Con Select in viaggio nella Venezia più autentica

Select in Venice - courtesy Claudia Di Francescantonio
Gli aspetti più autentici di Venezia rivelati da un'indagine AstraRicerche e in una mostra fotografica di Marco Valmarana.

Quali sono i luoghi che possono svelare l'anima più autentica di Venezia? A questa domanda ha risposto un'indagine commissionata dall'aperitivo veneziano Select 1920 del Gruppo Montenegro alla società AstraRicerche, unitamente a una mostra fotografica in tema di Marco Valmarana.

Veneziani e italiani hanno dato risposte parzialmente diverse

Due sono stati i significativi campioni di riferimento: 400 veneziani (di laguna e di terra) e oltre 1.500 italiani tra i 18 e i 65 anni che hanno dato risposte verosimilmente diverse.

Per chi vive a Venezia il luogo più autentico è stato l'Arsenale, storico (XII secolo) cantiere delle navi a vela e a remi della Serenissima Repubblica di San Marco, oggi riconvertito in grande spazio espositivo (33,3% delle risposte). Seguono il Mercato di Rialto (29,8%), il Ghetto Ebraico (20,5%), la Scala del Bovolo di Palazzo Contarini, singolare e imponente scala a chiocciola esterna alla facciata (13,5%), la Punta della Dogana (10,7%) e lo Squero San Trovaso (8,9%), uno degli ultimi cantieri per gondole ancora in funzione.

Per gli italiani invece il luogo più autentico è il Mercato di Rialto (26,1%) seguito dall'isola della Giudecca (20,9%) l'Arsenale (20,4%) e il Ghetto Ebraico (16,8%).

Per quanto riguarda i sestieri (le sei zone in cui è divisa la città di Venezia), per un italiano su due il più citato è il sestiere di San Marco con la basilica e Palazzo Ducale, seguito da quello di Cannaregio (20,2%) il grande sestiere popolare nella zona nord di Venezia che ospita tanti artigiani ancora in attività e locali caratteristici, seguito da quello di Santa Croce (19,2%) che comprende la zona d'ingresso alla città con piazzale Roma, la Stazione ferroviaria e la prima parte del Canal Grande con il Fontego dei Turchi.

Viceversa per i veneziani il luogo per eccellenza della città è il sestiere di Cannaregio (38,1%) seguito a distanza da quello di San Marco (28,6%) e da quello di Castello (26,5%) a est della città che comprende l'Arsenale e i Giardini della Biennale.

Un posto "magico" tanto per gli italiani (46%) quanto per i veneziani (65%) è il Ponte del Diavolo sull'isola di Torcello che ricorda la leggenda di un amore disperato tra una ragazza veneziana e un ufficiale austriaco, seguito dal Ponte delle Tette nel centro di Venezia, punto di riferimento della zona dei bordelli legali della Serenissima Repubblica e il Ponte dei Pugni, nel sestiere Dorsoduro, teatro nei secoli di spettacolari risse legali tra operai e pescatori con tanto di botte da orbi e diverse vittime.

Per quanto riguarda invece le esperienze da non mancare tanto gli italiani (38,9%) quanto i veneziani (36,3%) hanno risposto bere uno spritz nei caratteristici bàcari, le storiche osterie di Venezia. Non a caso lo Spritz o Aperitivo Veneziano è nato a fine Ottocento proprio a Venezia, da sorseggiare preferibilmente per i veneziani in Campo Santa Margherita (23,1%), per gli italiani in gondola (23,1%). Inizialmente veniva preparato per gli occupanti austroungarici spruzzando (da cui il termine spritz) con acqua frizzante il vino bianco locale considerato troppo alcolico. In seguito fu miscelato con vino bianco fermo (o Prosecco), un vermouth amaricante e soda.
Abbinamenti più citati? cicchetti (assaggi o antipasti) pezzetti di pesce o salumi serviti su crostini o fette di pane o di polenta come moeche (granchietti) fritte, sarde in saor (sarde fritte e marinate con acerto, cipolla, pinoli e uvetta), baccalà mantecato, alici marinate, mezzo uovo con acciuga, verdure fritte.

La ricerca è stata recentemente presentata a Milano al Tàscaro (zona Isola), locale gestito da Sandra Tasca ricreando l'atmosfera e la proposta di un tipico bàcaro veneziano. Tra gli intervenuti, Gianluca Monaco, Marketing e New Business Director di Gruppo Montenegro; il fotografo Marco Valmarana; Cosimo Finzi, ad AstraRicerche.

Foto in bianco e nero alla ricerca della Venezia più autentica

Dodici sono le foto in bianco e nero realizzate dal giovane fotografo Marco Valmarana per comporre una mostra fotografica che riproponesse una Venezia autentica sopravvissuta al ciclone Covid. Le dodici foto verranno esposte in sei locali tipici di sei sestieri diversi di Venezia come Pescaria, Bacarando, Bar Torino, Vizietto, Recondito e Strani. Ogni foto è accompagnata da un QR code, che atterrerà sul sito selectaperitivo.it consentendo di conoscere la storia autentica del luogo scattato e la mappa di come arrivarci.

Mercato di Rialto
Storico mercato di Venezia, formatosi nel 1097 e fondamentale punto di snodo per il commercio delle spezie. Rialto mantiene ancora oggi la sua vocazione commerciale, grazie alle numerose attività artigiane e ai giornalieri mercati ortofrutticoli e del pesce che affollano e colorano i suoi banchi.

Insegna dell'Antica Locanda Sturion
Una testimonianza della storia eterna di Venezia, una città in cui ogni dettaglio è un antico racconto. L’insegna di questa Locanda, infatti, è presente in un dipinto di Vittore Carpaccio del 1494, Miracolo della Croce, visitabile oggi alla Galleria dell’Accademia.

Messaggi nascosti...
Nei pressi del Campo Santa Maria Formosa, tra i dettagli della ringhiera del ponte Borgoloco sembrerebbe di scorgere dei cuori, ma in realtà si nasconde un messaggio dei fabbri che costruirono il parapetto nell’Ottocento, durante la dominazione austroungarica. Si tratta delle lettere: W V E: Viva Vittorio Emanuele (Re d'Italia).

Corte Miliòn
A pochi passi dal locale Bacarando si trova la Corte Seconda del Miliòn, un luogo circondato da case cinquecentesche che conserva il fascino medievale di Venezia. Il nome deriva dal Milione, l’opera di Marco Polo che ne racconta i viaggi e le avventure in Oriente tra il 1271 e il 1295. La corte è infatti tradizionalmente nota come Casa di Marco Polo e, nonostante le abitazioni appartengano a qualche secolo successivo, queste sorgono effettivamente sulle antiche fondamenta della casa dell’esploratore.

Ponte del Lovo, un panorama unico
Distante pochi passi da Rialto, si trova il Ponte Del Lovo. La tradizione veneziana racconta come questo sia l’unico, tra gli oltre quattrocento ponti in tutta la città, dal quale è possibile scorgere il Campanile di San Marco.

Campo San Luca
In Campo S. Luca è presente un pilone chiamato dai cittadini “Il Bonigolo de Venexia” (l’ombelico di Venezia), considerato il primo centro topografico della città. L’altro nome con cui è conosciuto è “L’abate dell’infamia”, dovuto alla sua origine storica: questo abate in pietra bianca d’Istria sarebbe infatti un dono dell’antica Repubblica di Venezia alle confraternite che difesero la città durante una congiura nel 1310.

Arriva la luce elettrica
Giovanni Querini fu un imprenditore e filantropo veneziano, estremamente attento all’innovazione e al benessere dei suoi concittadini. Grazie a lui, l’energia elettrica entrò negli ospedali e l’illuminazione arrivò nelle strade di Venezia. Prima del suo intervento, infatti, la città era considerata molto pericolosa a causa del buio notturno.

Con i barbacani più spazio per le case
I barbacani sono delle strutture architettoniche tipiche dai palazzi veneziani di origine militare. Si tratta di elementi di travatura sporgenti, più spesso in legno che in pietra, che recuperano spazio abitativo senza sottrarlo alla viabilità pedonale sottostante, anzi fornendo riparo dalle intemperie ai viandanti e alle botteghe su strada.

Chiesa dei Miracoli
La Chiesa dei Miracoli venne costruita nel 1482 e nacque come omaggio a un quadro ritenuto miracoloso dagli abitanti del sestiere di Cannaregio. È l’unica Chiesa di Venezia interamente bagnata da un canale.

Altane, punti di osservazione
Tipici terrazzi veneziani, costruiti quasi interamente in travi di legno al di sopra dei tetti, devono le loro origini allo stretto rapporto che da sempre unisce Venezia al mondo orientale. Ispirate ai punti di osservazione militari, sono uno dei posti in cui è possibile osservare Venezia dall’alto. La tradizione li descrive anche come il luogo in cui le donne andavano ad asciugare il bucato e i capelli bagnati al sole dopo aver messo l’henné, così da farli diventare color rosso veneziano.

Via Garibaldi, il canale interrato
Si tratta dell’unica “via” della città. Inizialmente un canale, fu un provvedimento di Napoleone Bonaparte a renderla la strada che si può ammirare oggi. L’intenzione dell’imperatore era quella di dotare la città di maggiori luoghi di pubblico passaggio (e passeggio), creando quindi una via dal sapore parigino.

Arsenale, cantiere senza tempo
Città nella città, l’Arsenale è stato il cuore dell’industria navale Veneziana dal XII secolo. Si tratta dell’unico cantiere navale al mondo ad aver mantenuto la sua natura per più di sette secoli, ricoprendo la stessa funzione ben oltre la caduta della Serenissima Repubblica di Venezia.

Select Spritz by Montenegro

Select Aperitivo nasce a Venezia nel 1920

Nel 1920, nasce Select Aperitivo ad opera dei fratelli Vittorio e Mario Pilla della Distilleria Pilla nel sestiere veneziano di Castello, ricavato con una ricetta ancora segreta dalla macerazione e bollitura in acqua e alcol di una trentina di erbe aromatiche, come radici di rabarbaro, bacche di ginepro, noce moscata, chiodi di garofano e olii essenziali di agrumi, con aggiunta di una parte di alcol. La leggenda vuole che, fatto assaggiare tra i primi a Gabriele d'Annunzio, il vate propose di battezzarlo Select dal latino selectus per la scelta accurata delle materie prime.
Il risultato è una bevanda bitter rosso rubino di 17,5 gradi alcolici, di gusto dolce-amaro, fresco e balsamico, ideale come aperitivo o digestivo per sollecitare la produzione di succhi gastrici e per realizzare lo Spritz Veneziano: 7,5 cl Prosecco, 5 cl Select, 2,5 cl soda o seltz, da miscelare in un calice da vino con ghiaccio e guarnire con uno spiedino con infilzata una grande oliva verde. Una ricetta che prese il via allo storico Caffè Quadri 1775 in piazza San Marco.
Nel 1954 Select viene acquisito dalla Distilleria Buton di Bologna, rilevata in seguito nel 2018 dal Gruppo Montenegro 1885.

 

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