Elephant Gin rafforza il suo impegno a tutela dell’elefante africano

Elephant Gin Foundation EG_Robin Gerlach_South Africa
Robin Gerlach, fondatore con la moglie Tessa di Elephant Gin
È nata la Elephant Gin Foundation, associazione no profit istituita dal gin super premium distribuito da Compagnia dei Caraibi per sostenere progetti di salvaguardia della fauna selvatica africana

Si rafforza ulteriormente l’impegno di Elephant Gin a tutela degli elefanti. È stata infatti istituita la Elephant Gin Foundation, un’associazione senza scopo di lucro nata per raccogliere ed erogare fondi per la salvaguardia della fauna selvatica africana, con particolare attenzione agli elefanti e alla conservazione del loro habitat naturale.

La creazione della fondazione rappresenta un ulteriore tassello della politica di responsabilità sociale del gin super premium distribuito da Compagnia dei Caraibi e della grande attenzione da questo sempre rivolta all’Africa. Un legame con questo Continente scritto nello stesso dna di Elephant Gin. Dai loro viaggi in Africa Tessa e Robin Gerlach, i fondatori del marchio, hanno infatti tratto ispirazione per la creazione dei distillati della gamma Elephant, ovvero Elephant London Dry Gin (alc 45% in vol), l’aromatico Elephant Sloe Gin (alc 35% in vol), il corposo Elephant Strength Gin (alc 57% in vol) e il fresco Elephant Orange Cocoa Gin (alc 40%). E sempre dall’Africa provengono 5 rari ingredienti, dei 14 totali, che compongono la ricetta del primo nato della linea, l’Elephant London Dry Gin, ovvero l'Artiglio del Diavolo dal Sudafrica e dal caratteristico sapore aromatico e amaro, il Bucco, che ricorda il ribes nero, il frutto del Baobab dal Malawi, la Coda di leone, considerata un'erba dai poteri magici in Sudafrica e l'Artemisia africana, che dona al gin una nota floreale e amara.

Già donato un milione di euro per la salvaguardia degli elefanti

Non a caso fin dalla sua nascita nel 2013 il brand devolve il 15% dei profitti a enti di beneficienza impegnati nella salvaguardia dell’ecosistema e dell’elefante africano, la cui sopravvivenza è messa a rischio dal bracconaggio per il commercio di avorio, dalla perdita dell’habitat e dai conflitti con l’uomo. Un impegno che proprio quest’anno ha raggiunto l’importante traguardo del primo milione di euro devoluto alla causa.

Con i fondi generati dalla vendita delle bottiglie e dagli eventi di raccolta fondi, il brand ha così potuto contribuire negli ultimi tre anni alla protezione degli animali nelle aree protette dell’organizzazione partner Big Life Foundation, dove nessuno di loro è stato vittima di bracconaggio.

Un impegno che si rafforza

La nascita del nuovo ente permetterà di rafforzare tale impegno a difesa della fauna e dell’ecosistema africano, di raccogliere ulteriori fondi e partecipare attivamente a progetti di protezione indipendentemente da Elephant Gin, in quanto chiunque lo desideri potrà donare e sostenere direttamente i progetti selezionati dalla fondazione (qui tutti i progetti attivi). A questo scopo la fondazione collabora con le principali realtà ambientaliste e associazioni in tutta Africa, investendo nelle iniziative più indicate per contribuire in maniera concreta alla conservazione dei grandi aninali.

Tra queste vi è per esempio il supporto all’attività di The Sheldrick Wildlife Trust che si occupa del salvataggio e riabilitazione degli elefanti orfani, quello in partnership con Space For Elephants Foundation, che tra il 2013 e il 2017 ha permesso in Sud Africa e Swaziland di ripristinare le vecchie rotte migratorie per gli elefanti che erano andate perdute quando le riserve di caccia sono state recintate.

E ancora il sostegno alle attività di ricerca portate avanti dall’Elephants Without Borders e finalizzato a individuare le cause della morte misteriosa nel 2020 di alcune centinaia di elefanti nella regione del delta dell'Okavango in Botswana. Ricerche che hanno spiegato come tali morti siano provocate dall’ingestione da parte degli animali di cianobatteri presenti nell’acqua stagnante e in alcuni grandi fiori la cui diffusione è un diretto effetto dei cambiamenti climatici. O il progetto in partnership con The Wildlife Spirit che mira a educare le popolazioni locali e ai visitatori internazionali a una “convivenza” più armoniosa con la fauna selvatica autoctona e con i loro habitat, supportando anche lo sviluppo di un’economia sostenibile delle comunità.

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