche gli ingredienti del drink, a partire dal gin VII Hills, dedicato alla Città Eterna, che viene miscelato con vermouth dry infuso in assenzio romano, una preparazione segreta a base di sedano e spezie, glassa di pere e Amaro Formidabile, un amaro di Roma.

Non meno impegnativo il lavoro svolto in per la realizzazione fisica della carta, per la quale i bartender non hanno trascurato alcun particolare. Il menu è stato infatti realizzato su una pergamena, fatta arrivare direttamente dall’India, per richiamare il codice Hammer-Leicester, il manoscritto composto da 36 fogli compilati da Leonardo (dal 1994 di proprietà di Bill Gates). Sul menu sono riportati i nomi dei drink, in latino, e gli ingredienti e ogni cocktail è accompagnato da un’illustrazione ispirata a un’opera di Leonardo o a qualche elemento del libro di Brown. Tutti i disegni e le scritture sono state realizzate a mano da Camardo, che è anche un esperto calligrafo, e poi impresse sulla pergamena con una particolare tecnica di stampa laser. Una piccola opera d’arte, che il cliente può anche acquistare e portare a casa.

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