Carico di Milano inaugura la sua nuova Negroni Room in partnership con Campari. Un'esperienza immersiva che celebra il cocktail più bevuto al mondo

Avvertenza per tutti coloro che amano (e lavorano) con il Negroni: quanto state per leggere può creare dipendenza. I protagonisti di questa storia sono: Domenico Carella, istrionico anfitrione e patron di Carico a Milano, uno chef talentuoso come Leonardo d’Ingeo e Campari, con il suo profilo di gusto inconfondibile e anima del Negroni. L’occasione? L’undicesima edizione della Negroni Week, ancora in corso fino al 24 settembre, e il lancio della prima Negroni Room by Carico con la partnership ufficiale di Campari. Abbiamo voluto provare la novità e senza tenervi troppo sulle spine vi diciamo subito che ne siamo entusiasti.

1. Il concept

Ma andiamo per ordine. Già noto per avere lanciato la Martini Room, il primo format al mondo dove non si paga il singolo cocktail ma il tempo di permanenza, Carico presenta un nuovo concetto, che ruota questa volta attorno all’iconico cocktail nato tra il 1917 e il 1920 al Casoni di Firenze, dal fortunato incontro tra il barman Fosco Scarselli e il Conte Camillo Negroni. “Volevamo creare qualcosa di nuovo, dopo la Martini Room. E Se il Martini è il re dei cocktail, il Negroni è il conte”, ammicca Dom Carella. In cosa sta la novità? Inaugurata in soft opening in occasione della festa del Negroni, la nuova experience sarà prenotabile on line in due fasce d’orario, dalle 19:30 alle 21:30 e dalle 22:00 alle 00:00, per 8 persone per volta, al prezzo di 90€. Si tratta un percorso di degustazione tra sette portate firmate dal talentuoso chef di Carico e sette cocktail messi a punto da Domenico Carella per condurre per mano l’ospite nel mondo del Negroni e attraverso la sua incredibile storia.

“Ma senza ammorbamenti - ammonisce Carella -. Non si tratta di una masterclass sul Negroni! Non una degustazione verticale sui Negroni, ma un modo nuovo e attuale per gustare tutte le sfumature che rendono il Negroni il cocktail più bevuto al mondo”. Dal Milano-Torino all’Americano si arriva al Negroni per comprendere la sua evoluzione. Ma ovviamente l'albero genealogico non finisce qui. C’è il Cardinale di Giovanni Raimondo e la dolce vita romana. C’è il Negroni sbagliato, creato negli anni 70 da Mirko Stocchetto dopo l’ennesimo scambio di ingredienti (questa volta il prosecco al posto del gin). E ci sono i twist più contemporanei. Il tutto rivisto e corretto dallo staff di Carico. Un viaggio nello spazio e nel tempo, dal 1860 al 2023 , che eleva il concetto di semplice food pairing per arrivare al consumatore in maniera aggiornata e con una bevuta più attuale. “Per mettere a punto il format ci sono voluti mesi: abbiamo lavorato sul grado alcolico dei drink, sulle botaniche, sulle porzioni, per rendere altamente fruibile un concetto di ristorazione alto. E il riscontro è stato subito positivo: questa settimana i turni sono già quasi tutti esauriti”.  Di più. L'ospite, attraverso immagini, suoni e gusti, vive un'esperienza sensoriale, dall'origine all'evoluzione dell'icona dei miscelati. “Abbiamo creato un software ad hoc per la regia - dice Carella. Nulla è lasciato al caso”. Luci (il rosso è d’obbligo), suoni (c’è Renato Carosone e il Quartetto Cetra), luoghi iconici (Milano, Torino, Firenze), non manca nulla, con contenuti inediti e coinvolgenti e contributi autentici forniti da artisti, DJ, producer, gallerie d’arte, fotografi e archivi storici. Gli appassionati potranno inoltre acquistare articoli di merchandising esclusivi, come bicchieri da cocktail custom made, shaker, libri di ricette e abbigliamento con il logo della Negroni Room Experience, Carico e Campari.

2. Qui di seguito la nostra esperienza e appunti di gusto

3. Welcome

Mito con Gamberi marinati, spuma di salsa con Campari, polvere di olive verdi, olio ai crostacei: un gioco di richiami infiniti (la spuma al Campari, le note note metalliche dei crostacei che rimandano al bitter ecc.) che mette fine all'eterno dilemma se l'abbinamento va fatto per affinità o contrasto.

 

4. Tradizione

Americano Ruta e aneto con Vegetali preservati, pil pil di primizie, alice del Mediterraneo marinate in aceto di riso; Negroni con Vitello, salsa tonnata, bottarga, erbe, aceto di lampone. Estro, talento e tecnica rendono l'esperienza di gusto memorabile. Nel primo caso il bitter con un'infusione diretta di ruta e la soda all'aneto permettono di giocare con l'acidità del piatto, nel secondo caso il driver del pairing è la senape.

 

5. Metamorfosi

Cardinale con Pasta, porcini, tartufo e selvaggina; Negroni sbagliato pesche con scampo alla mugnaia e pan brioches. Nel primo caso il Cardinale di Dom (un blend di Trebbiano e Schioppettino e Vermouth) ci conduce per mano nel mondo dell'umami e nei sapori del bosco di Leonardo. Nel secondo caso il drink aiuta a bilanciare la rotondità del piatto. E dopo aver ripulito per bene il palato imperdibile la scarpetta finale con il pan brioches.

 

6. Avanguardia

Negroni washed mirtilli, burro e mandorle e barbabietola con Filetto di manzo marinato, ribes, caffè; Santo Negroni con Mousse al cioccolato amaro, decotto di Negroni al peperone, latte di cocco. A questo punto dell'esperienza avremmo già gettato la spugna se la maestria di Dom non avesse abbassato la gradazione alcolica dei drink ("i sette cocktail valgono come due bicchieri di vino", ci ha rassicurato Carella), ma i due signature sono imperdibili.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome