Forza Francesco! Il campanilismo è d’obbligo perché in gioco c’è il titolo di campione mondiale baristi. Ventisei anni, salentino, Francesco Masciullo, campione italiano baristi 2017, il prossimo novembre terrà alti i colori della nostra bandiera a Seoul nel World Barista Championship, la competizione firmata Sca, che vede sfidarsi 60 concorrenti sul caffè, campioni di altrettante nazioni di tutto il mondo. Sbarcato a Firenze da Sogliano Cavour (Le) nel 2011, Masciullo è oggi responsabile della caffetteria di Ditta Artigianale Oltrarno, locale polivalente che vede affiancati caffetteria specialty, ristorazione e gin bar, già premiato lo scorso anno come locale rivelazione 2016 ai nostri Barawards. In vista dei mondiali è seguito da una squadra di specialisti, capitanati dal maestro giapponese Hidenori Izachi e da chi lo ha scoperto e introdotto nel mondo degli specialty, Francesco Sanapo.
Vada come vada (l’ambizione è di qualificarsi tra i primi sei), Masciullo rappresenta al meglio quella generazione di baristi che ha saputo dare nuovo impulso al caffè. Dalla sua: talento, passione, determinazione. Doti che, poco prima di andare in stampa, abbiamo visto sfoderare anche ai finalisti della prima edizione di Coffee Relay, gara a staffetta ideata da Bargiornale e conclusasi lo scorso 25 settembre a Bari durante Baritalia Hub, la nostra due giorni pensata per la bar industry. Complimenti a tutti i 36 finalisti e, in particolare, ad Alessio Vabres, primo classificato per la categoria Espresso, a Conrado Ravane che ha conquistato il gradino più alto del podio nella gara di Mixology con il caffè, a Donatello Calzolaro per la sfida di Latte Art, a Fabio Verona ed a Elisabetta Paviglianiti per la splendia prova di Brewing (sul prossimo numero di Bargiornale la cronaca dell’evento). Tutti, senza esclusione, hanno dimostrato profonda dedizione alla professione e competenze fuori dal comune. Quest’ultimo è stato argomento di discussione del nostro tavolo tecnico per il caffè, a cui idealmente ormai siedono i principali attori di tutta la filiera che all’unisono hanno sottolineato l’importanza di una formazione a tuttotondo per il barista e per lo stesso gestore.
C’è da chiedersi, però, se questa professionalità sia riconosciuta e remunerata come già avviene per pasticceri, chef e compagnia bella. Purtroppo la meta è ancora lontana, con stipendi medi che superano di poco i 1.000 euro.
Eppure qualcosa si muove… in nome del caffè.