Vintage o futuristi, i locali per sentirsi a casa

Tendenze –

Arredamento sempre più contaminato tra bar e mura domestiche: il look esprime nostalgia del passato o squarci verso il futuro

Casa e bottega, si diceva per indicare i due luoghi dove si passava la maggior parte del tempo. Da un po' di anni, però, quando il lavoro riguarda la ristorazione e il mondo dei locali, la bottega è diventata più simile alla casa. Parafrasando una celebre canzone di Riccardo Cocciante, si potrebbe dire che è soprattutto una questione di design. Sono tanti, infatti, i progettisti d'interni che hanno preso dal mondo della casa l'ispirazione per creare l'arredo di bar e ristoranti alla moda. Senza dimenticare che il cerchio si sta chiudendo: lo stile vintage, ad esempio, ripreso dall'arredamento delle case anni Sessanta per i locali lounge, ripassa oggi dal mondo dell'intrattenimento al tetto casalingo.

Locali accoglienti come i salotti di casa
Torniamo quindi alla nostra bottega: l'idea di trasformarla in una specie di surrogato della casa, per sentirsi come tra le mura domestiche, nasce anche da un'altra esigenza. Quella di entrare in un luogo pubblico «dal quale si abbia una percezione sensoriale completa e appagante, in cui musica, luci e arredi sono un tutt'uno», come spiega Giampietro Sacchi, docente del Politecnico di Milano. Un locale pubblico è visto soprattutto come spazio dove star bene, dove si abbia subito la percezione di vivere una situazione conosciuta, un po' come succede quando si torna a casa per il relax sull'amato divano.

Atmosfere orientali
L'idea si riflette in progetti legati alla natura, ma anche al benessere e al sogno. Casi esemplari, sono le location ispirate alle suggestioni del bagno turco arabo, come il Moresko Hammam Café di Milano, una caffetteria e centro benessere che oltre a massaggi e sauna, propone aperitivi tra cuscini, arazzi e narghilè. Uno stile antico che arriva dalle immagini, anche cinematografiche, legate al mondo mitico di Rodolfo Valentino e Lawrence d'Arabia, e che si ritrova in spazi come il Casa De Sica, nel bresciano. Club e ristorante, ospita un'area benessere e centro estetico, con tanto di vascone da bagno di foggia orientale con rubinetterie dorate.

I mitici anni '60 e '70
Se il paradiso è anche un luogo dell'anima, però, ognuno di noi lo popola delle sue fantasie e percezioni particolari. Quelle dei proprietari del Corto Maltese di Bologna, sono legate ai sogni di viaggio concepiti durante le letture del celebre personaggio di Hugo Pratt. Non tutti hanno la possibilità di creare in casa un ambiente in perfetto stile pop, con immagini di eroi dei fumetti alla Roy Lichtenstein. È più facile farsi rapire dal vintage, la tendenza dell'interior design che con lo stile lounge prende ispirazione dagli ambienti dei mitici anni '60. E grazie all'impulso di creativi come il designer Tom Dixon, si arredano i bar con suggestioni in stile “Hollywood Party”. Certo la casa, con i lampadari in plastica e sedia sospesa sulla piscina, che in quel film veniva distrutta da uno strepitoso Peter Sellers, è stata riveduta e corretta, ma resta lo spirito.

Una visita in lounge come il Connie Douglas di Milano, il Dual 33 di Parabiago o il Momah di Napoli, fornisce perfetti esempi di stile anni '60 e '70, grazie alle sedute in pelle, soprammobili in plastica colorata e tappezzerie psichedeliche.
Ma la nostalgia è anche voglia di focolare domestico: come non pensare, allora, a quello portato dal designer Patrick Jouin, nel lounge bar dello storico cinque stelle parigino Plaza Athenee. Qui, nella sala dove trovano posto arredi in stile classico illuminati da un gioco di luci bianche e fredde, appaiono due monitor che, posti uno sopra l'altro, rimandano le immagini di un fuoco con fumo e scintille. La sublimazione del focolare domestico nel punto più chic di Parigi.

Dalla nostalgia al futuro
Col passare del tempo, le ispirazioni del passato hanno lasciato il campo, anche se solo in parte, a quelle del futuro: siamo allo stile Superflat, quello di arredi minimal, oggetti ultrapiatti, segni grafici stilizzati che decorano e tecnologie d'illuminazione basate su led e laser. Due esempi recenti ci mostrano come il design futuristico sia radicato nei locali, dopo avere ispirato, per tutti gli anni Novanta, l'arredamento di appartamenti e loft recuperati nelle aree dismesse delle metropoli.

Ecco allora il C/o di Roma, spazio total black, nato dal recupero di un capannone che accoglieva una carrozzeria; un progetto che si distingue per le forme essenziali e per alcuni elementi originali, come le luci inserite sul fronte del banco.
Altro luogo industriale e minimal a 360 gradi, è il club Bitte di Milano. La struttura è spoglia, tutta acciaio e cemento con le uniche eccezioni dei due bar. Uno spazio ricavato da un opificio industriale del 1929, da vivere anche al buio e dove le atmosfere prendono forma diversa ogni sera, grazie agli allestimenti degli artisti che si esibiscono. Un'idea ripresa anche da quei loft che, a seconda degli arredi scelti da ogni proprietario, si caratterizzano in modi differenti.

Effetto sorpresa e minimalismo
È qui che entra in gioco il trend dell'effetto sorpresa. Siamo di fronte a un sistema di concepire i luoghi che fa della mutevolezza e dell'immediatezza la sua vera forza trascinante. Se, in una casa, l'idea si manifesta grazie a giochi emotivi dati da un profumo o una luce, una musica o un'installazione inattesa, in un locale la miscela che crea sorpresa è un poco diversa. Come al Pepe Bianco di Aversa, ritrovo notturno che punta tutto sull'emotività e sulla forza delle suggestioni, come quelle date dalle grandi colonne ricoperte da ritratti in bianco e nero che si sovrappongono gli uni agli altri, a seconda di dove ci si muove. Effetti sorpresa che trasportano in dimensioni fiabesche, come succede anche all'Appartamento Undici di Coccaglio (Bs), discobar con sedute barocche rivestite in tinte accese, specchi rubati a Biancaneve, tinte shocking su fondo nero.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome